04.11.2021 Giovanni Vasso

Il ritorno delle “Ali di Gabbiano”, la Bellezza delle macchine e dell’elettronica 

Cade il velo, appare diafana eppure potente. Come un canto di Hölderlin, agevola il lavoro a Mefistofele. 

Tanti, alcuni incontentabili quasi quanto il dottor Faust, vedendola, impallidiscono implorando l’attimo: “Fermati, sei bello”. Arriva la nuova Mercedes SL che punta, senza mezzi termini, a riportare nel mondo dei motori la Bellezza, che ancora spalanca occhi e cuore degli appassionati, del mito assoluto di casa: la grandiosa SL 300.

Nel 1952, la Stella a Tre Punte tornava a splendere al mondo con il suo raggio forse più bello di sempre: la SL 300 “Ali di Gabbiano”. Tra un anno, ne saranno passati settanta da quando la Mercedes mostrò al mondo che la potenza della poesia è nell’ordinare la materia in armonia. E, dunque, si manifesta (anche) nel trasformare la materia bruta, ferro, acciaio, vetro e pelle in un capolavoro così ineffabile che a definirlo epifania di bellezza non gli si rende ancora l’omaggio che meriterebbe.

Nacque berlinetta da corsa, divenne un’icona roadster sulle assolate strade americane. Fondò un mito e una classe, a parte, di automobili. Sport Leicht, sportive e leggere. Tante ne seguiranno, nessuna l’uguagliò mai. Ma alcune, come la splendida “Pagoda”, pure ci andarono vicinissimo. Le sue forme belle, curve, eternamente giovani furono quelle di Sophia Loren. Da quell’auto emanava l’austerità potente e creatrice di Herbert von Karajan, il carisma di Clark Gable, la seduzione di Zsa Zsa Gabor. Tutti la volevano, qualcuno la ebbe. Chi ce l’ha se la tiene stretta, geloso la tiene nascosta più che può dal mondo profano che tutto arde, banalizza e consuma.

Tanto bella e quasi fragile nel suo innalzarsi al cielo, trionfò alle corse. E fu subito clamore. Alla Mille Miglia arrivò seconda, trionfò quasi inaspettatamente a Le Mans; al Nurburgring si prese tutto il podio e fece il vuoto dietro di sé; conquistò l’alloro leggendario alla Correra Panamericana in Messico. Corsa tanto difficile e impossibile, la sfida più dura all’epoca dei piloti cavallereschi. Si correva tra i dirupi, fino a tremila metri d’altitudine, su strade che a definirle tali si rischia di passare per bugiardi. Per dirla con una bestemmia pop: la Carrera Panamericana fu una sorta di spietatissima Squid Game motoristica. La Mercedes la preparò in Austria, sulle vette del Glossglockner. E la 300 SL la vinse dimostrando che la poesia è quanto di più solido e affidabile esista.

A distanza di settant’anni dalla nascita di quel mito, Mercedes ci riprova. Non manca all’anniversario fondativo per la casa e, sicuramente, per l’auto moderna. È stato annunciato il nuovo modello della classe Sport Leicht. La forma, in questo caso, è sostanza: gli anni sono passati, eppure la nuova SL si ispira direttamente alle forme antiche. Non ci saranno le Flügentüren, le “porte volanti”. Paganini non ripete, non lo fa neanche Mercedes-AMG. La nuova SL però s’è scelta per modello un’icona che anche solo a evocarla si rischia l’infarto, persino tra Stoccarda e Affalterbach, dove pure sono abituati ad aver a che fare con la storia: la serie roadster, prodotta in 1858 esemplari tra il 1957 e il 1963.

Lo si nota già dal volto, o per i più materiali “dal muso”, dell’auto. La nuova SL si presenta, nella mascherina del radiatore, con le 14 lamelle verticali che fanno corte allo stemma della Stella a Tre Punte. Proprio come la 300 SL. La macchina è snella e armoniosa. Sinuosa ed elegante, con i fianchi che si stringono nella coda che par lasciare scia di sé. Nel gergo più tecnico si direbbe “filante”. Pare costruita proprio per impreziosire i più bei tramonti dell’orbe terracqueo. Proprio come la sua antica “antenata”. Modellata nell’antro ultramoderno della galleria del vento, ha un Cx di appena 0,31. Numero che, traducendo dalla cabala dei tecnici dell’aerodinamica, ne fa una freccia incollata all’asfalto.

