"Chiamiamo licei gli istituti industriali". Leonardo Durante racconta i suoi progetti e i suoi robot

26 novembre 2021
Il professore insegna Sistemi automatici e controlli all'Istituto tecnico industriale statale Enrico Fermi di Roma.

Di Camilla Povia

Leonardo Durante crea robot di ogni genere appassionando centinaia di studenti. Tant’è che alla fine di un progetto i ragazzi sentono la mancanza di quella creatura tecnologica con cui hanno passato il loro tempo. “E’ l’antropomorfismo dei robot, alla fine ci si affeziona”, scherza (ma non troppo) il professore che insegna Sistemi automatici e controlli all'Istituto tecnico industriale statale Enrico Fermi di Roma. Una vita da precario a Palermo e poi sette anni fa finalmente l’ascensore verso Roma e la docenza di ruolo. “Le graduatorie italiane hanno un percorso molto tortuoso, diciamo. E quindi ci sono voluti molti anni prima che potessi dedicarmi notte e giorno, con costanza e soprattutto nello stesso liceo, ai miei progetti robotici”. 

Non è un caso che il professor Durante abbia chiamato ‘liceo’ l’istituto industriale in cui insegna. Il tema di elevare a rango di liceo gli istituti industriali italiani è stato lanciato mesi fa da Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine attraverso un appello di Luciano Violante pubblicato nel numero monografico della nostra Rivista. Una proposta raccolta immediatamente dal ministro Patrizio Bianchi e tornata al dibattito pubblico anche grazie anche a un editoriale di Bruno Vespa e alla relazione di Anna Finocchiaro, presidente di Italiadecide, che ieri ha sollevato il tema alla Biennale della Memoria a Martina Franca nella sua relazione dedicata a Leonardo Sinisgalli.

“La verità è che il nostro Paese è fatto di stereotipi e l’istituto industriale è visto da tutti come un luogo sicuro per chi non ha voglia di studiare ma soprattutto maschile e frequentato solo dai quartieri periferici”. All’Itis Fermi di Roma, infatti, il professore ci racconta che su 1200 studenti solo 50 sono ragazze. “Tantissime studentesse brave in matematica alla fine cambiano strada solo perché il nostro non è considerato un vero liceo. Eppure l’interesse delle ragazze per le materie scientifiche è sempre più in crescita, va solo accompagnato e tutelato”.  


Il professore Durante insegna una disciplina complessa che tiene insieme matematica, elettronica, informatica e automazione. I suoi studenti lo chiamano nel weekend, cercandolo insomma fuori dal consueto orario scolastico. “Per me è normale, i nostri progetti nascono sull’onda di tanto impegno e dedizione, spesso con i miei studenti ci ritroviamo immersi in veri e propri Brain Storming ed è proprio così che nascono le idee più belle”. 
Si parte sempre dai problemi, come nella vita. Nel 2016, infatti, il professore è arrivato a Roma da poco e passeggia con alcuni studenti per le strade di Monte Mario, dove abita tutt’ora. Non essendo propriamente un quartiere in pianura ma leggermente collinoso, i ragazzi intuiscono che per le persone di una certa età è difficile portare a casa la spesa. “Dopo qualche mese nasce uno dei nostri prototipi, un carrello automatizzato autonomamente e a velocità variabile per rendere più semplici gli acquisti agli anziani”. E dopo il carrello arriva una serratura domotica che controlla gli accessi da remoto via Smartphone, un casco con frecce per prevenire incidenti in moto e un robot dotato di intelligenza artificiale che, riconoscendo varie tipologie di rifiuti, riesce a buttarli e a differenziarli nel giusto contenitore. Naturalmente ora, nell’era del Digital Twin, la connessione Wi-Fi tra due oggetti fa sorridere ma diversi anni fa era considerata una magia. E non scordiamoci che sono comunque oggetti robotici costruiti da ragazzi appassionati e poco più che adolescenti. 

“Sono studenti che ci mettono il cuore, non solo competenze tecniche”. Il professore siciliano che viene dal quartiere Brancaccio di Palermo, considerato non proprio un’oasi di pace e tranquillità, ha tutta l’intenzione di provare a invertire la rotta portando a Roma il suo riscatto. Non è un caso sia rientrato tra i 50 professori migliori al mondo all’interno del Global Teacher Prize. Chissà che nei prossimi anni si possa vincere insieme la battaglia più dura: chiamare le cose con il proprio nome. E poter identificare gli istituti tecnici industriali per quello che sono: licei.