Indossare il proprio cuore sulla manica significa esporre le proprie emozioni, metterle a nudo cosicché tutti possano vederle.
Nel primo atto di Otello, Iago confida a Roderigo che non rivelerà mai i suoi pensieri più intimi perché ciò lo renderebbe vulnerabile ma, se serve per ingannare il suo padrone, “ I will wear my heart upon my sleeve for daws to peck at.”. L’espressione “heart on my sleeve” (il cuore sulla manica) ha origini medievali: quando un cavaliere prendeva parte a un torneo, era consuetudine dedicare la performance ad una particolare dama seduta tra gli spettatori che gli donava un oggetto personale, solitamente un drappo o un fazzoletto, che il cavaliere si legava al braccio. La canzone “Heart on my sleeve”, prodotta con le voci false dei cantanti Drake e The Weeknd, è frutto dell’Intelligenza Artificiale e di chi le ha dato il prompt, un utente che si fa chiamare “Ghostwriter”, produttore di tracce mediante l’intelligenza artificiale e l’impego di voci di artisti generate al computer.
La canzone, che aspirava al Grammy 2024, creata utilizzando le voci di due interviste rilasciate dai due artisti, è stata poi caricata sui portali diventando molto popolare. Prontamente la società discografica Universal, che detiene i diritti dei due cantanti, ha bloccato la diffusione della traccia ovunque. Si tratta di un “Napster moment”, un momento cruciale in cui l’industria musicale discografica deve regolamentare un movimento già avanzato. E’ dunque preoccupazione diffusa, come nel mondo del cinema così in quello musicale, che la mancanza di una regolamentazione dell’IA possa comportare un uso indiscriminato della tecnologia sostituendo gli artisti. Nonostante alcuni di loro, come David Guetta, DJ e produttore discografico francese, si professino favorevoli all’utilizzo dell’IA che presto diventerà uno strumento come lo sono vocoder e auto-tune, è innegabile una tendenza poco controllabile dei servizi di streaming e dei social che prediligono la musica come contenuto per un feed o per un trend piuttosto che per creare una canzone, favorendo la produzione musicale attraverso metodi non tradizionali.
Nel caso della canzone dal titolo shakespeariano si è posto il problema dell’idoneità al Grammy Award 2024. Il CEO di Recording Academy, Harvey Mason Jr., ha dichiarato che, sebbene sia stata scritta da un essere umano, le voci non sono state ottenute con il consenso degli artisti, oltre ad essere priva di etichetta discografica e non commerciabile. Di diverso avviso il produttore Ghostwriter secondo il quale, pur non essendo idonea al Grammy la performance perché impiega voci di artisti che non ne hanno autorizzato l’utilizzo, il testo e la linea lirica lo sono. Secondo l’Academy “la componente di autorialità umana dell’opera presentata deve essere significativa e più che minima(…), rilevante per la categoria in cui l’opera è iscritta”. L’opera dunque deve avere una componente di rilievo di authorship umana per quanto riguarda la musica, il testo o la performance.
Nel caso di “Heart on my sleeve”, tuttavia, nonostante i Grammy desiderino onorare la musica creata con elementi dell’intelligenza artificiale, si è reputato che la canzone dovesse essere realizzata anche da esseri umani con un ruolo più ampio anche nella creazione della traccia. Peccato che il testo della discussa canzone, non paragonabile alla grandezza shakespeariana, è comunque coinvolgente proprio perché scritto con il “cuore (umano) su una manica”.