La strategia italiana per le competenze digitali

25 maggio 2022

Di Giuseppe Leone

Sulle competenze digitali si gioca in tutto il mondo - ed in particolare nelle società più industrializzate - una grande partita che può significare molto per lo sviluppo dei singoli Stati nel prossimo futuro. Come abbiamo già visto in precedenza, l’Italia, in ambito UE, in base alla relazione annuale dello scorso anno del DESI (Indice di digitalizzazione dell’economia e delle società), si collocava al 20° posto (i Paesi membri della Comunità europea sono 27) nel ranking generale. Ma qual è la strategia italiana per risalire posizioni nella classifica europea? Vediamola per sommi capi.
Nel capitolo Italia del DESI si legge che questa strategia per le competenze digitali si poggia su quattro assi di intervento articolati in settori e gruppi di destinatari. Il più importante di questi assi riguarda gli studenti inseriti in percorsi di istruzione e formazione per integrare le competenze informatiche nelle scuole primarie e secondarie e nei “curricola” universitari e di istruzione superiore. Per attuare questa strategia è stato predisposto un “Piano operativo” (pubblicato a dicembre 2020) concernente le azioni specifiche da compiere e gli obiettivi da raggiungere per il 2025, ovvero tra tre anni.


Tra le iniziative attuative di questa strategia il DESI si segnala la “coalizione italiana per le competenze e le occupazioni digitali” che si basa soprattutto sulla “Repubblica digitale”, ovvero un insieme di interventi per promuovere le competenze digitali a tutti i livelli. Dal suo avvio nel 2019 sono oltre 180 le organizzazioni che hanno aderito alla coalizione e che hanno presentato oltre 220 progetti. Un anno dopo, nel 2020, le iniziative intraprese hanno coinvolto e formato oltre 2,7 milioni di studenti, circa 70 mila insegnanti, più di 900 mila persone e oltre 250 mila lavoratori del settore pubblico e privato. Una serie di progetti ha poi affrontato in modo specifico il tema del “divario di genere”. Infine, tra il 2020 ed il 2021 sono stati organizzati più di 10 mila eventi della settimana europea della programmazione (EU Code Weck) rivolti in particolare agli alunni delle scuole primarie e secondarie.


Nell’ambito del piano operativo italiano il DESI evidenzia in particolare altri tre obiettivi specifici da raggiungere: A) il 70% della popolazione in possesso almeno delle competenze digitali di base e l’eliminazione del “divario di genere”; B) il doppio del volume attuale di popolazione in possesso di competenze digitali avanzate (ovvero il 78% dei giovani con un livello di istruzione superiore, il 40% dei lavoratori del settore privato ed il 50% dei dipendenti pubblici); C) il triplo del numero dei laureati in Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (in sigla TIC) ed il quadruplo delle laureate in questo settore. Da rilevare, a questo proposito, che la percentuale di specialisti TIC, due anni fa, rappresentava solo il 3,6% dell’occupazione totale quando la media europea era del 4,3%. Altra cosa da annotare, solo l’1,3% dei laureati italiani sceglie discipline TIC (media europea 3,9%). Va un po’ meglio nei confronti della UE per gli specialisti in TIC di sesso femminile. Nel nostro Paese siamo al 16% contro una media europea del 19 per cento.
Infine, per controllare l’attuazione del piano, i risultati ottenuti e l’impatto delle azioni per ciascuno dei quattro assi di intervento, sono indicati oltre 60 indicatori da monitorare per permettere di raggiungere le tappe fondamentali di questo percorso di digitalizzazione.