Civiltà delle Macchine n. 1 2019

La rivista che ha dato il via al dialogo tra differenti aree del sapere, accompagnado e suscitando entusiasmo dei lettori in un periodo cruciale nella storia del nostro Paese, è tornata "Civiltà delle Macchine".

Rinasce la rivista che integrava il dialogo tra differenti saperi, accompagnando e appassionando tanti lettori in un periodo importante della storia del nostro Paese, quello della ricostruzione e dello sviluppo economico: torna “Civiltà delle Macchine”.

La nuova “Civiltà delle Macchine” è una rivista in continuità con la precedente, una rivista che vuole idealmente stringere un legame tra passato e futuro per aiutare a gestire il cambiamento continuo e sempre più veloce, che intende promuovere un nuovo Umanesimo industriale per diffondere la conoscenza, anche per vincere paure e rifiuto verso il nuovo, riflettendo su ciò che la trasformazione digitale sta comportando, infine valorizzando la tecnologia, “quella che serve”, quale mezzo ideale per contribuire al raggiungimento di un fine: un bene “comune”.

 

La rivista porta nel titolo, oggi come sessant’anni fa, due termini che, uniti, ne caratterizzano la missione.

 

“Civiltà” rappresenta la conquista di una società che raggiunge un livello culturale evoluto e lo vive in equilibrio e con armonia, “Macchine” rappresenta il frutto instancabile del lavoro della mente dell’uomo, capace di realizzare congegni sempre più evoluti e perfezionati che consentono di compiere operazioni predeterminate con risparmio di fatica e di tempo.

Macchine che hanno contribuito e continueranno a contribuire allo sviluppo della civiltà e al raggiungimento di livelli culturali ancor più evoluti, e auspicabilmente di maggior equilibrio e migliore armonia.

In questo numero

La nostra felice pazzia

Di Peppino Caldarola

"La nuova Civiltà delle Macchine si inoltrerà nei terreni difficili della ricerca e del dialogo interculturale, avendo alle spalle non un mecenate ma una impresa radicata in questo Paese"

Saper fare saper pensare

Di Alessandro Profumo

Nel 1953 usciva il primo numero di “Civiltà delle macchine”, progetto editoriale di Finmeccanica che l’allora direttore generale Giuseppe Luraghi decise di affidare a un poeta, saggista e critico d’arte, Leonardo Sinisgalli

Mio fratello robot

Di Daniele Andresciani

Il progressivo superamento di una concezione elitaria della scienza ha favorito lo sviluppo tecnologico e in particolare della robotica che, negli ultimi decenni, ha compiuto straordinari passi in avanti ideando macchine che, dall’essere statiche e passive, oggi sono in grado di agire in autonomia e con processi di autodeterminazione analoghi a quelli dell’uomo

Un nuovo intreccio tra umanesimo e scienze

Di Luciano Violante

La “Civiltà delle macchine” fondata da Leonardo Sinisgalli nel 1953, e da lui diretta sino al 1958, per 31 numeri, costituisce ancora oggi un modello non superato di rivista delle “due culture”