Ecco Bluemed, il cavo che le navi posacavi stanno mettendo in mare in questi giorni

Di Massimiliano Lussana

06 marzo 2023

Un po’ come i bambini, sempre curiosi quando vedono qualcosa che non conoscono e riconoscono, in queste settimane sono stati in moltissimi ad incuriosirsi per alcuni movimenti navali nella costa davanti a Genova.
Con navi posatubi e posacavi modernissime che stanno mettendo le basi per il più grande progetto europeo per le reti internet.
Nei giorni scorsi è arrivata la spiegazione di tutto questo, rassicurando tutti che non è in corso nessuna battaglia navale al largo davanti a Genova e che Pisa, Venezia, Amalfi (e nemmeno le antiche Ancona, Gaeta, Ragusa, quella in Croazia non quella in Sicilia, e Noli, che pure sta qui a un tiro di schioppo, in provincia di Savona e afferisce quindi persino alla stessa Autorità di sistema portuale, quella del “Mar Ligure occidentale”) non stanno provando a scatenare un attacco delle Repubbliche Marinare, gelose del fatto che Genova abbia vinto una delle ultime regate.
Insomma, il giallo si è chiarito con una conferenza stampa nel salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, uno dei palazzi del sistema dei Rolli patrimonio dell’Umanità Unesco, sede del Comune di Genova e museo vivente: dal “cannone”, che è il violino più famoso di Paganini, all’atto di resa delle truppe naziste ai partigiani genovesi con tanto di medaglia al valore alla “città che si è liberata da sola”.
Eppure, in mezzo a tutto questo, che è quanto di più storico ci sia a disposizione, c’è anche la modernità assoluta. E qui arriva proprio la storia del cavo BlueMed, che è la punta più avanzata fra le infrastrutture digitali al mondo. 
Con  la posa del cavo sottomarino e il suo annuncio ufficiale - che magari toglie un po’ di magia alle navi davanti al litorale, ma dà anche certezze di pace domestica ai complottisti - infatti entra nel vivo il progetto BlueMed Sparkle che ha come scopo quello di trasformare Genova non solo in uno dei primi cinque porti europei, e segnatamente nel primo scalo italiano, ma anche in un porto digitale per il traffico Internet globale collegando ad altissima velocità l’Italia e il Mediterraneo e l’Europa e, segnatamente, Francia, Grecia, Israele, oltre ad altre propaggini del cavo nel Mediterraneo.
Il primo tratto Genova-Golfo Aranci-Pomezia-Palermo sarà operativo a maggio, mentre è già pronta la “Genova Landing Platform”, un tunnel lungo sei chilometri di gallerie sotterranee che permetterà alle reti di raggiungere il centro direzionale dei dati che ha sede nel quartiere genovese del Lagaccio, alle spalle della stazione di Genova Piazza Principe, in un continuo gioco di rimandi in cui le reti fisiche si sposano a quelle immateriali. 
“È un sistema di infrastrutture all’avanguardia – spiega Enrico Bagnasco, che di Sparkle è l’amministratore delegato - che rafforza il ruolo dell’Italia in generale, e di Genova in particolare, nella rete internet mondiale, creando un nuovo corridoio digitale fra l’Europa e i continenti africano e asiatico”.
In questo modo, le due sponde del Mediterraneo tornano ad essere collegate direttamente, sia pure da un cavo e il mare diventa Nostrum, nel vero senso della parola: “Tecnicamente - spiegano i responsabili del progetto - il cavo fa parte del progetto Blue Submarine Cable System, realizzato in partnership con Google e altri operatori con ulteriori estensioni nei continenti africano e asiatico”.
Insomma, siamo di fronte a un tassello di un progetto globale, con l’Italia e Genova al centro: “Blue è parte dell'impegno di Google ad investire nell'accelerazione della crescita di un'economia digitale in Italia e nel   Mediterraneo - spiega Jayne Stowell, uomo Google - abilitando nuove tecnologie per le aziende italiane”.
Ed essendoci di mezzo Genova, dove hanno dimostrato che un cronoprogramma non è necessariamente una parolaccia, nemmeno in Italia, c’è già un’agenda ben precisa: la posa è iniziata il 31 gennaio con la stesura della diramazione sarda, a Golfo Aranci, in provincia di Sassari o per chi preferisce le nuove province poi soppresse di Olbia-Tempio, insomma in Gallura, ed è proseguita il 9 febbraio con la posa del cavo a Pomezia, che insieme a Ostia è il mare di Roma. Spiegano i tecnici della Capitale che “grazie a BlueMed, Roma torna ad affacciarsi direttamente sulle direttrici di comunicazione intercontinentali a cento anni dalla posa del cavo Anzio - New York - Rio de Janeiro - Buenos Aires da parte di Italcable”. E, ca va sans dire, Italcable è il nonno di Sparkle, con un nome che ci ricorda la nostra gioventù, un po’ come quando la Telecom e poi Tim si chiamava Stipel e poi Sip.
Insomma, in questo giro d’Italia (e del mondo) della rete la tappa è quella di Genova, poi il cavo proseguirà verso sud attraversando il Tirreno fino a Palermo, da dove - connesso con diciotto cavi internazionali – continuerà attraverso lo Stretto di Messina e il Mediterraneo fino al Mar Rosso. Il primo tratto Genova-Golfo Aranci-Pomezia-Palermo sarà operativo già a partire da maggio, mentre a giugno 2023 verrà completata anche l’estensione verso la Corsica a Bastia.
“Il BlueMed – spiega il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - è un’infrastruttura fondamentale per proseguire e accelerare il percorso di crescita e di trasformazione digitale del nostro territorio dal punto di vista economico, sociale e culturale. Grazie alla vocazione di porta di accesso dell'Europa al Mediterraneo e al ruolo strategico di hub logistico, la Liguria è sempre stata snodo centrale per il traffico delle merci. Grazie al BlueMed lo diventerà anche del traffico Internet e dei dati che aiuteranno le imprese ad aumentare competitività e attrattività rispetto agli investimenti dall'estero, con benefici anche per i cittadini". 
E Marco Bucci, che vede sempre Genova capitale del mondo, stavolta ha anche un tassello in più per confermare la sua tesi e spiega: "La nostra città è ancora più connessa con il mondo e potrà ricoprire un ruolo centrale nello scenario italiano, europeo e mondiale. Questa iniziativa, tra l'altro, avrà anche una forte ricaduta occupazionale. A Marsiglia in dieci anni ci sono stati quindicimila nuovi posti di lavoro, pensiamo di poter fare altrettanto, e magari meglio”.
Il sistema è stato progettato per accogliere, oltre a Blue, anche altri sei altri nuovi cavi in modo sicuro e senza impatti per l’ambiente e la città, facendo diventare Genova il nuovo snodo per il traffico tra Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa e via preferenziale per i futuri sistemi sottomarini alla ricerca di un accesso diversificato sulla costa europea occidentale.
Che, in fondo, è quello che è sempre stata storicamente Genova.
E qui la storia finisce come era iniziata.