Melomics-Health sceglie le note per il nostro benessere

05 settembre 2023

Di Serena Ricci

La musica è utilizzata oggi come intervento non farmacologico in diversi contesti clinici e terapeutici. L'ascolto musicale consente di modificare lo stato psico-fisiologico del paziente in particolari condizioni quali la malattie o le fasi pre o post operatorie, attraverso l'uso mirato di brani musicali rispondenti a specifici parametri. La “Medicina Musicale” impiega quindi le note per influenzare in modo significativo parametri vitali e processi neurochimici portando a modificazioni significative nelle condizioni dei pazienti.


Da una collaborazione italo spagnola iniziata a fine 2013 tra il prof. Alfredo Raglio, responsabile del laboratorio di ricerca e musicoterapia dell'IRCCS Maugeri e coordinatore scientifico del Master di I livello in musicoterapia dell'Università di Pavia, e Francisco J. Vico, professore di intelligenza artificiale dell'Università di Malaga, è nato “Melomics-Health”, l’algoritmo “finalizzato alla fruizione terapeutica della musica”. 
Ma come nascono le melodie create dall’intelligenza artificiale? "L'algoritmo le compone tenendo conto delle impostazioni che gli diamo", spiega il prof. Raglio, 'commissionando' a Melomics-Health "brani musicali con caratteristiche che dovrebbero risultare appunto de-attivanti a livello emotivo, determinando una condizione di rilassamento e distrazione che contrasti con lo stress a cui i pazienti con dolore persistente sono costantemente sottoposti". Nasce in tal modo una “monodia”, musica molto semplificata senza supporto armonico costituita da note che non seguono le regole tradizionali della musica, ma costituiscono brani efficaci a livello curativo più che esteticamente orecchiabili. 


L’algoritmo Melomics-Health, applicato in due contesti specifici, con pazienti affetti da fibromialgia e con pazienti sottoposti a radioterapia, ha riscontrato negli anni un buon successo. In entrambi i casi, come affermato dal prof. Raglio in un’intervista concessa recentemente a Giulia Annovi, “la musica potrebbe agire sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, uno dei principali sistemi implicati nella risposta allo stress” e sul sistema nervoso autonomo, riducendone l’attività e comportando un beneficio nei pazienti. Lo scopo della sperimentazione è stato dunque verificare se la percezione dell'ansia e dello stress nei pazienti fosse influenzata dall'ascolto della musica (musica "Melomics-Health" vs ascolto della musica preferita) anche se, purtroppo, i meccanismi secondo i quali la musica incide sul dolore che si percepisce non sono ancora noti, ma costituiscono un interessante oggetto di ricerca.