600 bombe atomiche sulla nostra testa, un asteroide sfiora la Terra e nessuno se ne accorge

19 luglio 2023

Di Massimo Falcioni

Non siamo soli sugli spazi attorno alla Terra e zone limitrofe. Non solo missili e satelliti costruiti e lanciati dall’uomo. Anche asteroidi. Piccoli o grandi, comunque temibili. Intanto l’uomo è impegnato a conquistare lo spazio per esigenze politico-militari, per questioni di immagine e di business. Spazio sempre più affollato. Dall’inizio dell’era spaziale sono stati lanciati oltre 11 mila satelliti, 7289 dei quali sono ancora in orbita.

Di questi, oltre 4 mila sono attivi, i restanti sono guasti o spenti. Il numero dei satelliti è in forte crescita: il 57% dei satelliti in orbita sono stati lanciati negli ultimi quattro anni: solo nel 2020 sono stati lanciati 1.283 satelliti, ancora di più negli ultimi due anni. Lo spazio sempre più affollato preoccupa. Assieme ai satelliti funzionanti nello spazio corrono miglia di rottami e detriti, più di ventimila con dimensioni sopra i dieci centimetri, con velocità oltre i 25 mila Kmh, otto chilometri al secondo, metro più metro meno. Tutta roba regolarmente tracciata dalle reti di sorveglianza spaziale anche se qualcosa può sfuggire ai monitoraggi, soprattutto i rifiuti con dimensioni minori di dieci centimetri che sono tanti, almeno 130 milioni. Il numero di satelliti e rottami crescerà ancora.

La “space economy” sta modificando l’approccio allo spazio, il futuro con orbite iper trafficate è già oggi. Lo spazio non è più di “proprietà” di grandi potenze, fino a pochi decenni fa Usa e Russia. I nuovi protagonisti della nuova corsa allo spazio sono per lo più aziende private, impegnate a sviluppare costellazioni satellitari, cioè infrastruttura orbitali composte da migliaia di satelliti. Basti pensare alla Starlink di Elon Musk per dare al mondo connessioni internet a banda larga, una realtà di comunicazione tecnologica pluri uso come dimostra l’utilizzo di Starlink messa a disposizione dell’Ucraina nel conflitto in corso con la Russia. In questa corsa nello spazio non c’è solo Elon Musk. Altre società sono impegnate: OneWeb è al lavoro per lanciare 6.300 satelliti; Kuiper di Amazon è impegnata nel suo nuovo progetto di 3200 satelliti; 4.700 sono i satelliti su cui punta Samsung; 3.000 quelli della Boing. Per fortuna, o per sfortuna, le nuove reti satellitari affollano “solo” la Low Earth Orbit, cioè l’orbita bassa, lo spazio compreso fra 80 e 2.000 chilometri di altezza da Terra.

I satelliti di Starlink girano a 500 chilometri dalle nostre teste. Tale affollamento di satelliti disturba persino il telescopio Hubble, in orbita dal 1990 a 535 chilometri di altezza: molte delle immagini scattate da Hubble sono alterate dal via vai di satelliti. Sarà per tutto questo girare attorno al nostro pianeta di satelliti e sonde sempre più all’avanguardia che nei giorni scorsi nessuno si è accorto dell’asteroide che ha sfiorato la Terra. Il 2023 NT1, così è stato chiamato l’asteroide di una sessantina di metri di diametro che giovedì 13 luglio 2023 ci è passato … “accanto”. L’ospite, un blocco di roccia, è transitato a circa 100 mila chilometri dal nostro pianeta, una distanza pari più o meno a un quarto di quella che c’è fra la Terra e la Luna. In termini astronomici è stato un passaggio ravvicinatissimo. Perché nessuno l’ha visto?  Il motivo è che l’imponente blocco di roccia proveniva dalla direzione del Sole e solamente due giorni dopo, con l’”ospite” impegnato a proseguire per la sua strada incurante della Terra, l’osservatorio Atlas in Sudafrica lo ha individuato nella sua traiettoria di allontanamento.

Così l’Asteroide non ci ha degnato di uno sguardo e noi non l’abbiamo potuto salutare neppure con un caloroso “by-by”. Il 2023 NT1 avrebbe potuto impattare sulla Terra, generando un cratere di oltre un chilometro di diametro, più o meno come il celebre Meteor Crater in Arizona, facendo non pochi danni, anzi un disastro. L’impatto del Meteor Crater di 50 mila anni fu devastante, in quanto l’energia sviluppata era seicento volte la bomba di Hiroshima. Il cratere ha un diametro di 1.200 metri, con un bordo rialzato che arriva a 45 metri e una profondità di 170 metri: almeno 300 milioni di tonnellate di sedimenti sono stati spostati dalla violenza dell’impatto. In tempi recenti, il meteorite di Chelyabinsky esploso nel 2013 sopra la Russia, nell’impatto con l’atmosfera aveva un terzo del diametro di 2023 NT1 ed ebbe effetti devastanti: l’onda d’urto frantumò muri e vetrati, con migliaia di persone ferite. E’ facile capire quali sarebbero state le conseguenze se il meteorite non fosse esploso nell’atmosfera. Tuttavia vale sempre il detto: tutto è bene quel che finisce bene. Alla prossima. Intanto si sviluppano progetti per difendere la Terra dagli asteroidi, in particolare incrementando le osservazioni.

Per vedere anche gli oggetti provenienti dall’interno del Sistema Solare si sta lavorando anche a satelliti da posizionare fra la Terra e il Sole, come la missione Neo Surveyor della NASA e il satellite NEO MIR dell’ESA. La minaccia in arrivo permetterebbe una adeguata difesa di ospiti indesiderati, ad esempio organizzare evacuazioni mirate. Le agenzie spaziali stanno lavorando a sistemi per deviare asteroidi ritenuti pericolosi. Qualche mese fa la sonda DART della NASA ha dimostrato che è possibile farlo: ha colpito l'innocuo Dimorphos e ha modificato la sua orbita. Un'altra missione, HERA dell'ESA, partirà nel 2024 per studiare da vicino gli effetti dell'impatto e fornire ulteriori dati utili ad approntare tecnologie per la difesa planetaria.