PNRR: Il ruolo della digitalizzazione nel rafforzamento del sistema produttivo

15 maggio 2023

Di Giuseppe Leone

Da tempo il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) occupa le prime pagine dei giornali perché su di esso si basano le possibilità di rilanciare il sistema Italia e, in particolare, il nostro sistema produttivo, puntando soprattutto su una serie di investimenti e riforme finalizzati a favorire la digitalizzazione e l'innovazione per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.
In particolare, questo obiettivo - si legge in un documento della X Commissione della Camera (Attività produttive) - è contenuto nella "Componente 2 della Missione 1" del Piano stesso. Le misure previste nell'ambito di questa componente sono intese a colmare le lacune messe in luce dall'indice DESI (indice di digitalizzazione dell'economia e della società) 2020 per quanto riguarda la trasformazione digitale delle imprese e la connettività. Da rilevare che le raccomandazioni per l'Italia del 2019 e 2020 hanno sottolineato con forza questa carenza del nostro sistema produttivo.


Si tratta, complessivamente, di investimenti e riforme per 17,2 miliardi di euro, escludendo le risorse specificamente destinate – sempre nell'ambito Componente 2 della Missione 1 (in sigla M1C2)- alle reti ultraveloci (6,7 miliardi). In tal modo si intende:

1) supportare la transizione digitale del sistema produttivo con incentivi agli investimenti privati in beni capitali tecnologicamente avanzati (materiali e immateriali) nonché in ricerca, sviluppo e innovazione.
In particolare, questo obiettivo ha due focus principali:
•    potenziare la capacità di innovare delle imprese, in particolare delle PMI, favorendo anche il processo di integrazione in catene del valore globali;
•    stimolare gli investimenti per lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie di frontiera essenziali per competere nei mercati globali (come Internet of Things, robotica, intelligenza artificiale, blockchain, cloud computing, edge computing, high-performance computing);
2) aumentare gli investimenti nel settore della microelettronica, per sostenere la competitività delle imprese strategiche e salvaguardare l'occupazione qualificata;
3) completare la rete di telecomunicazioni nazionale in fibra ottica e 5G su tutto il territorio nazionale territorio, principalmente per ridurre il digital divide (come detto, questo tema è affrontato nell'ambito delle politiche sulle infrastrutture e i trasporti);
4) realizzare un piano nazionale per l'economia spaziale a sostegno della transizione digitale e verde e della resilienza dell'Unione;
5) promuovere l'internazionalizzazione delle imprese, quale strumento di ripresa e resilienza del sistema produttivo, visto il tradizionale orientamento italiano all'export e il ruolo strategico svolto dalle imprese esportatrici;
6) rafforzare le filiere produttive italiane facilitando l'accesso ai finanziamenti.


L'obiettivo - si legge nel documento -, finanziato nell'ambito del PNRR della trasformazione digitale delle imprese, perseguito incentivando gli investimenti privati in beni e attività a sostegno della digitalizzazione, fa parte del più ampio Piano Transizione 4.0 cui sono destinate 13,38 miliardi di risorse NGEU (sovvenzioni). A tali risorse, si aggiungono ulteriori 5,08 miliardi di euro finanziati dal Fondo nazionale investimenti complementari (la cui funzione è appunto quella di integrare, con risorse nazionali, gli interventi del PNRR).