Tempi Moderni 2050 / Bologna

21 febbraio 2022

Portare al centro del dibattito pubblico il tema dei distretti industriali e l’importanza, oggi, di un cambio di paradigma produttivo, che riparta dalle competenze, per rivitalizzare il patrimonio materiale e immateriale dei nostri territori. È questo l’obiettivo del ciclo di incontri «Tempi Moderni 2050», promosso da Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, attraverso un percorso in tre tappe, tra Varese (8 novembre 2021), Bologna (3 marzo) e Lecce (30 marzo).  
Dopo l’incontro di Varese, Tempi Moderni 2050 riparte da Bologna e dall’Emilia Romagna, territorio che storicamente ha saputo coniugare tradizione e innovazione, creando sinergie con il sistema formativo. Al dibattito di Bologna, realizzato anche in collaborazione con Pandora Rivista, si può partecipare in presenza, registrandosi qui oppure seguirlo in diretta streaming su civiltadellemacchine.it. 

Nel corso del 2020 Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli hanno promosso il ciclo di incontri «Tempi Moderni 2030» riportando l’attenzione sulla centralità della manifattura per il sistema paese. Tempi Moderni 2030 ha investigato i problemi aperti dalla scomparsa dell’Italia industriale e ha cercato di individuare nuovi indirizzi di sviluppo sostenibile, a partire proprio dalla tabula rasa lasciata dalla stagnazione economica e dalla crisi sanitaria del Covid-19.
Il ciclo di incontri 2020 ha toccato Genova, Napoli e Taranto, tre città che, più di altre, rappresentano questo momento di transizione fra il vecchio e un nuovo modello che già si intravede, ma va ancora completato, reso solido e propulsivo. Il ciclo ha offerto uno sguardo sul presente dall’angolo visuale delle polarizzazioni di classe, dell’assottigliamento del ceto medio e dei conflitti che oggi investono i territori.
«Tempi Moderni 2050» intende portare al centro del dibattito il tema dei distretti industriali, analizzando la tradizione manifatturiera e artigianale italiana, e sottolineando l’importanza delle competenze per creare nuove reti produttive che favoriscano la contaminazione tra ricerca e formazione, da un lato, e la realtà produttiva dei territori, dall’altro. Attraverso la creazione di «distretti delle competenze» è possibile riattualizzare le tradizioni che appartengono alla memoria storica del lavoro insieme al suo patrimonio materiale e immateriale, rilanciando la crescita sostenibile di territori attraverso percorsi professionali aggiornati per le nuove generazioni, soprattutto sfruttando le potenzialità del digitale.
Nel contesto del ciclo, il sistema della formazione secondaria e in particolare gli Istituti Tecnici Superiori rivestono un ruolo di cruciale importanza come ponte di collegamento tra scuola e industria. L’obiettivo di Tempi Moderni 2050 è quello di diffondere tra gli attori politici e sociali la consapevolezza della necessità di un cambiamento di paradigma produttivo, capace di rivitalizzare le tradizioni dei distretti industriali italiani attraverso un nuovo modello di valorizzazione del capitale umano e sociale.
«Tempi Moderni 2050» toccherà tre città:  Varese, Lecce e Bologna, attraverso le quali indagare la tradizione storica dei distretti industriali il loro ruolo nel presente dell’economia italiana e il loro possibile futuro.

L’Emilia-Romagna rappresenta una delle patrie storiche del modello dei distretti industriali, in cui le risorse imprenditoriali e i giacimenti di conoscenza del territorio sono stati in grado di creare plusvalore tecnologico e organizzativo per il territorio; non a caso, la regione è dotata di un’importante rete di saperi politecnici, con 12 ITS ritagliati sui distretti merceologici e produttivi di eccellenza.
Guiderà l’incontro questo interrogativo: come mantenere la sinergia fra patrimonio produttivo e formazione, e in quale direzione innovarla, così da trattenere sul territorio le risorse umane necessarie a garantirne lo sviluppo?

Foto copertina I. Adversi/Terzo Tropico