L’intelligenza non è artificiale

19 gennaio 2023

Di Vincenzo Pisani

“Dai sistemi di difesa all’agricoltura di precisione, dall’esplorazione del cosmo alla gestione delle smart city, l’Intelligenza Artificiale è un esaltatore di capacità ed è alla base delle tecnologie della quarta rivoluzione industriale che - con la digitalizzazione - stanno rivoluzionando tutte le branche del sapere e trasformando la manifattura all’insegna di un nuovo paradigma produttivo. Non è dunque un caso se l’I.A. rappresenti oggi il fronte più caldo della competizione internazionale”.  


Le parole di Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo, sintetizzano il cuore del dibattito che si è sviluppato in occasione della presentazione online dell’ultimo numero di Limes, “L’intelligenza non è artificiale”, moderato dal direttore della rivista italiana di geopolitica, Lucio Caracciolo, e animato anche dagli interventi dei due consiglieri scientifici di Limes: Alessandro Aresu e Marcello Spagnulo.
Il confronto ha evidenziato in particolare la corsa al primato tecnologico ingaggiata dalle due superpotenze, Cina e Stati Uniti, inseguite, in ordine sparso, da altri attori dello scacchiere internazionale: Paesi europei, Israele, India, Corea del Sud, Singapore, Taiwan, Giappone e Australia. Un agone giocato soprattutto sul campo della produzione di software e hardware sempre più performanti e nella conquista del dominio spaziale, che rappresenta la chiave di volta della trasformazione digitale. L’impatto sul settore spaziale dell’IA sta aprendo a nuove soluzioni capaci di migliorare la qualità e la sostenibilità della vita sulla terra. Dai satelliti che scandagliano il Pianeta, estraiamo infatti ogni giorno dati da ridistribuire a terra, dove vengono elaborati e analizzati per diventare un bacino di informazione fondamentale per decision maker pubblici e privati che operano in settori cruciali, come la sicurezza e la protezione di territori e cittadini. L’osservazione della Terra è infatti sempre più essenziale per il monitoraggio e la messa in sicurezza delle infrastrutture critiche, dai ponti alle autostrade passando per le reti idriche e energetiche. L’elaborazione dei dati satellitari attraverso l’IA consente di identificare precocemente e con una accuratezza di pochi millimetri le deformazioni degli asset e il rilevamento dei cambiamenti nelle aree critiche.
Basti pensare alla tecnologia iperspettrale del satellite PRISMA (PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa) dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che, grazie a uno strumento elettro-ottico made in Italy di nuova concezione, realizzato da Leonardo, scansiona la Terra con circa 200 immagini per acquisizione e le scompone in centinaia di bande di colore per avere un’impronta digitale delle sostanze che compongono la superficie osservata (composizione chimico-fisica di aria, terra e acqua), individuando il minimo segnale di fragilità e fornendo dati preziosi per lo studio dell’ambiente, dei cambiamenti climatici, dei rischi idrogeologici o del consumo di suolo.

Fonte: limesonline


D’altro canto, l’elaborazione e l’analisi dei dati richiede grandi capacità di calcolo. In quest’ambito, ha sottolineato Alessandro Profumo, il davinci-1 rappresenta la “fabbrica dell’intelligenza artificiale” di Leonardo: è progettato per unire le capacità di cloud e supercalcolo per compiere fino a 5 milioni di miliardi di operazioni al secondo. È grazie a questa tecnologia che Leonardo ha realizzato, ad esempio, la simulazione più dettagliata al mondo del flusso aerodinamico attorno ad una fusoliera d’elicottero, che ci permetterà di migliorare i futuri elicotteri.
Come evidenziato da Lucio Caracciolo, l’IA ha un impatto trasversale anche e soprattutto sul mondo dell’Aerospazio, della Difesa e della Sicurezza. Se gli scenari operativi del prossimo futuro saranno caratterizzati da nuove minacce ibride, l’attualità già testimonia il ruolo indispensabile delle nuove tecnologie. L’IA, per citare un solo esempio, è fondamentale anche per la progettazione dei droni, che, come dimostra, giocano un ruolo sempre più decisivo nel corso del conflitto in Ucraina. 
La capacità di sviluppare tutte le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale in ambito civile e militare diviene dunque la cartina da sole del peso geopolitico e geostrategico delle grandi potenze. Se Cina e Stati Uniti aprono le fila nella competizione per la conquista al primato tecnologico, l’Europa – hanno concordato tutti i partecipanti al dibattito – non può restare indietro. Se guardiamo ad esempio al tema dei dati satellitari, nel 2022, ha ricordato Marcello Spagnulo, Washington e Pechino hanno operato ciascuno circa settanta lanci spaziali, contro i cinque del Vecchio Continente. Nel 2023 gli Stati Uniti ne hanno già programmati cento. Per colmare questo gap, secondo Alessandro Profumo, i Paesi europei non hanno altra scelta che cooperare a livello industriale, politico e istituzionale, mettendo a fattor comune risorse economiche, capacità tecnologiche e competenze. E proprio sul fronte delle competenze, ha suggerito Alessandro Aresu, l’attrazione dei talenti – un tempo primato statunitense – sta diventando un territorio sempre più incalzato da Pechino, determinata a dotare le proprie aziende e i propri laboratori delle migliori menti nel campo delle tecnologie disruptive. Uno scenario che, in ultima analisi, dimostra come l’investimento nello sviluppo dell’I.A. non possa prescindere dall’altrettanto urgente e necessario impegno di Governi e Istituzioni nella promozione e valorizzazione di chi saprà poi progettarne, realizzarne e gestirne le varie applicazioni. In altre parole, l’Intelligenza non è artificiale. 

Webinar LIMES/Repubblica TV per presentazione numero della rivista gennaio 2023