03.04.2024 Helga Cossu

La velocità del reale, i giovani e l’ambizione di divulgare

Interpretare il futuro per offrire ai giovani le coordinate del presente: la Fondazione rinnova il suo impegno nel promuovere i temi della scienza, della tecnologia e dell'innovazione

Semplifichiamo. Esistono prevalentemente due modi di agire e di pensare. Daniel Kahneman, psicologo israeliano e premio Nobel per l’economia nel 2002, ha individuato in “lentitia” e “velocitas” le modalità alla base dei processi mentali degli esseri umani. Il pensiero veloce è anche quello più intuitivo ma spesso induce a commettere errori, quello lento è anche detto razionale perché determina l’azione attraverso la logica.

Teniamo a mente questo schema e concentriamoci adesso su uno dei malati della società moderna: l’attenzione. Qualche anno fa i ricercatori della University of Western Ontario’s Brain and Mind Institute hanno effettuato un’indagine sulle abitudini di circa duemila persone per scoprire che il cervello consuma le informazioni in un tempo sempre più rapido e ha ormai l’esigenza di passare da un’informazione all'altra nel più breve tempo possibile. Complice di questa velocità sarebbero i social network e le nuove tecnologie che ci spingono a navigare in un mare di informazioni sempre più rapide a discapito della nostra attenzione. Uno dei pochi benefici sarebbe nell’aumento della capacità di gestire più cose allo stesso tempo, il cosiddetto multitasking, soft skill tanto apprezzata nel mondo del lavoro seppur con diverse controindicazioni a detta di molti analisti.

Fatta questa premessa dobbiamo chiederci qual è esattamente l’impatto di tali cambiamenti sulle nuove generazioni, su noi stessi, sulla società e allo stesso tempo quali le opportunità per diffondere gli strumenti più adeguati per interpretare una realtà sempre più complessa e costruire un futuro migliore. Non possiamo rallentare un processo ormai inarrestabile così come non è credibile limitarsi a mere raccomandazioni dal sapore stantio. Possiamo però agire sui contenuti che alleneranno le menti dei ragazzi, trovare nuovi linguaggi e sfruttare le tante possibilità offerte dalle tecnologie e dai mezzi di comunicazione contemporanei. Supportare il cambiamento quindi, imprimendo però una direzione in un Paese che ha un disperato bisogno di competenze legate a scienza e tecnologia.

Il progetto Outreach (dall’inglese “sensibilizzazione”) della Fondazione Leonardo nasce per promuovere in primis una cultura dell’attenzione attraverso contenuti che vogliono differenziarsi dal far west della Rete.

Con le nostre produzioni digitali veicoleremo messaggi accessibili e allo stesso tempo rigorosi in grado di stimolare i ragazzi alla conoscenza delle materie stem, acronimo di science, technology, engineering and mathematics (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e lo faremo attraversando tutte le piattaforme. Saremo sui social e sul Web per raggiungere quei 6,7 milioni di ragazzi fra i 10 e i 19 anni che vivono in Italia e che sono immersi nello studio. Ma la missione della Fondazione Leonardo è anche quella di promuovere e sostenere la cultura scientifica e tecnologica attraverso la collaborazione con network televisivi, istituzioni, enti di ricerca, scuole e università. Cercheremo quindi di parlare a tutti senza trascurare quelle 5,9 milioni di persone fra i 20 e i 30 anni che muovono i primi passi nel mondo del lavoro, fino alla fascia che va dai 30 ai 60 anni e che rappresenta la maggioranza relativa della popolazione.

 

Il programma Outreach della Fondazione Leonardo realizzerà lezioni per studenti, documentari, programmi tv, video e podcast. Tutti i contenuti saranno gratuiti, concepiti per il bene comune, quello della conoscenza e della consapevolezza. L’ambizione è quella di puntare i riflettori sul progresso, evitando che venga reso vano dalla velocità delle informazioni e dando anche ai cervelli più voraci il giusto nutrimento per la mente.

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