Il Lunario (digitale) degli agricoltori lo scrivono i satelliti

07 aprile 2022

Di Giovanni Vasso

Il Lunario (digitale) degli agricoltori lo scrivono i satelliti. Dallo spazio piovono informazioni, decine di terabyte al giorno. E ne pioveranno sempre di più. Dati, immagini e analisi che aiuteranno l’agricoltura a lavorare meglio, in maniera ancora più efficiente e, magari, a sottrarre l’Europa e l’Italia dalla dipendenza dalle forniture estere. 
Alle domande eterne del contadino che, fedele a una tradizione millenaria, alza gli occhi al Cielo chiedendogli risposte. A quelle domande che, da secoli, sono sempre le stesse, ineludibili: quando ci sarà la pioggia e quanta ne scenderà, quanto crescono forti e vitali le piante, quanta acqua servirà per irrigare i campi quest’anno e quanta ne potrà servire l’anno prossimo o tra dieci anni. Ebbene, oggi rispondono le flotte di satelliti che fotografano e monitorano il territorio. Restituendo segni che, come si sa, sono per chi sa intenderli. Immagini e diagrammi digitali. Che se debitamente interpretati forniscono notizie importantissime per l’agricoltura. 
L’America è avanti, in prima fila già da tempo. Ma questo non vuol dire che stia segnando il passo, anzi. A settembre scorso, la Nasa, insieme all’Usgs (United States Geological Survey) ha lanciato il nono satellite di Landsat, il progetto che ormai da quasi cinquant’anni si occupa di monitorare la terra e il territorio. Landsat 9 si propone il compito ambizioso di riscrivere l’osservazione geologica del pianeta, fidando da un lato sulle nuovissime tecnologie fotografiche e spettrografiche, digitali e di rilevazione e dall’altro su un archivio immenso e sterminato acquisito in quarant’anni di osservazione satellitare della Terra. E della Luna, da che Landsat 9 “utilizzerà” per ricalibrare le sue strumentazioni almeno una volta al mese. 
Con Landsat 9, l’obiettivo sarà anche quello di dare una mano agli agricoltori. E potrà giungere a redigere vere e proprie mappe degli appezzamenti di terreno, consigliando persino quando arriva il tempo migliore per il raccolto, a seconda chiaramente delle varie colture. 


L’Europa non sta a guardare. E già da diversi anni, è stato avviato il progetto Copernicus. I satelliti, la flotta di Sentinel, consentono il monitoraggio continuo della Terra.  Sono sei le aree di lavoro del programma satellitare europeo. Si va dallo studio e monitoraggio dell’atmosfera e della qualità dell’aria, fino all’analisi ambiente marino e a quella relativa alla sicurezza del Continente. L’occhio digitale europeo fotografa e restituisce importanti notizie sul cambiamento climatico e sullo stato del territorio ed è utile per il monitoraggio, in tempo reale, delle emergenze ambientali. Per quanto riguarda l’agricoltura di precisione questi programmi si sono rivelati di fondamentale importanza. Perché i dati che si riescono a estrarre da Sentinel consentono previsioni macroterritoriali sulla quantità del raccolto, tenendo sotto controllo la comparazione di informazioni relative al ciclo idrico, allo stato di vigore delle coltivazioni. Lo studio dei parametri biofisici dallo spazio consentirà anche di calibrare l’utilizzo mirato ed efficiente dell’energia. Circostanza che, in questi tempi di guerra, risulta decisiva per la produzione agricola europea chiamata a fare gli “straordinari” a causa della temporanea inaccessibilità al “granaio” ucraino.
Alzare gli occhi al Cielo servirà quindi a garantirsi un futuro più sostenibile. Ma non in senso prettamente ideologico. Le imprese agricole, specialmente quelle di piccole e medie dimensioni, hanno bisogno di risparmiare per sopravvivere. Non è permesso sperperare risorse che economicamente rappresentano un costo sempre più rilevante, capace di compromettere l’esistenza stesse delle aziende. Sapere quando irrigare e farlo nel modo più preciso ed efficiente possibile diventa una necessità, così come “dosare” l’utilizzo di macchinari che utilizzano energia, che sia gasolio o di altra natura. I satelliti, per l’agricoltura, possono aiutare lo sviluppo e l’efficienza del lavoro dei campi. Ma, più in generale, i satelliti rappresentano un’opportunità gigantesca per l’economia degli Stati. 
È anche per questo, dunque, se il governo italiano ha previsto nel Pnrr un investimento che si aggira intorno al miliardo e mezzo di euro per implementare gli sforzi spaziali e giungere a una costellazione “tricolore” di satelliti. L’Italia è da qualche anno tra i Paesi al mondo che più investono nella cosiddetta Space Economy, la corsa allo spazio del terzo millennio. Solo gli sforzi previsti nel Pnrr confermeranno l’Italia tra i protagonisti europei (e dunque mondiali) nella corsa all’economia vista dallo spazio. 

(Copertina e sopra) crediti www.telespazio.com

Di questi fondi, una parte importantissima è dedicata ai progetti riguardanti l’osservazione della Terra. Che impattano, ovviamente, sull’agricoltura e sulla possibilità di sviluppare le potenzialità delle imprese tanto in Italia quanto all’estero. Garantirsi una posizione preminente in questo tipo di programmi è un’ipoteca sul futuro. E l’intenzione dell’esecutivo è quella di far pesare sempre di più il contributo italiano nel programma interspaziale europeo. 
Come ha riferito il ministro allo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti in una recentissima audizione in commissione Esteri alla Camera dei Deputati, dedicata al Trattato del Quirinale, l’aerospazio è la chiave per ritagliare all’Italia una parte importante nel futuro prossimo dell’economia europea e planetaria. “Siamo particolarmente bravi, nonostante le scarse risorse” ha detto. “Ci siamo ritagliati delle importanti nicchie, sui satelliti medio piccoli, le costellazioni di osservazione siamo delle eccellenze. Dobbiamo difenderle e andare anche a esplorare altri sentieri, tanti sono i progetti a cui l'Agenzia spaziale italiana e quella europea stanno lavorando”. E infine ha il ministro ha affermato: “Credo che l'Italia meriti più rispetto e più spazio nell'interspaziale europeo e abbiamo il dovere e il diritto di rivendicare questo tipo di spazio, rispetto anche al contributo che l'Italia dà in quella sede”. 
L’aiuto dei satelliti potrà perciò rivelarsi fondamentale per disegnare l’agricoltura del futuro. Più attenta a razionalizzare sprechi e rendere efficiente la produzione. Per garantire, anche per il settore primario, la sostenibilità economia del settore primario e, non meno importante, l’autonomia dai “granai” esteri almeno su scala europea. Un tema che il deflagrare della guerra tra Mosca e Kiev ha reso drammaticamente urgente.