Due uomini belli, forse innamorati e la difficile giustizia nell'ingiustizia. La Turchia di Burning Days

04 maggio 2023

Di Ginevra Leganza

Systema, il ciclo di incontri organizzato da Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine insieme al MAXXI, si è concluso ieri. Col sipario che cala sulla scena finale del film Kurak Günler (Burning Days). Due uomini belli, forse innamorati, inseguiti da un branco di forcaioli sono spinti in una dolina. Dopo essere caduti, i due uomini si ritrovano in piedi, dall’altra parte del baratro, a fissare la folla attonita. Forse sono morti; forse sopravvissuti. È il sugello misterioso di questa pellicola del regista turco Emin Alper, presentata a Cannes nel 2022.


Uno sguardo sul mondo anatolico dove uno dei due uomini è Emre, procuratore dal fascino efebico, che sceso da un autobus si ritrova in un paese di campagna. Yaniklar – villaggio fittizio, corrotto e colpito da scarsità d’acqua – è esso stesso una dolina. Un grande baratro che avvolge il procuratore nella paranoia e al contempo lo anima di senso di giustizia. L’elezione comunale è imminente, il sindaco – forse responsabile della siccità – è pronto a ricandidarsi. E mentre il procuratore cerca di far luce sulle cose, viene trascinato nel buio dagli abitanti di Yaniklar. Una cena con del raki drogato, uno stupro di cui egli stesso – incosciente – potrebbe essere stato attore, un’implicita relazione omosessuale con un giornalista d’opposizione sono interrogativi destinati a rimanere tali.


È una storia calata nella Turchia contemporanea, moderna e antica, brulla e bellissima, con tutti i suoi volti dipinti eppure lontani dal nostro canone filmico. Ma è anche una storia universale, come spiega la presidente della Cassazione Margherita Cassano in dialogo col professore Cesare Pinelli. La Turchia – per sua vitalità – eleva trame che esistono a ogni latitudine e in ogni tempo. Il conflitto e l’amalgamarsi di giustizia e corruzione; la città e il villaggio; gli amori moderni e il tradizionalismo; e poi l’arrivo dello straniero. La venuta di un candido procuratore nato in città che assomiglia a un dio fanciullo. Emre arriva in campagna. La turba profondamente e a sua volta ne è turbato. Scuotono i suoi presunti costumi sessuali ed egli stesso scuote il malcostume del villaggio. Ma da questo malcostume è inseguito con le forche. È additato e infine espulso. Come spesso accade a ciò che è strano, lontano, inteso a svelare la verità quand’anche significhi svelare sé stessi.