21 giugno 2021
Si è concluso nelle prime cinque caserme il corso di alfabetizzazione digitale rivolto a ultrasessantenni residenti in centri sotto gli 8.000 abitanti, frutto dell’accordo fra Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, Leonardo e il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. L’iniziativa, che mira a ridurre il digital divide anagrafico nel nostro Paese, ha coinvolto 72 cittadini di piccoli borghi simbolo dell’Italia delle “cento città”, come la definiva Carlo Cattaneo, l’Italia dell’immensa provincia con le sue infinite sfaccettature, le sue tante anime e i suoi tanti paesaggi, fisici e umani.
Le esperienze di alcuni dei colleghi Leonardo che hanno vestito i panni degli insegnanti sono testimonianze che ci restituiscono tratti del nostro Paese e della sua variegata realtà, della vitalità delle sue comunità locali e della loro grande ricchezza, culturale e umana, incarnata soprattutto dagli anziani. I racconti di Massimo, Menuccia Alessia e Michele, tre dei nove colleghi della funzione IT che hanno svolto il ruolo di docenti in aula per il progetto “Diventare cittadino digitale”, ci trasmettono un’esperienza autentica, ricca di spunti interessanti non solo dal punto di vista professionale.
Lazise (VR), San Marco Argentano (CS), Vico del Gargano (FG): i tre comuni pilota in cui sono rispettivamente impegnati Massimo Clerici, Menuccia Alessia Ferraro e Michele Monaco hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa, sostenuta con grande disponibilità anche dai Carabinieri delle Stazioni locali che hanno ospitato i corsi. Come reporter inviati sul “campo”, i nostri tre colleghi – in rappresentanza dell’intero team di formatori Leonardo – ci raccontano significato ed emozioni di questa docenza particolare.
Massimo Clerici, da Lazise
Mettermi in gioco in quest’“avventura”, oltre a consentirmi di trasferire competenze e soprattutto abilità, mi ha permesso di approfondire argomenti che, apparentemente elementari, sottendono in realtà concetti complessi. Dal confronto con i nostri “allievi” ho percepito quanto siano importanti la semplicità e l’uniformità di accesso ai servizi on line, e quanto sia per loro motivo d’entusiasmo saper usare le tecnologie anche per coltivare interessi o relazioni sociali. I nostri corsi sono stati dunque accolti con molto favore. Addirittura una coppia di coniugi, pur di non mancare alle lezioni, si è presentata con il nipote di 11 anni lasciatole in affidamento dai genitori. Da vero “nativo digitale”, il ragazzino si è poi prodigato per aiutare i nonni ed è stato così integrato nella classe.
Menuccia Alessia Ferraro, da San Marco Argentano
Ritengo che l’impegno in questo progetto sia per me un’esperienza molto formativa, soprattutto dal punto di vista umano, perché mi ha permesso di conoscere diverse persone, esperte in vari campi (agricoltura, letteratura, cucina, ecc.); tutte, inoltre, sempre disposte a farsi guidare e coinvolgere con grande umiltà. La voglia di apprendere che questi anziani dimostrano, insieme al rapporto amichevole che si è instaurato, è il principale elemento che ha consentito di superare i piccoli ostacoli incontrati durante il corso. Nonostante un certo timore per l’e-commerce, abbiamo inoltre riscontrato il desiderio d’imparare a fare acquisti on line, magari per regalare qualcosa ai propri nipoti.
Michele Monaco, da Vico del Gargano
Constatare i risultati concreti del nostro lavoro e la soddisfazione degli “alunni” nel riuscire a fare ciò che inizialmente neanche immaginavano è un’esperienza davvero appagante. Tutti hanno apprezzato la nostra competenza e si è creata sin da subito un’atmosfera familiare: dopo le prime giornate, riconoscendoci per le vie del paese, qualcuno ci ha perfino invitato in casa propria per farci assaggiare i prodotti tipici di Vico e presentarci ai parenti. Le lezioni, talvolta condite da battute in dialetto, sono spesso divertenti: in due classi diverse, ad esempio, abbiamo una suocera e una nuora, entrambe simpaticissime, che si confrontano in una gara a distanza sui temi del corso (“Sicuramente questo mia suocera non l’ha fatto!”, “Se c’è arrivata mia nuora, devo arrivarci anch’io!”). In generale è un po’ come insegnare ai nostri genitori o ai nostri nonni, e non nascondo che a volte, ripensandoci, provo anche un pizzico di commozione.