La matematica non sarà mai il mio mestiere

26 giugno 2023

Di Serena Ricci

L‘ansia da matematica può rappresentare un disagio che coinvolge non soltanto gli adolescenti, ma una nutrita platea di soggetti anche adulti e comporta spesso conseguenze sul rendimento di studenti, più o meno giovani, fino ad influenzarne l’interazione sociale.


Secondo il Direttore dell'IAC-CNR (Istituto per le Applicazioni del Calcolo "Mauro Picone" di Roma) Roberto Natalini, “la matematica è proposta senza immaginazione né fantasia; ci si concentra sui nomi e sulle regole, come se si insegnasse la musica in teoria ma senza mai suonare una nota”. Nonostante sia una disciplina non sempre semplice da comprendere, dal momento che la dimestichezza con il “ragionamento matematico” richiede un’età adulta, in realtà le difficoltà si incontrano anche dopo l’adolescenza. Secondo uno studio condotto dalla Stanford University school of Medicine, l’ansia per la matematica comporta un corto circuito nel cervello di fronte alla soluzione di un esercizio perché le aree cerebrali relative alla paura si azionano a detrimento di quelle del calcolo.

La conseguenza più grave è proprio la riduzione dell’autostima. Durante l’appuntamento di luglio 2022 a Parigi del Simposio internazionale sull’educazione IAFOR (International Academic Forum), la professoressa Flaminia Malvezzi Campeggi, dell’Università di Verona, ha proposto interessanti soluzioni per consentire miglioramenti nelle prestazioni matematiche al fine di incrementare l’autostima quali, ad esempio, dare l’opportunità agli studenti di lavorare in squadra, superare il preconcetto di non essere portati per la materia e favorire lo sviluppo professionale, per gli insegnanti, consentendo loro di conoscere strategie efficaci per affrontare l’ansia dei loro allievi. Obiettivo ultimo è quello di guarire, mediante la matematico-terapia, anche persone con disturbi mentali o difficoltà di relazioni (ad esempio l’autismo).


La matematica dunque come terapia, ma anche come supporto per le diagnosi mediche, non necessariamente formando un medico matematico, ma impiegando i numeri per fornire dei software che consentano, ad esempio, ad un neuro-radiologo che fornisce in ingresso i risultati delle risonanze magnetiche del paziente, di ottenere in uscita una simulazione virtuale dell’evoluzione della patologia. Un esempio eclatante di sinergia tra medicina e matematica è il progetto iHeart (integrated heart model for the simulation of the cardiac function) nel quale si è profuso il Politecnico di Milano mediante il proprio responsabile, il matematico Alfio Quarteroni, finalizzato, attraverso equazioni complesse, a creare un modello di cuore matematico. Degna conclusione è stata la creazione della replica digitale quasi perfetta di un cuore grazie alla riproduzione di tutti i processi fondamentali da quelli relativi ai campi elettrici, alla meccanica del muscolo, fino alla fluido dinamica del sangue che consentono di comprendere il funzionamento globale del cuore. Mai come questa volta il cervello, privato dell’ansia da matematica e utilizzando la razionalità, ha consentito la riproduzione digitale dell’habitat delle emozioni: il cuore.