17 luglio 2023
Anche gli studenti più svogliati delle medie inferiori del secolo scorso ripetevano a memoria una frase della famosa lirica “I pastori” scritta da Gabriele D’Annunzio nel 1903: “… che verde è come i pascoli dei monti” in riferimento “all’Adriatico selvaggio”. Questi i celeberrimi versi iniziali: “Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare - Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori-lascian gli stazzi e vanno verso il mare-scendono all’Adriatico selvaggio-che verde è come i pascoli dei monti”. Chissà cosa direbbe oggi “il Vate” di fronte al mare, non solo l’Adriatico, sempre più verde. Verde che non sempre significa bel mare, mare in salute. Anzi! In genere, il mare diventa verde, o più verde, nei giorni di gran caldo.
L’alta temperatura del mare che sta surriscaldandosi, l’assenza o la scarsa forza di correnti e mareggiate oltre al calore del sole sono la combinazione per la proliferazione delle alghe unicellulari che colorano di verde l’acqua. Se nell’acqua c’è una elevata concentrazione di materiale inorganico, questa avrà un colore turchese, mentre l’alta concentrazione di materiale organico, come le alghe, le conferirà colorazioni che vanno dal giallo all’arancio, dal rosso al verde fino ad arrivare al marrone. La classifica dei mari più inquinati al mondo vede all’ottavo posto il Repulse Bay (Hong Kong), al settimo posto Blackpool Beach (Gran Bretagna), al sesto Odaiba Bay (Giappone), al quinto Marunda Beach (Indonesia), al quarto Chowpatty Beach (India), al terzo Doheny State Beach (California USA), al secondo Haina Beach (Repubblica Dominicana), al primo Port Phillip Bay (Australia). Ha fatto notizia, nei giorni scorsi, che il golfo di Napoli aveva preso una strana colorazione verde con una sottile patina spumosa, colma di rifiuti in superficie. Un duro colpo all’immagine di Napoli e dell’Italia.
In una nota, l’ Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpac), precisava: “Le cause dell’intorbidamento e dell’intensa colorazione verde sono presumibilmente riconducibili alla stabilizzazione di un regime di alta pressione di origine africana (“bolla africana”) che ha ritardato la formazione dell’anticiclone delle Azzorre. Tali condizioni hanno rallentato il normale ricambio delle acque del Golfo impedendone il rinnovamento. Di conseguenza, la scarsa circolazione dell’acqua in un’area caratterizzata da elevati apporti di nutrienti, unitamente all’elevato riscaldamento dello strato superficiale del mare, hanno determinato probabilmente un’abbondante proliferazione del fitoplancton responsabile della colorazione anomala”.
A cambiare colore sono stati soprattutto i primi metri di mare, dove le temperature toccavano persino i 30 gradi, causando anche una salinità anomala. Condizioni che favoriscono la crescita delle microalghe, quindi il sole ne riflette il colore producendo il “mare verde”. Quanto accaduto nel mare di Napoli non è un’eccezione. Mari e oceani, in misura crescente in tutto il mondo, stanno diventando sempre più verdi. Si tratta, secondo un recente studio di Nature, già di più del 55 per cento della superficie marina di tutto il globo. Va detto che, solitamente, il colore del mare è blu o azzurro. Questo non perché l’acqua sia blu o azzurra – l’acqua pura non ha colore - ma è semplicemente il cielo che è riflesso dal mare. L’acqua assorbe la luce del sole in un modo particolare e complicato. Il colore blu attribuito alle masse d’acqua è una “forzatura ottica”: il mare blu riflette l’azzurro del cielo quando è sereno, il mare diventa grigio quando riflette il tempo nuvoloso. Poi, in effetti, c’è anche il “mare verde”, non solo con gli ultimi recenti eccessi nel golfo di Napoli ma anche altrove, specie in gran parte dell’Adriatico particolarmente quando con il mare calmo le alghe si depositano in riva dove la temperatura dell’acqua è più alta.
