La domanda è: chi deciderà quando tutto questo sarà possibile?

Di Peppino Caldarola

Una guerra epidemiologica quando termina?

03 luglio 2020

Se il Covid-19 fosse una persona non potrebbe lamentarsi di me. L’ho preso sul serio. Mi sono spaventato, chiuso in casa, munito di lavaggi vari, ho centinaia di mascherine di ogni tipo, forma e colore, conosco tutti i medicinali che gli ospedali hanno messo in prova, seguo, come una partita del Milan (sorry dr.Profumo), la corsa verso il vaccino e vedo che i cinesi hanno già iniziato a vaccinare il loro esercito “rosso”.

Insomma sono nel presente Covid. Disciplinatamente. Mi ricordo il pre-Covid. Non riesco a capire quando sarà e come sarà il post- Covid. Molti esperti dicono che non ci sarà mai e, per non farsi mancare niente, già preannunciano una nuova pandemia (da dove viene? Dalla Cina, of course) portata dai maiali.

Insomma non assisteremo mai a quella scena da tanti sognata, da me in modo particolare, di un Covid-19 che, lealmente, sentendosi circondato da virologi e “brunivespi”, esce da un corpo qualsiasi con la bandiera bianca e grida: “Mi arrendo”. Quindi saluta e centro campo e va nello spogliatoio a farsi liquefare in una doccia dopo aver bevuto con Fabio Caressa il classico the caldo post partita.

Invece ci stanno dicendo che dal Covid non libereremo mai. Sarà sempre lì, accanto a noi, “buongiorno-buonasera”, a farci le cerimonie e odiarci come una coppia esaurita dopo anni di matrimonio e di dispetti coniugali.

La forza del Covid è che nessuno è in grado di dire: ragazzi, è finita, è stata una bella lotta, ce le ha date di santa ragione ma adesso le sta prendendo.

Ci sono invece due scuole di pensiero: per una il Covid si è nascosto, ci osserva inosservato e appena ci vedrà distratti zac ci si butterà al collo. L’altra scuola di pensiero lo tratta come un vecchio arnese infiacchito dall’arroganza, una cinesata senza curry.

In mezzo ci siamo noi che vorremmo una vita normale senza disprezzare quelle anormali consegnate al normale mondo dei vizi preziosi (di ogni tipo… e ci siamo capiti).

Vorremmo veder celebrare i matrimoni, stanno fallendo tanti produttori di fiori in assenza di sposi, lasciar spendere le ore in piazza ai nostri ragazzi e ragazze con le loro birrette, vorremmo dare un abbraccio a un amico o un’amica cara. Smack-smack.

La domanda è: chi deciderà quando tutto questo sarà possibile? Una guerra finisce quando uno si arrende, e l’altro gli dà le sanzioni. Una guerra epidemiologica quando termina? Io penso che termina quando si muore molto meno e finisce del tutto quando i cittadini, e non solo l’Esercito di Mao, si potranno vaccinare.

Temo poi l’horror vacui di tanti colleghi giornalisti, di tanti virologi: oddio, senza il Covid cosa faccio? Ho qualche suggerimento, ma il normale senso di decenza mi suggerisce di dirvelo in un orecchio senza compromettere l’autorevole sito.