Focus euroatlantico: Attenzione ai semiconduttori

31 gennaio 2023

Di Giuseppe Leone

Viviamo in un periodo di forti tensioni internazionali nel quale rivestono una particolare importanza temi quali l'energia ed il commercio, la difesa nei confronti di aggressioni a Stati sovrani,  le scelte economiche da effettuare in questo contesto. Su questi temi, a cura del Servizio Studi e della Commissione Affari Esteri della Camera, è stato appena pubblicato un dossier sul "Focus Euroatlantico" effettuato dall'Istituto Affari Internazionali (IAI) nel mese di gennaio del 2023.
In particolare, il dossier analizza le relazioni tra Stati Uniti ed Unione Europea con la Cina riportando un focus dello IAI sull'insistenza americana in merito al "disaccoppiamento" economico e le difficoltà del Vecchio Continente - soprattutto tedesche - nell'affrancarsi da Pechino. In questo quadro, nell'approfondimento curato da Nicola Bilotta, responsabile Ricerca del Programma Multilateralismo e Global Governance dell'Istituto Affari Internazionali,  vengono analizzati i problemi nella cooperazione tra gli Usa e la Ue sulla produzione ed esportazione dei semiconduttori o chip.
Nel focus si evidenzia come Washinton e Bruxelles abbiano l'urgente necessità di investire maggiori capitali nello sviluppo coordinato di una politica industriale sui semiconduttori che includa anche altri Paesi allineati con il mondo occidentale. 

Lantanio

In questo quadro, Taiwan, Corea del Sud e Giappone - si legge nel dossier -sono attori chiave per le numerose fasi della catena del valore degli chips, così come l'Australia potrebbe diventare un partner prezioso per la fornitura delle "terre rare" (si tratta di 17 elementi chimici tra i quali scandio, ittrio, lantanio, disprosio) indispensabili per la produzione di superconduttori, motori di veicoli ibridi, fibre ottiche e catalizzatori ed altri impieghi in vari settori delle moderne economie. Dal 1985, ovvero nel corso di questi ultimi quasi quaranta anni, la Cina è la principale produttrice di "terre rare".  Pechino detiene infatti oltre il 95 per cento della fornitura mondiale di questi elementi, sempre più preziosi per lo sviluppo delle moderne economie, che puntano a ridurre sensibilmente il ricorso a fonti di energia quali carbone e petrolio, per contrastare il più possibile e rapidamente le emergenze climatiche ed ambientali.
Viste le frizioni in atto tra mondo occidentale e Russia e Cina, c'è la necessità di affrancarsi dalla dipendenza cinese, che in pratica esercita un vero e proprio monopolio mondiale sulla produzione di "terre rare"; da qui la necessità di cercare nuove fonti di approvvigionamento di questi importanti metalli e in questi ultimi tempi giacimenti di un certo rilievo sono stati trovati in Sudafrica, Brasile, Canada e Stati Uniti mentre alcuni depositi interessanti sono stati rinvenuti anche nella penisola indocinese e precisamente in Vietnam. Nel dossier si sottolinea quindi che "la complessità e l'alimentazione della catena del valore dei semiconduttori richiedono un sistema di alleanze che abbiano una politica industriale coordinata per mitigare i rischi causati da shock esterni".
Infine, l'"Osservatorio di politica internazionale" sottolinea, tra i vari temi analizzati, "il collasso quasi definitivo dei tentativi diplomatici di rianimare l'accordo nucleare con l'Iran, le tensioni transatlantiche su energia e commercio, in particolare sull''Inflation Reduction Act'" approvato dal Congresso statunitense nello scorso mese di agosto. Si considera inoltre "l'evoluzione delle politiche di difesa transatlantiche, stimolate dalla guerra in Ucraina".