Auto elettriche, la Cina è in agguato. Le contromisure Ue

14 settembre 2023

Di Massimo Falcioni

Meglio tardi che mai. Stavolta il riferimento è all’ultimo discorso a Strasburgo della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sullo Stato dell’Unione con particolare riferimento alle “pratiche sleali” della Cina sul mercato delle auto elettriche. Pratiche che stanno portando a un forte incremento delle auto cinesi, evidentemente sottovaluto fin ora dalla Ue e dai governi dei singoli Paesi del continente.

La presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen - Ansa

Nel 2022 la quota di mercato delle auto elettriche di marchi cinesi vendute nell’Ue è passata da pochi punti percentuali all’8% con previsioni di raddoppiare tale quota entro il 2024 fino a toccare una quota del 15% nel 2025. La differenza di prezzo tra i prodotti auto cinesi e quelli europei è in media del 20%, con picchi sopra il 25%. “Il settore dei veicoli elettrici – ha detto von der Leyen – è essenziale per l’economia pulita, che racchiude un enorme potenziale per l’Europa. Ma i mercati globali sono ora inondati di auto elettriche cinesi a basso costo, il cui prezzo è mantenuto artificialmente basso da massicci sussidi di stato. Questo costituisce una distorsione del nostro mercato. E così come non le accettiamo al nostro interno, noi non accettiamo distorsioni che vengono dall’esterno. L’Europa è aperta alla concorrenza, non una corsa al ribasso”.

Così la Commissione Ue avvia una indagine anti-sovvenzioni nel settore elettrico dei veicoli che la Cina esporta ovunque, particolarmente in Europa. Dunque, in grave ritardo, ai vertici della Ue hanno preso atto della realtà anche in questo importante settore: i mercati globali sono oramai inondati di auto elettriche cinesi, più economiche di quelle costruite altrove. Il dito puntato è anche contro i prezzi: “Mantenuti artificialmente bassi da ingenti sussidi statali”. Ecco. Questo, e non solo questo, secondo von del Leyen “distorce il nostro mercato” (quello europeo) e “non lo accettiamo”. Dunque? “Dobbiamo difenderci dalle pratiche sleali”. La Cina è maestra nel condurre l’invasione di prodotti, l’auto è solo un esempio significativo, con pratiche commerciali sleali con conseguenze pesanti a danno dell’economia occidentale, Europa e Italia per prime. Il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini non ha peli sulla lingua: “Denunciamo questi rischi da anni, l’Europa si sveglia adesso. Distratti, incompetenti o complici?”. Già. L’economia globale, in difficoltà per molti motivi, specie causati dalle tante guerre in corso e in primis l’invasione della Russia in Ucraina, non può essere portata avanti usando due pesi e due misure. “La concorrenza è vera solo finchè è leale”.

La presidente della Commissione europea ha assicurato di avere ben presente il modo in cui le “pratiche commerciali sleali” della Cina hanno influenzato la nostra industria. Ovvio che vanno tenute aperte le linee di comunicazione e di dialogo. In occasione del vertice Ue-Cine di fine 2023 la linea è una sola: “Eliminare i rischi, non disaccoppiarli”. Per von der Leyen è l’ultimo discorso prima delle prossime elezioni di inizio giugno 2024. C’è da sperare che, in particolare nel delicato e importante settore dell’elettrico, quanto detto dalla Presidente della Commissione europee non sia solo propaganda. Se le parole hanno un peso, stavolta nello specifico, Ursula von der Leyen ha indicato un primo passo verso dazi futuri a carico della Cina: in questo caso più che possibili, certi.  Si vedrà presto se si passerà dalle parole ai fatti concreti o se dopo il nuovo polverone tutto resterà come prima.