07 maggio 2020
Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, ha già manifestato in un intervento in Aula il suo apprezzamento per la ricetta post pandemia proposta da Luciano Violante, presidente di Fondazione Leonardo. Ovvero: fiducia dei cittadini nei confronti del governo, e fiducia del governo nei confronti dei cittadini.
“Ho trovato interessante - spiega il senatore - la visione di Luciano Violante relativa al tema della ripresa economica e della ricostruzione post pandemia. Mi sono ritrovato nell’idea che lo Stato sembri guardare con sospetto chi fa impresa. La ricostruzione cammina sulle gambe degli imprenditori e anche noi della Lega siamo convinti che sia necessaria maggiore fiducia affinché il nostro Paese si riprenda, possa ricominciare a correre e riconquistare così l’importanza che ha sempre avuto e che merita. Dobbiamo per questo affidarci al genio e all’estro dell’essere italiani, al fianco di chi ha idee e di chiunque sappia metterle in pratica e rischiare”.
Come si traduce in pratica questa idea di ripartenza?
“Con una fiducia da parte delle istituzioni nei confronti di chi fa impresa. Non è il momento di complicare con la burocrazia: è piuttosto il momento di abbassare le tasse e cambiare il sistema normativo in modo da eliminare gli ostacoli per chi può fare impresa. La pubblica amministrazione deve semplificare, indicare delle strade - ovviamente lecite, non serve sottolinearlo - per andar più veloci, non per rallentare. Il primo passo dovrebbe essere poter andare in deroga al codice degli appalti, seguendo direttive europee, ma fare anche delle leggi semplici e limpide, un testo unico per le imprese, che l’imprenditore debba rispettare, senza perdersi in mille autorizzazioni preventive. Naturalmente sì sono necessarie le verifiche ma la sfiducia e il sospetto non possono essere la condizione di base. È una questione di approccio culturale: lo Stato dà delle regole di base, e si fida che l’imprenditore le rispetterà. La domanda è: l’Italia è pronta per questo salto culturale? Io penso che la politica possa trovare delle mediazioni. Molti imprenditori ci segnalano che è inutile erogare dei prestiti se poi manca il mercato. Per restituire tranquillità occorre introdurre una flat tax, concedere agli imprenditori un rinvio della tassazione, che dà respiro nel breve e ripaga nel lungo periodo. Anziché limitarsi agli incentivi e ai prestiti, una parte dei 55 miliardi previsti per la ripartenza potrebbe essere investita in questo tipo di attestazione di fiducia”.