Tricolore in orbita: il legame degli italiani con lo spazio

13 dicembre 2021
In occasione della partecipazione di Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine alla "Giornata Nazionale dello Spazio" del 16 dicembre, una serie di articoli per sottolineare il contributo dell'arte, della letteratura e della filosofia alla narrazione dello Spazio.

Di Cristina Di Giorgi

Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!”: così, il 20 luglio 1969, Tito Stagno annunciava l'avvenuto allunaggio dell'Apollo 11 nel corso della trasmissione (la prima “maratona” della TV italiana) che il giornalista condusse raccontando, in modo preciso e coinvolgente, un evento di portata storica. Fu, quello, un momento molto particolare, seguito in diretta, nonostante in Italia fosse piena notte, da milioni di persone. Non è difficile immaginare intere famiglie riunite nei salotti delle loro case attorno alla televisione, per essere partecipi a modo loro di un avvenimento di enorme portata: sono infatti molti, in proposito, i racconti di chi visse con grande emozione, entusiasmo e anche un po' d'ansia quegli intensi istanti. Istanti indimenticabili per tutto il mondo, che sono a pieno titolo entrati a far parte dell'immaginario collettivo anche degli italiani.


Da allora sono cambiate molte cose, anche e soprattutto per quanto riguarda la tecnologia e le professionalità al fianco di essa sviluppate in ambito spaziale. Quel che invece a quanto sembra non è cambiato è il fascino potente che tutto questo continua ad esercitare sugli italiani: stando infatti ai risultati - resi pubblici a Parigi nel gennaio 2019 - di un sondaggio realizzato da Harris Interactive su incarico dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) su un campione di 5000 persone di età maggiore di 18 anni residenti in Italia, Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna, sono appunto gli italiani ad essersi rivelati i fan più accaniti delle imprese spaziali. 
Il 95% dei nostri connazionali intervistati considera le attività nello spazio affascinanti, positive e utili e la stessa percentuale si è detta convinta che sia giusto continuare a finanziarle. Anche perché, oltre a stimolare la ricerca scientifica e il progresso (93%), le missioni in orbita e fra le stelle fanno sognare (92%), sono fonte di ispirazione per le giovani generazioni (89%) e favoriscono la cooperazione tra i Paesi (86%). Senza contare il fatto che lo spazio, la conoscenza dell'universo e le esplorazioni del Sistema Solare sono da considerarsi parte integrante dell'identità europea (76%), sono un fattore di benessere economico (66%) ed hanno ricadute positive sulla vita quotidiana (57%) soprattutto, nello specifico, per quanto riguarda i trasporti e le comunicazioni (90%).

Fonte: ESA

E non è tutto, perché anche recentemente il “made in Italy” - e di questo il nostro Paese è consapevolmente e legittimamente orgoglioso - si è dimostrato all'avanguardia nel settore aerospaziale, sia per quanto concerne l'industria sia a proposito dei finanziamenti ad innovative start up con apposito fondo (siamo il primo Stato ad averlo istituito). Inoltre, come ribadito lo scorso anno durante il New Space Economy Expoforum, siamo un'eccellenza anche per quanto riguarda l'applicazione concreta e quotidiana di progetti legati allo spazio (come per esempio quello, vincitore di un bando dell'ESA, che riguarda un treno che attraverserà la Penisola con a bordo ambulatori e venti posti di terapia intensiva, collegato alla rete via satellite). 
In Italia dunque c'è una vera e propria “febbre dello spazio”, che è tra l'altro confermata dall'altissima popolarità che, nel nostro Paese, hanno gli astronauti: sono ormai molto pochi, infatti, quelli che non conoscono, per esempio, Umberto Guidoni (ha partecipato a due missioni NASA a bordo dello Space Shuttle ed è stato il primo astronauta europeo a visitare la Stazione Spaziale Internazionale, oltre ad aver ideato e condotto, per Radio RAI, due cicli di seguitissime trasmissioni dedicate allo spazio), Luca Parmitano (primo italiano ad effettuare, il 9 luglio 2013, una passeggiata spaziale e primo italiano ad aver assunto, nel 2019, il comando della Stazione Spaziale Internazionale) e Samantha Cristoforetti (prima donna italiana ad essere inserita negli equipaggi dell'Agenzia Spaziale Europea e comandante, nel 2019, della missione Neemo23), che sono ad oggi tra i massimi protagonisti dell'attività spaziale tricolore (e non solo). Alla Cristoforetti, tra l'altro, una nota casa produttrice di giocattoli ha anche dedicato una bambola, per dare alle bambine un modello positivo a cui ispirarsi. 

Ed a proposito di giovani, gli studenti delle nostre scuole secondarie di I e II grado avranno proprio in questi giorni occasione di dimostrare, nelle Olimpiadi dello Spazio (evento organizzato da La Sapienza, Leonardo e Cluster tecnologico nazionale aerospazio in occasione della Giornata nazionale dello Spazio indetta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il 16 dicembre), il loro interesse per le missioni degli astronauti. E se è vero che forse il grande pubblico non percepisce ancora pienamente, per lo meno quanto alle sue potenzialità, il legame con lo spazio, questo senz'altro emerge ancora fortissimo, emozionalmente parlando, quando vediamo i nostri astronauti.