I vulcani e la sopravvivenza dell’“odorosa ginestra”

27 gennaio 2022

Il vulcanismo è l'insieme delle numerose manifestazioni dell'attività vulcanica in cui la Terra trasferisce all'esterno il calore e il materiale fluido, o magma, in essa presenti. È un fenomeno presente non soltanto sul nostro pianeta: su Marte troviamo il Mons Olympus e su Giove l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ha scoperto il vulcano Io, protagonista di un'intensa attività di eruzione di zolfo. Il manifestarsi dell'attività vulcanica sulla superficie terrestre è legato alle condizioni di temperatura che, quando aumenta, comporta uno spostamento verso l’alto del materiale fuso in quanto di minore densità rispetto al materiale circostante. I fenomeni vulcanici non si esauriscono, però, con l'emissione di magma da parte dei vulcani (vulcanismo primario), ma comprendono emissioni di gas o vapori e di acque calde (vulcanismo secondario che, in genere, caratterizza le fasi finali dell'attività di un vulcano). I prodotti delle eruzioni vulcaniche modificano il paesaggio, possono creare e distruggere il territorio, propagano gas e particelle sia nell’atmosfera che negli oceani, influenzando l’andamento della vita sul nostro pianeta. Lo scorso 15 gennaio il vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, sito nel Regno di Tonga, è esploso con violenza inaudita, destando allarme nelle vicine isole Samoa e Fiji, sprigionando un'energia paragonabile a quella di cinquecento bombe nucleari di Hiroshima. L’evento ha cancellato l'omonima isola vulcanica generando tsunami e onde gravitazionali atmosferiche rilevate sin nella ionosfera (fascia compresa tra i 60 Km di distanza dalla crosta terrestre e i 450 km).


Il satellite Terra della NASA il 29 dicembre 2014 mostra un pennacchio bianco che si innalza sul vulcano sottomarino Hunga Ha'apai, vicino a Hunga Tonga nel Pacifico meridionale. L'acqua scolorita suggerisce un rilascio sottomarino di gas e roccia a causa dell'eruzione.

Fenomeni forse meno eclatanti, ma che hanno comunque attivato un più attento monitoraggio, si sono verificati anche nel nostro Paese. Dal mese di ottobre 2021 sull’isola di Vulcano, nell’arcipelago delle Eolie, è allerta «gialla» per l’attività del vulcano che conferisce il nome all’isola. Secondo i vulcanologi dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) di Catania, durante l’estate sono state rilevate variazioni di alcuni segnali geofisici e geochimici. La temperatura dei gas emessi sull’orlo craterico è aumentata insieme alle emissioni di anidride carbonica e di anidride solforosa. Oggetto di monitoraggio da parte dei vulcanologi italiani sono oggi anche i vulcani napoletani come il Vesuvio, in quiescenza dal 1944, i Campi Flegrei, un’area di natura vulcanica a nord-ovest di Napoli, con circa ventiquattro crateri ed edifici vulcanici, l’isola di Ischia, di cui il Monte Epomeo è la parte emersa di un vulcano sottomarino. Da non sottovalutare i vulcani sommersi del mar Tirreno come il Marsili, che, secondo Carlo Doglioni, Presidente dell’Ingv, è un vulcano di notevoli dimensioni, ma la cui attività non può essere controllata appieno in mancanza di un sistema di monitoraggio sottomarino. E’ inoltre sempre attiva la sorveglianza vulcanologica sugli altri otto crateri sotto il livello del mare: il Vavilov, localizzato a 160 chilometri dal Golfo di Napoli e considerato spento oltre a Sisifo, Enarete ed Eolo, non lontani dalle Isole Eolie. Ma è il Palinuro a destare maggiore preoccupazione, essendo attivo e pericoloso per la vicina costa.

Vista del Vesuvio, uno dei vulcani più studiati al mondo

Ma i fenomeni vulcanici quanto influiscono sul clima e sull’ambiente circostante? La cenere vulcanica tende a rimanere in aria per mesi o addirittura per anni dopo una grave eruzione con particelle simili alla pietra pomice che fluttuano liberando zolfo nell’atmosfera terrestre. In presenza di tali polveri la luce del sole raggiunge la terra con maggiore difficoltà perché le particelle di anidride solforosa interagiscono con quelle di cenere che galleggiano in aria, creando un aerosol che disperde attorno al globo una sorta di nebbia, provocando una diminuzione della temperatura del globo, senza tuttavia contribuire a ridurre il riscaldamento globale. Per quanto riguarda il mondo sommerso, infine, la conseguenza naturale del rilascio di CO2 in ambiente acquatico è l’abbassamento dei valori di pH, che non solo induce significative alterazioni chimico-fisiche, ma ha anche importanti ripercussioni sulla componente biologica che popola questi ambienti, condizionando l’esistenza delle specie marine. La potenza dell’attività vulcanica affascinò anche Leopardi che, nella descrizione del paesaggio apocalittico “del formidabil monte sterminator Vesevo(…)dall'utero tonante”, lasciava tuttavia una speranza di sopravvivenza all’”odorata ginestra” che “tuoi cespi solitari intorno spargi, contenta dei deserti”.