Mondo: spese militari aumentate nel 2022

23 maggio 2023

Di Giuseppe Leone

Nel mondo sono molti i focolai di guerra, dall'Europa (Ucraina) all'Africa ed al Medio Oriente, mentre rischi di potenziali conflitti sono presenti anche in Asia (Cina-Taiwan ed India-Pakistan). La conflittualità, per ora limitata a "guerre economiche", riguarda anche la forte rivalità tra mondo occidentale e regimi autocratici. Sarà quindi anche per questo che - come rileva l'ultimo rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) - la spesa militare mondiale è aumentata del 3,7 per cento in termini reali (al netto dell’inflazione) nel 2022 fino a raggiungere i 2.240 miliardi di dollari, raggiungendo un nuovo massimo storico. Siamo di fronte - si legge nel documento dell'Istituto - di una crescita continua e costante che interessa gli ultimi otto anni.


In questa particolare classifica che interessa la corsa al riarmo registrata nle 2022, gli Stati Uniti si confermano al primo posto con 877 miliardi di dollari (il 39 per cento della spesa mondiale) di cui 20 miliardi di aiuti all’Ucraina. Seguono, al secondo e terzo posto, Cina e Russia, con rispettivamente 292 e 86,4 miliardi di spese stimate. Insieme, queste tre nazioni rappresentano oltre la metà della spesa globale registrata lo scorso anno, spesa che il SIPRI valuta prendendo in esame non solo i bilanci della Difesa ma anche le spese che ricadono su altre voci dei bilanci degli Stati e che riguardano il settore Difesa & Sicurezza. Seguono l’India al 4° posto con 81,4 miliardi (più 6 per cento rispetto al 2021), l’Arabia Saudita con 75 miliardi (+16 per cento) e la Gran Bretagna con 68,5 miliardi dei quali 2,5 versati all’Ucraina in termini di aiuti militari.


Per ciò che concerne la Nato, complessivamente gli Stati membri hanno speso l’anno scorso 1.232 miliardi di dollari con un incremento medio rispetto al 2021 dello 0,9 per cento. L'’unico partner dell'Alleanza atlantica ad aver diminuito le spese per la Difesa è la Turchia, con 10.6 miliardi di dollari (meno 26 per cento rispetto al 2021), in calo per il terzo anno consecutivo.
Un'attenzione particolare va rivolta al nostro Continente; L’Europa, infatti,  ha registrato l’incremento più consistente degli ultimi 30 anni, con un +13% rispetto al 2021, raggiungendo una spesa di 436,7 miliardi, con i Paesi del centro e dell’ovest del continente che hanno stanziato 313,9 miliardi. L’Ucraina, in guerra con la Russia, ha registrato lo scorso anno un incremento delle spese militari del 640 per cento, pari a 44 miliardi di dollari, ovvero il 32 per cento del PIL contro il 3,2 del 2021.  Altri rilevanti aumenti di spesa sono stati registrati in Finlandia (+36%), Lituania (+27%), Svezia e Olanda (+12%), Belgio (13%), Polonia (+11%), Danimarca (8,8%) e Spagna (8,6%),


La Germania occupa il 7° posto nella classifica mondiale per la spesa in armamenti con 55,8 miliardi (+ 2,3 per cento rispetto al 2021) dei quali 2 donati all’Ucraina. Ottava posizione per la Francia con 50,6 miliardi di spesa in crescita dello 0,6 per cento. L’Italia, invece,  è al 12° posto, dietro all’Ucraina (undicesima), con una spesa di 33,5 miliardi di dollari nel 2022 (1,7 per cento del Pil), in termini reali. Per il SIPRI le spese militari del nostro Paese sono calate del 4,5% rispetto all’anno precedente; si tratta di uno dei pochissimi casi di riduzione delle spese per la Difesa in Europa nel 2022 insieme alla Romania, che il SIPRI posiziona al 40° posto nella classifica mondiale con 5,5 miliardi di spesa, pari all’1,7 per cento del PIL e con un calo del 2,6 per cento rispetto al 2021.


Per ciò che concerne la Russia, causa guerra in Ucraina, la spesa militare è cresciuta di circa il 9,2% nel 2022, a circa 86,4 miliardi di dollari pari al 4,1% del PIL rispetto al 3,7% del 2021. Prosegue la tendenza al rialzo degli stanziamenti per la Difesa anche in Asia e Oceania. La Corea del sud si piazza al 9° posto nella classifica mondiale con 46,4 miliardi di dollari (in calo del 2,5 per cento rispetto al 2021 ma pari al 2,7 del PIL) davanti al Giappone con 46 miliardi (1,1 per cento del PIL) al 10° posto. Al 13° posto l’Australia con 32,5 miliardi (più 0,3 per cento pari a 1,9 per cento del PIL), il seguita dal Canada con 26,9 miliardi (+3 per cento pario a 1,2 del PIL) e da Israele al 15° posto con spese pari a 23,4 miliardi in calo del 4,.2 per cento ma pur sempre pari al 4,5 per cento del PIL.