Motor Valley Fest nel nome di Mauro Forghieri. L’altra storia dell’ingegnere-icona Ferrari

Di Massimo Falcioni

10 maggio 2023

Dall’11 al 14 maggio va in scena a Modena la quinta edizione del Motor Valley Fest, la kermesse dove il rombo dei motori celebra il Made in Italy.

Il grande festival a cielo aperto della Terra dei Motori è incentrato su auto, moto personaggi dell’ Emilia Romagna, regione emblema del motorsport e dove il mondo dei motori vale 16 mila imprese con 100 mila addetti tra il diretto e l’indotto. “Il Motor Valley Fest” -  ha detto Stefano Bonaccini presidente della Regione Emilia-Romagna-  è un punto di riferimento internazionale per il mondo dei motori, grazie alla collaborazione con Ice Agenzia per la valorizzazione del Made in Italy e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Quest’anno, poi, ci sono anche tre ricorrenze importanti, a partire dai 60 anni di attività della Lamborghini, Casa automobilistica che non ha bisogno di presentazioni, i 70 anni dalla nascita dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, che è tornato a ospitare stabilmente la Formula1, e i 100 anni dalla prima edizione del Circuito del Savio, la grande manifestazione storica capace di accendere la passione automobilistica in Romagna e che vide alternarsi i grandi campioni del tempo, con la prima corsa vinta proprio da Enzo Ferrari”. E ha aggiunto: “Il Motor Valley Fest è un appuntamento unico, con lo sguardo ben attento alla mobilità sostenibile del futuro, con lo sviluppo di motori ecologici ad alte prestazioni. Velocità, passione, ingegno e creatività, in quella che davvero è la vera Motor Valley mondiale”.

Foto di Addy Osmani su Unsplash

Il fiore all’occhiello di questa edizione del Motor Valley Fest è una mostra inedita al Palazzo Ducale di Modena: “L’altra storia dell’Ing. Mauro Forghieri”, anche con auto, moto e motori che hanno dato una svolta al settore del Motorsport, e non solo, con cimeli e oggetti appartenuti al grande progettista emiliano scomparso a 87 anni il 2 novembre 2022. Mauro Forghieri è stato il principale collaboratore di Enzo Ferrari, direttore tecnico della Scuderia di Maranello dal 1962 al 1971 e dal 1973 al 1984, protagonista assoluto dei trionfi della “Rossa”. Sotto la sua gestione tecnica e sportiva la Ferrari ha vinto 54 Gran Premi iridati, 11 titoli mondiali in Formula 1 (sette Mondiali Costruttori nel 1964, 1975, 1976, 1977, 1979, 1982, 1983 e quattro Mondiali Piloti nel 1964 con John Surtees, nel 1975 e 1977 con Niki Lauda, nel 1979 con Jody Scheckter), oltre a cinque mondiali Sport Prototipi. Sopranominato “Furia” dai suoi collaboratori e dai suoi piloti (Niki Lauda pronunciava la parola Furia con due erre e a bassa voce) perché l’”ingegnere è geniale quanto infiammabile”.

Guai interromperlo nel suo lavoro, specie passata la mezzanotte dopo ore e ore a far girare sul banco l’ultimo prototipo 12 cilindri o a ridisegnare valvole, bielle, testate, sospensioni: l’ingegnere diventata un “fumino”, la “furia” che non ammetteva defezioni e scuse da parte di nessuno, neppure dei suoi piloti-star. Scatti d’ira (a volte volavano martelli!) che precedevano o accompagnavano colpi di genio. “Le corse – diceva Forghieri – non sono solo un insuperabile banco di prova tecnico e una straordinaria vetrina per l’immagine aziendale ma sono soprattutto una scuola di vita, professionale e umana: quando non c’è agonismo ci si adagia”. E Forghieri mai si è adagiato e mai si è accontentato, mettendocela tutta sin dal primo giorno a Maranello, consapevole di aver il pieno appoggio del “Drake” che lo incitava: “Fai quello che sai fare. Dai tutto te stesso. E non aver paura: ricordati che qui ci sono io”. Parole di Enzo Ferrari dal sapore e dal valore di “ordini militari”.

 

E il giovane ingegnere non si è mai risparmiato  per la Rossa, facendo miracoli, esaltando ad arte la sua conduzione tecnica e agonistica. Mai, però, ha taciuto quando non era convinto di quel che il commendatore voleva imporgli. “Io gli sono rimasto vicino – ripeteva Forghieri – come gli sono rimasti vicini quelli che hanno saputo dirgli di no. A Ferrari è impossibile raccontargli storie. Io l’ho fatto urlare, non l’ho mai blandito. Non l’ho mai chiamato ingegnere perché non lo era. L’ho sempre chiamato commendatore. La sua stima per me è stato tutto, in quegli anni di duro lavoro, di grandi soddisfazioni, di trionfi che sono nell’albo d’oro dello sport mondiale e vanno oltre i confini dello sport. ”. Ai suoi meccanici Forghieri si rivolgeva con poche parole in dialetto emiliano, dialetto che usava involontariamente anche con i piloti e non solo con gli italiani.

