11 settembre 2023
Il cambiamento digitale è sotto gli occhi di tutti: esso modifica il modo di pensare, decidere, agire, e persino votare.
Ciò preoccupa fortemente le istituzioni UE che, attraverso numerose opere riformatrici, stanno cercando, da un lato, di limitare gli effetti negativi, e dall’altro implementare gli aspetti positivi dell’introduzione e utilizzo delle AI.
In particolare, con la Risoluzione del Parlamento UE sulle “ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione” nonché l’opinione n. 33 in tema di “Democracy in the Digital Age” della European Group on Ethics in Science and New Technologies (EGE), l’UE ha evidenziato i problemi focali nonché le possibili soluzioni alle stesse.
Le intelligenze artificiali e il cyberspazio incentivano e sviluppano problemi quali la manipolazione dei cittadini senza l'alfabetizzazione mediatica o istruzione, la riduzione fino quasi all’annullamento della privacy degli stessi, la detenzione di dati sensibili da parte delle aziende hi-tech, nonché le ingerenze straniere per mezzo di piattaforme online e il finanziamento occulto di attività̀ politiche da parte di donatori stranieri.
Davanti a tale contesto l’Unione europea propone tre azioni di contrasto:
- In primo luogo, è necessario una regolazione della materia, con proposte come l’AI Act;
- In secondo luogo, è necessario riconsiderare le modalità di protezione dei valori etici alla base delle democrazie, tra cui l'autonomia, la giustizia, la solidarietà, l'uguaglianza e la non discriminazione; visto che “in the digital era effective privacy protection needs to go beyond the protections set up in the paper age. It is no longer enough to ensure that individuals are asked for their consent before their data is used. ‘Consenting’ to data use has become a precondition for obtaining access to essential services, such as communication and news platforms, and sometimes even healthcare” (pag. 16, opinion n. 33 of EGE)
- In terzo luogo, è necessario riprendere il controllo sulle funzioni pubbliche fondamentali e sulla fornitura di beni pubblici che, sempre più spesso, sono lasciati, in tutto o in parte, a istituti privati; tale fattispecie compromette l’autonomia e l'autodeterminazione di singoli individui e di intere popolazioni.
In tal senso, la Commissione nel 2021 ha adottato un pacchetto di misure per rafforzare la democrazia e proteggere l'integrità delle elezioni(si guardi l'European Media Freedom Act), nonché la legge sulla cybersicurezza (regolamento (UE) 2019/881), la Direttiva sul Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche (Direttiva (UE) 2018/1972), la legge sui servizi digitali (regolamento (UE) 2022/2065, DSA), la legge sui mercati digitali (regolamento (UE) 2022/1925), la legge sulla governance dei dati (regolamento (UE) 2022/868, DGA) e le sue concretizzazioni settoriali, tra l'altro, nel settore sanitario attraverso il progetto di regolamento europeo sullo spazio dei dati sanitari (COM/2022/197 final).
Si prevede che nel prossimo futuro saranno presentate ulteriori normative, tra cui la proposta di regolamento sulla vita privata e le comunicazioni elettroniche (COM/2017/010 final - 2017/03), la revisione della direttiva ePrivacy e il Cyber Resilience Act (COM(2022) 454 final).
In sintesi, l’UE sta preparando una strategia coordinata, composta da iniziative legislative mirate a migliorare la protezione dei diritti fondamentali in relazione alle pratiche digitali. L'obiettivo è inibire le violazioni dei diritti degli interessati prevenendo le pratiche manipolative e di sfruttamento associate alle tecnologie digitali e all’uso improprio delle stesse.
Di seguito troverete la Risoluzione del Parlamento UE sulle “ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione” e l’Opinione n. 33 in tema di “Democracy in the digital Age” della European Group on Ethics in Science and New Technologies (EGE).