23 maggio 1992. Strage di Capaci

23 maggio 2022

Questo è il giorno, ed ecco il Requiem.
È il 23 maggio 1992.
Le ninfe se ne stanno in spiaggia, o nuotano verso gli scogli, godendo le spume.
Sulle rocche delle colline, invece, fumano le loro sigarette gli assassini.
È il 23 maggio 1992 e 500 kg di nitrato d’ammonio e tritolo uccidono Giovanni Falcone.
L’asfalto diventa polvere, la carne si riduce a cenere, la lamiera è nero carbone e la musica è questo rosario di note pensato da Giuseppe Verdi in un tempo lontano, pensando a l’Italia, ancora tutta da fare.
Fabbricando l’Italia, il dottor Falcone, insegue i mafiosi e ascolta il Requiem.
Studia le carte, legge le deposizioni, dispone gli arresti e ascolta il Requiem.
Spegne lo stereo, torna indietro, prende la musicassetta del Requiem ed esce da Palazzo di Giustizia.
Gli uomini della scorta hanno sempre una musicassetta pronta.
Quando Falcone entra in macchina spengono la sirena e gli mettono Verdi.
È il Requiem interrotto in quel pomeriggio di maggio di trent’anni fa, alle 17;57.
Un Requiem che ricomincia per non finire mai.
In attesa che l’Italia diventi davvero Italia.
Come l’aveva immaginata Verdi, fosse solo per il sudario di Giovanni Falcone.
Trovando un’Italia tutta ancora da fare.
Ed ecco i martiri di questo nostro Requiem.

Rocco Dicillo

Giovanni Falcone

Antonio Montinaro

Francesca Morvillo

Vito Schifani