Sport. Anzi, sportivissima: si potrà scegliere tra due V8 biturbo da quattro litri, l’uno da 476 (350 Kw) e l’altro da 585 cavalli (430 Kw). Quest’ultimo, il SL 63 4Matic+ – l’unica motorizzazione che sarà disponibile ai clienti italiani - sviluppa 800 Nm di coppia massima, consentendo all’auto di andare da 0 a 100 km/h, in 3,6 secondi e di raggiungere la velocità massima di 315 km/h. L’altro motore, SL 55 4Matic+, si “limita” a 700 Nm di coppia, raggiunge i 295 km/h e va da 0 a 100 in 3,9 secondi. Il propulsore è dotato di un cambio automatico 9G speedshift MTC AMG che è stato elaborato da quelli utilizzati per le competizioni sportive.

L’auto è a trazione integrale e monta tutti gli ultimi ritrovati della tecnologia AMG. Con una novità (tra le altre) finora inedita: l’asse posteriore sterzante in senso opposto a quello dell’asse anteriore, fino a 100 km/h, per accompagnare la traiettoria della vettura e stabilizzarne l’andatura. Si dovrà attendere ancora per capire se (ed eventualmente quale) sarà allestita una versione elettrica dell’auto.

Leicht. Leggera, eccome: la nuova Mercedes SL si regge sul telaio “space frame” in alluminio e una scocca da appena 270 kg circa, su cui si innestano pannelli in metalli nobili. E niente tetto: solo capote, in tela. Per un risparmio di peso valutato in più di venti chilogrammi. Risolvendo – almeno per questo modello che conferma di puntare decisissimo sul “format” 2+2 – l’annoso dilemma che affligge gli aficionados della Stella a tre punte: che auto è, la SL? La Mercedes SL che uscirà nell’anno del 70esimo compleanno della classe è una roadster con la capote in tela, che si può aprire e chiudere a piacimento (fino ai sessanta chilometri orari in marcia) attivando un comando elettrico. Non c’è altra scelta. E Mercedes non ammette (almeno finora) alcun compromesso su questo punto.

Se l’antica SL 300 è stata una sinfonia di meccanica, la nuova Mercedes SL, figlia dei suoi tempi, si annuncia come un trionfo di elettronica. Fin dalla “scomparsa” dei pulsanti (almeno nell’area centrale dell’abitacolo), per lasciare spazio a un dispositivo touch-screen come ormai d’obbligo sulle super-car. Ma la strumentazione, oltreché virtuale, sarà in 3D con l’applicazione del sistema di infotainment MBUX. Che in modalità “Race” promette telemetrie e immagini in “realtà aumentata”. E, subito dopo il giro lanciato in pista, il sistema potrà – compulsando l’assistente vocale – consigliare dove mangiare il miglior panino nei paraggi e dove trovare il parcheggio più vicino.

Dal posto di guida, si potranno impostare fino a ben sei programmi di marcia per il motore: Slippery, Comfort, Sport, Sport+, Individual e ovviamente Race

Gli alettoni potranno assumere cinque posizioni differenti, a seconda della velocità, per garantire stabilità all’autovettura. Comfort e attenzione spasmodica che si traducono con la consueta cura per i minimi dettagli.

La “vecchia” 300 SL fu, dai paciosi americani che non amavano correre, criticata perché “troppo spartana”. La “nuova” SL invece si presenta con un sistema di bocchette d’aria calda tra poggiatesta e abitacolo che promette di avvolgere “come una sciarpa” calda e premurosa il pilota. Si chiama “Air Scarf”. Altri tempi, altre storie. Quelle già scritte brillano intangibili nel cielo dell’auto, quelle da scrivere rombano.

La sfida che AMG assume sulle sue spalle non è “solo” quella di presentare al mercato la nuova versione della Mercedes SL. Per giunta in un anno così importante per la storia della classe. Non può essere solo citazione da sfruttare per questioni di marketing. Perché, ciò, sarebbe offesa al mito stesso di una vettura che ha imposto al mondo canoni di bellezza, eleganza e potenza. Ed è stato per questo se la nuova arrivata rappresenta un progetto che, assicurano, è totalmente nuovo. Nato da un foglio bianco, un’ispirazione potente e antica, tanto lavoro.

Uno sforzo del genere serve a vincere la sfida autentica di cui non solo Mercedes deve occuparsi. Che è molto più importante e ambiziosa: è quella di creare nuovi miti senza dimenticare che l’automobile deve sedurre e farsi amare, non solo e non tanto per la sua opulenza ma per le emozioni che saprà restituire a chi la guida, la incrocia, la cerca e la ricerca, per le strade d’asfalto e quelle digitali. Se la nuova SL sarà stata in grado di vincere la sfida dei motori di oggi, potrà dirlo soltanto il tempo.