Nel reparto corse e nei box dei circuiti, tutti, nessuno escluso, rispettavano e ubbidivano all’ingegnere: per Nicky Lauda un “pazzo geniale”. Quel Nicky Lauda considerato da Forghieri: “Il pilota più completo”. Senza la Ferrari le corse avrebbero avuto (e avrebbero tutt’ora) un’altra piega e forse la Formula Uno non sarebbe esistita e non esisterebbe più. E senza “quel” Forghieri il Cavallino rampante sulle Rosse non sarebbe stato il simbolo stesso dell’automobilismo di ieri, di oggi, di domani. C’è anche un Mauro Forghieri, oltre la Casa del Cavallino rampante. Nel 1987, dopo 28 anni a tempo pieno, Forghieri lascia la Ferrari per passare alla Lamborghini: “Poche parole: io al commendatore – ricordava Forghieri – “Me ne vado” e poche parole Ferrari a me: “Vai pure, me ne vado presto anch’io”. E così sarà. Si chiudeva un’epopea. Il Drake morirà il 14 agosto 1988.

Forghieri aveva dato tutto alla Ferrari, inventando e realizzando nuovi motori, nuove macchine, una nuova organizzazione della squadra corse che dura ancora oggi: ogni pilota con il suo team di tecnici, il suo capo settore, il suo capo squadra e così via. Non è questa la sede per ripercorrere la vita e la carriera tecnica e sportiva di Mauro Forghieri. Facciamo parlare chi ha vissuto con Forghieri a Maranello e nei box dei circuiti di tutto il mondo: “In Ferrari bastava lo sguardo di Mauro per riportare la calma, per rimettere tutti in riga, per ridare slancio alla squadra. Per lui parlavano i suoi occhi – ricorda oggi con commozione il suo ex collaboratore e amico Franco Antoniazzi, oggi amministratore delegato della modenese Oral Engineering – e non gli servivano le parole. Per impostare il progetto di un nuovo motore o di una nuova vettura gli bastava una matita e un tecnigrafo. Un progettista unico, il più grande di tutti, un genio, un grande personaggio, un fratello maggiore. Era stato lui ad assumermi nel ’78 in Ferrari. Poi, dall’89 insieme prima alla Lamborghini Engineering e poi, dal 1995, abbiamo fondato la Oral Engineering. L’ultimo progetto a cui Mauro ha dato il suo fondamentale contributo è stata la ideazione di un nuovo veicolo ibrido per le forze militari speciali in collaborazione con il Ministero della Difesa. Questo veicolo sarà denominato “MF-4 WD” nel nome di Mauro Forghieri. Sono felice di aver passato queste emozioni con lui. Il più grande progettista della storia della F1, ha fatto grande la Ferrari ma anche la Lamborghini, la Oral Engineering”. Già. C’è un Mauro Forghieri “gigante” oltre la Ferrari.

Conclusa nel 1987 la sua esperienza in Ferrari, Forghieri accetta la sfida di Lee Iacocca, a quel tempo CEO di Chrysler e artefice dell’acquisizione di Lamborghini Automobili, di fondare la Lamborghini Engineering. Sotto la sua direzione tecnica viene progettato e sviluppato in meno di due anni un innovativo motore 12 cilindri di Formula 1 di 3500 c.c., ed un cambio trasversale a 6 rapporti. Nel 1989 il gruppo motore e cambio debuttano nel Campionato del Mondo di F1 con il Team Larrousse ed il pilota Philippe Alliot. Lo sviluppo del motore prosegue con successo e negli anni seguenti è utilizzato dai team Lotus, Ligier e Minardi. Nel 1993 la Mc Laren allestisce una vettura laboratorio equipaggiata con il 12 cilindri Lamborghini, per il pilota Ayrton Senna. Quando il contratto è pronto per la firma, Ron Dennis boss della McLaren decide di accettare l’offerta economicamente molto vantaggiosa della Peugeot optando per l’utilizzo di quel motore. Senna, molto deluso, a fine ’93 si sgancia dalla McLaren per passare l’anno successivo alla Williams, con la quale  troverà la morte a Imola l’1 maggio 1994.

A fine ‘91 Forghieri lascia la Lamborghini Engineering per passare alla direzione tecnica della Bugatti. L’1 gennaio 1995, Mauro Forghieri e Franco Antoniazzi con l’imprenditore Sergio Lugli fondano a Baggiovara di Modena, la Oral Engineering, che nel corso degli anni si è sviluppata e cresciuta fino a diventare partner tecnico dei più importanti costruttori mondiali nel settore Automotive. Sotto la direzione tecnica di Forghieri ed in collaborazione con la BMW è stato progettato il motore 10 cilindri F1 utilizzato da Pablo Montoya e Ralf Schumacher nel Campionato del Mondo del 2000, il prototipo della moto G.P.800 c.c., motori diesel 2 e 4 cilindri per il settore militare e civile e tanti altri progetti che gli appassionati potranno scoprire in occasione della mostra organizzata presso l’Accademia Militare. La mostra, allestita al Cortile Giulio Cesare dell’Accademia Militare/ Palazzo Ducale di Modena, vuole fare conoscere questo cammino oltre la Formula 1, a dimostrazione dell’ingegno senza barriere, della capacità innovativa e della passione di Mauro Forghieri. Una storia meno nota ma altrettanto appassionante e di grande valore tecnico e imprenditoriale che lo ha coinvolto negli ultimi 35 anni della sua vita e che lo ha reso attivo fino all’ultimo giorno.

 

Il 13 gennaio 2022, giorno del suo 87esimo compleanno (era nato a Modena il 13 gennaio 1935), Mauro Forghieri aveva ricevuto nella sala del consiglio comunale della “sua” Modena le chiavi della città e la cittadinanza onoraria.