Così l’alga fiorisce facendo assumere all’acqua un aspetto verdastro. Un recente studio realizzato da un gruppo di ricercatori britannici e americani del Centro Nazionale di Oceanografia del Regno Unito e del Massachusetts Institute of Technology (MIT), utilizzando le immagini scattate dalla Nasa negli ultimi 20 anni, dal 2002 al 2022, spiega quel che è accaduto nell’ultimo ventennio e quel che può accadere presto. E’ emersa una tendenza comune nelle regioni tropicali, con le acque che stanno divenendo sempre più verdi, ma cambiamento non sempre percettibile dall’occhio umano. Il diverso colore provoca una variazione dell’ecosistema marino, molto probabilmente anch’esso innescato dalle alte temperature. Gli scienziati spiegano che servono ulteriori dati per capire con certezza il fenomeno ma sono certi che si tratta “probabilmente del cambiamento climatico indotto dall’uomo. Ormai non sono solo i modelli a prevedere che questi cambiamenti avverranno – ha commentato la co-autrice dello studio Stephanie Dutkiewicz del MIT – ora li stiamo vedendo accadere davanti ai nostri occhi”.
In Italia, secondo i dati 2022 del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, il mare più pulito è in Puglia (99% delle acque valutate come eccellenti), al secondo posto la Sardegna (97,6%), al terzo posto la Toscana (96%). Le acqua peggiori, comunque sempre di buon livello, sono in Sicilia e Abruzzo. Dall'inquinamento all'abusivismo edilizio, dalla mala depurazione alla cattiva gestione dei rifiuti, all'assalto al patrimonio ittico e alla biodiversità, nel 2022 lungo le coste italiane sono state 13.229 le infrazioni contestate, pari a 1,8 violazioni per ogni chilometro di costa. Sono aumentati gli illeciti amministrativi, pari a 8.499 (+24,2% rispetto al 2021) e le sanzioni, 8.935 quelle comminate (+47,7%). In diminuzione, invece, il numero di reati (4.730, -32,9%) e delle persone denunciate o arrestate (4.844, -43,6%) e dei sequestri (1.623, -51,7%), per un valore economico di oltre 385 milioni di euro. La Campania si conferma prima in classifica: nel 2022 ha contato 1.245 reati e da sola rappresenta il 26,3% del totale nazionale. Seguono Puglia, Lazio, Calabria e Sicilia. Sono alcuni dati diffusi da Legambiente in un'anteprima del dossier 'Mare Monstrum' sulle illegalità connesse all'inquinamento del mare relativi alla gestione dei rifiuti, agli scarichi e alla mala depurazione, frutto di un'elaborazione dei dati di forze dell'ordine e Capitanerie di porto.
L'associazione ambientalista illustra cinque proposte per procedere verso la piena ed effettiva depurazione delle acque reflue: rilanciare a livello nazionale e locale la costruzione e l'adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione; valorizzare le acque reflue depurate con il completo riutilizzo in settori strategici come l'agricoltura; rafforzare e rendere più efficienti i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale e delle forze dell'ordine contro gli scarichi illegali; regolamentare lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (ad esempio acque nere e grigie, acque di sentina); promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e riciclo e per la migliore tutela del mare e della costa. Ciò detto, resta un dato incontestabile: a tutti piace il mare pulito, quello che, almeno alla vista, appare con il colore azzurro, sinonimo di bellezza e di purezza. I mari più azzurri al mondo sono quelli antistanti la Spiaggia del Relitto, Zante (Grecia), le Maldive, Bora Bora (Polinesia Francese), Grande Barriera Corallina (Australia), Zlatni Rat, Isola di Brac (Croazia), Giolfo di Orosei (Sardegna), Cape Santa Maria (Bahamas), Cosimo Island (Malta). I delfini sono sinonimo di mare pulito. E l’Italia, in più punti dei suoi mari, può vantare presenze significative di delfini, appunto, un chiaro indicatore della pulizia del mare. Un esempio che il mare pulito non è utopia.
Si può fare. Basta farlo.