Comunicazione della Commissione Europea, 2030 Digital Compass: the European way for the Digital Decade, 9 marzo 2021

di Claudia Figliolia

26 luglio 2021

Per tradurre le ambizioni digitali dell’UE per il 2030 in termini concreti, la Commissione ha proposto una bussola per il digitale concepita attorno a quattro punti cardinali:

  • cittadini dotati di competenze digitali e professionisti altamente qualificati nel settore digitale;
  • infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti;
  • trasformazione digitale delle imprese;
  • digitalizzazione dei servizi pubblici.

L’ambizione dichiarata è quella di perseguire politiche digitali che consentano alle persone e alle imprese di cogliere un futuro digitale incentrato sull’uomo, sostenibile e più prospero.

La via europea per un’economia e una società digitalizzate riguarda la solidarietà, la prosperità e la sostenibilità, ancorate all’empowerment dei suoi cittadini e delle sue imprese, garantendo la sicurezza e la resilienza del suo ecosistema digitale e delle sue catene di approvvigionamento.

Come si legge nel documento, sono molte le criticità da affrontare nello spazio digitale: in primis l’emersione di un nuovo divario digitale non solo tra aree urbane ben collegate e territori rurali e remoti, ma anche tra coloro che possono beneficiare appieno di uno spazio digitale arricchito, accessibile e sicuro con una gamma completa di servizi e coloro che non possono. Un tale divario è emerso anche nel mondo imprenditoriale: tra le imprese già in grado di sfruttare appieno il potenziale dell’ambiente digitale e quelle non ancora completamente digitalizzate.

Rileva il documento come proprio la recente pandemia abbia messo in luce una nuova “povertà digitale”, rendendo imperativa l’esigenza di garantire che tutti i cittadini e le imprese in Europa possano sfruttare la trasformazione digitale per una vita migliore e più prospera: «La visione europea per il 2030 è una società digitale in cui nessuno viene lasciato indietro».

Ciascuno dei quattro punti cardinali è stato declinato in obiettivi chiari, da raggiungere entro il 2030.

  • Per quanto riguarda la dotazione di competenze digitali e di professionalità qualificate il progetto si propone che almeno l’80% della popolazione adulta possegga competenze digitali di base e l’impiego di 20 milioni di specialisti (rispetto 7,8 milioni del 2019) nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione con una convergenza tra donne e uomini. Le competenze digitali di base per tutti i cittadini e l’opportunità di acquisirne nuove e altamente specializzate per la forza lavoro sono considerate un prerequisito per garantire un’attiva partecipazione al Decennio digitale
  • In secondo luogo, con riferimento alle infrastrutture, il documento sottolinea come il raggiungimento della leadership digitale europea potrà raggiungersi solo edificando un’infrastruttura digitale sostenibile. In particolare: a) tutte le famiglie europee dovrebbero beneficiare di una connettività Gigabit, rispetto al 59% del 2020, e tutte le zone abitate saranno coperte dal 5G, rispetto al 14% del 2021; b) la produzione di semiconduttori sostenibili e all’avanguardia in Europa, compresi i processori, dovrebbe rappresentare almeno il 20% del valore della produzione mondiale; c) 10.000 nodi periferici a impatto climatico zero e altamente sicuri (che consentiranno l'elaborazione dei dati ai margini della rete) dovrebbero essere installati nell’UE e distribuiti in modo da garantire l’accesso ai dati a bassa latenza; d) l’Europa dovrebbe dotarsi del suo primo computer quantistico all’avanguardia.
  • Per quanto concerne inoltre la trasformazione digitale delle imprese, come si legge nel documento, entro il 2030, più che semplici abilitatori, le tecnologie digitali tra cui 5G, Internet of Things, edge computing, intelligenza artificiale, robotica e realtà aumentata saranno al centro di nuovi prodotti e di nuovi processi di produzione basati su un’equa condivisione dei dati.

Tale profilo è declinato in tre specifici obiettivi: a) tre imprese su quattro dovrebbero utilizzare servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale; b) oltre il 90% delle PMI europee dovrebbe raggiungere almeno un livello di base di intensità digitale, rispetto al 61% del 2019; c) un aumento del 100% delle start-up dal valore di 1 miliardo di dollari rispetto al 2021. Le PMI hanno un ruolo centrale in questa transizione, non solo perché rappresentano la maggior parte delle aziende dell’UE, ma anche perché sono una fonte fondamentale di innovazione.

  • Infine, con riguardo all’ultimo dei punti cardinali – la digitalizzazione dei servizi pubblici – il documento si prefissa i seguenti obiettivi: a) fornitura online al 100% dei principali servizi pubblici disponibili per i cittadini e le imprese europee; b) l’accesso per tutti i cittadini alla propria cartella clinica elettronica; c) l’80% dei cittadini dovrebbe utilizzare l’identificazione digitale.

Entro il 2030 l’obiettivo dell’UE è garantire che la vita democratica e i servizi pubblici online siano completamente accessibili a tutti (comprese le persone con disabilità). Tutti, infatti, dovrebbero poter trarre vantaggio da un ambiente digitale caratterizzato dal ricorso a strumenti agili, efficienti e personalizzati, nonché a servizi e strumenti con elevati standard di sicurezza e privacy. Rilevano in questo senso il voto elettronico garantito per incoraggiare una maggiore partecipazione del pubblico alla vita democratica, la previsione di servizi che consentano a tutti i cittadini ed alle imprese di tutte le dimensioni di influenzare la direzione e i risultati delle attività governative, nonché l’idea di un “governo come piattaforma” quale nuovo modo di costruire servizi pubblici digitali, fornendo un accesso olistico ai servizi pubblici.