Gli Istituti tecnici superiori si preparano al piano "Impresa 4.0"

13 luglio 2022

Di Giuseppe Leone

Lo sviluppo dei sistemi digitali è sempre più impetuoso e spesso sia la formazione scolastica e universitaria, sia il mondo del lavoro stentano a seguirne il passo. E un ruolo importante e di collegamento tra gli anni dell’apprendimento e dell’applicazione delle nuove tecnologie dovrà essere svolto dal “Sistema terziario di istruzione tecnologica” che è stato approvato definitivamente il 12 luglio dalla Camera. Il provvedimento interviene sul segmento formativo terziario post-diploma, di durata biennale e, in qualche caso, anche triennale e punta ad accrescere le specializzazioni tecniche da assicurare in sinergia con il mondo imprenditoriale ed il sistema universitario.
Secondo i dati più recenti, questo segmento comprende 121 istituti con 833 corsi attivi, oltre 21 mila studenti e 3.100 partner coinvolti nell’iniziativa, Si tratta di un’offerta formativa ancora piuttosto circoscritta, sebbene in crescita, che offre significative offerte di lavoro, Infatti, come si evince dal “Rapporto sull’attività di monitoraggio nazionale 2022”, un’indagine svolta dall’INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa), circa l’80% dei diplomati ha conseguito un lavoro entro un anno dal conseguimento del diploma e, tra questi, il 91 per cento ha trovato un’occupazione coerente con il percorso di studi seguito.


Da rilevare che la riforma degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) figura tra gli impegni contemplati nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). In particolare, si vogliono raggiungere alcuni obiettivi importanti quali: 1) il rafforzamento del modello organizzativo e didattico tramite l’integrazione dell’offerta formativa; 2) l’introduzione di premialità; 3) l’ampliamento dei percorsi per lo sviluppo di competenze tecnologiche abilitanti necessarie per realizzare il piano “Impresa 4.0”; 4) il consolidamento degli ITS nel sistema ordinamentale dell’istruzione terziaria per promuovere la professionalità degli studenti, rafforzandone la presenza attiva nel tessuto imprenditoriale dei singoli territori; 5) l’integrazione dei percorsi ITS con il sistema universitario delle lauree professionalizzanti; 6) un rafforzamento del coordinamento fra le scuole professionali, gli ITS e le imprese.


Il provvedimento prevede uno stanziamento di risorse di un miliardo e mezzo di euro per lo sviluppo del sistema, con l’obiettivo di raddoppiare il numero degli attuali iscritti entro il 2026. Per raggiungerlo sono previsti i seguenti interventi: 1) l’incremento del numero di ITS;  2) il potenziamento dei laboratori con tecnologie 4.0; 3) la formazione dei docenti per metterli in grado di adattare i programmi formativi ai fabbisogni delle aziende locali; 4) lo sviluppo della piattaforma digitale nazionale per le offerte di lavoro rivolte agli studenti in possesso di qualifiche professionali.      
Fra le novità introdotte dalla normativa al quadro attuale si evidenziano: 1) la modifica della denominazione degli Istituti Tecnici Superiori in Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy); 2) l’introduzione di nuove aree tecnologiche; 3) la suddivisione dei percorsi ITS in due livelli a seconda del quadro europeo delle qualifiche  (European Qualification Framework), ovvero quelli di quinto livello EQF di durata biennale e quelli di sesto livello EQF di durata triennale; 4) il rafforzamento dei raccordi tra gli ITS Academy ed il sistema universitario; 5) il rafforzamento delle sinergie con le imprese, fra l’altro mediante l’incremento delle ore di tirocinio e la previsione che l’attività formativa sia svolta almeno per il 60% del monte ore da docenti provenienti dal mondo del lavoro.