Incontro con Michael W. Lodge, Secretary-General, International Seabed Authority
Di Redazione Fondazione
Il mare e le sue risorse sono un tema centrale per Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine, che – accanto allo Spazio, al digitale e alla Terra – studia il dominio subacqueo. E quello della carenza normativa sul mare è un tema emerso nel corso della conversazione tenuta da Mr. Michael W. Lodge, Segretario Generale della International Seabed Authority (ISA - Autorità Internazionale per i Fondali Marini), ospite di Fondazione Leonardo.
Il nodo critico è proprio quello dello sfruttamento delle ricchezze marine e della distribuzione dei proventi che ne derivano. Michael W. Lodge ha spiegato come grazie all’esistenza dell’ISA e del suo regime giuridico sia stato impedito lo sfruttamento delle risorse sino alla normativa che sancirà un accordo fra tutti gli Stati membri dell’organizzazione internazionale. In tal senso l’ISA è un attore cruciale. In assenza del suo quadro normativo, lo sfruttamento sarebbe cominciato decenni fa – spiega Lodge – e su base unilaterale. Possibilità, questa, sventata grazie al principio di precauzione che parte da una necessità ben precisa: l’esplorazione.
Esplorare significa in qualche modo rimandare lo sfruttamento al momento migliore. Ovvero a una maggiore conoscenza sulle condizioni ambientali dei fondali marini e sulle caratteristiche delle risorse minerarie. Ma il monitoraggio non è fondamentale solo in questa fase preliminare. Esso continua nella fase successiva.
Il tema normativo, comunque, getta una luce sugli aspetti tecnologici. La maggior parte dei siti ricchi di risorse presuppone, infatti, mezzi d’accesso costosi e sofisticati. Le risorse di cui parliamo si trovano a cinque o sei giorni di navigazione dalle terre più vicine, a seimila metri di profondità. Piattaforme pienamente equipaggiate, veicoli telecomandati, sensori, robotica e telecamere per monitorare in tempo reale, in virtù del loro essere indispensabili, hanno via via migliorato il livello della tecnologia marittima.
In parallelo al binomio mare-digitale, intervengono poi i principi politici dell’ISA, per i quali i benefici devono essere condivisi da tutti gli Stati membri. La distribuzione dei proventi dovrà avvenire su base equa fra tutti gli Stati, dando la precedenza ai più vulnerabili, come le piccole isole. ISA considera ancora di istituire un fondo mondiale, in sostituzione della distribuzione, per sostenere la scienza marina. È un concetto in stadio embrionale, spiega Lodge, che però fa comprendere come oggi mare, digitale, leggi ed economia si ritrovino in uno stesso innesto.