La ricetta cartacea sparisce per sempre

03 aprile 2023

Di Massimiliano Lussana

“Disegniamo fuori dai margini” dice Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria, che è l’associazione che riunisce tutti i farmacisti della regione.


Ma qui la rivoluzione copernicana che raccontiamo va anche oltre e prevede che il disegno avvenga proprio senza foglio (e anche senza telefonino).
Nel senso che sparisce proprio il pezzo di carta A4 che era il protagonista assoluto di questa storia fino a ieri.
Ma andiamo per ordine e raccontiamo di come le ricette spariranno definitivamente dalla nostra vita, come è capitato un po’ alla volta ai telefoni a gettone, al Commodore 64, alle pizze dei film e a mille altre cose.


Come spesso accade su cose digitali, quasi rilkianamente, il futuro entra in Liguria molto prima che accada. Perché, ancora una volta, come ci è capitato spesso di raccontare su “Civiltà delle macchine”, questa piccola regione di un milione e 600mila abitanti, fa da apripista su quella che sarà la vita del futuro.
In questo caso, a guarire è la burocrazia asfissiante che negli ultimi anni ha trasformato i medici di famiglia – rectius, “medici di medicina generale”, persino linguisticamente è burocratico – in compilatori compulsivi di ricette. Il presidente della Regione Giovanni Toti, umanista che ama leggere numeri, si è anche ingegnato a calcolare il tempo necessario per scrivere tutte queste prescrizioni e ne è uscito più di un minuto a ricetta, il che significa che – visto che la media quotidiana di ogni dottore nelle sue ore di studio è di cento ricette – il tempo risparmiato per non compilare ricette è un’ora e quaranta al giorno, tempo che può essere proficuamente utilizzato per visitare i pazienti.
Insomma, scordiamoci la calligrafia illeggibile - rigorosamente per definizione, a volte erano ottimi calligrafi – dei medici di famiglia e le code in farmacia in attesa, da un lato del farmaco e dall’altro della decifrazione della scrittura del dottore.
E scordiamoci anche i fogli di carta. I liguri, da sempre parsimoniosi, hanno calcolato che, grazie al nuovo sistema, si risparmieranno oltre 54 milioni di fogli A4 l’anno, una cifra in regolare crescita anno dopo anno dagli 11 milioni di fogli risparmiati nel 2021. In pratica, la deforestazione dell’Amazzonia si arresterà, almeno per la parte causata dalle ricette dei liguri, che essendo in media i più anziani d’Italia, consumano anche molti più farmaci rispetto a regioni di giovincelli.


E il risparmio di carta si somma a quello di toner, nella più verde delle sostituzioni delle classiche “ricette rosse poi diventate bianche”. In quello che – detto così – può sembrare un chiaro caso di daltonismo, ma è il racconto della rivoluzione copernicana delle ricette.
Funziona così: come spiegammo su “Civiltà delle macchine” il Covid ha avuto anche effetti positivi: ad esempio, quando i vecchietti si presentavano negli studi medici durante la pandemia, ovviamente respinti con perdite, dai medici di famiglia guidati da Andrea Stimamiglio partì una telefonata a Enrico Castanini, che è cuore e anima, anche corpo, molto corpo, di Liguria Digitale, che è la società della Regione che si occupa di tutto questo: “Come possiamo risolvere il problema, permettendo ai nostri pazienti di comprare ugualmente i farmaci del Servizio Sanitario Nazionale (quelli gratuiti o con il pagamento del ticket ndr) senza obbligarli a passare dagli studi medici?”. La soluzione venne trovata da Castanini e Toti in poche ore: ai pazienti veniva inviato un sms con cui potevano recarsi in farmacia e comprare così il loro medicinale.
Un po’ alla volta diventò una “best practice”, come dicono quelli che parlano bene, tanto da diventare il modello per tutta la sanità italiana, anche se ancor oggi in alcune regioni le strutture informatiche non reggono questa richiesta e si procede con la più tradizionale delle “ricette rosse, poi diventate bianche” anche se la norma e soprattutto la logica direbbero altro.
Ma qui siamo al salto di qualità, all’”upgrade”, come dicono nuovamente quelli che parlano bene. Ed è un cambiamento doppio: da un lato perché sparisce anche l’SMS e basta andare in farmacia con la tessera sanitaria per ritirare i propri farmaci, senza più bisogno nemmeno del telefonino o della mail, che spesso andavano perse con il relativo messaggio e numero identificativo della ricetta.
Regione Liguria farà da apripista per un progetto che potrebbe presto allargarsi a tutto il resto d’Italia, ovviamente se le rispettive Regioni sono pronte. 
E qui arriva un’ulteriore notazione, che è importante per raccontare il rapporto delle persone più mature con la tecnologia, che non è conflittuale come molti si ostinano a raccontarle. Certo, ciascuno di noi ha qualche parente che è convinto che per sentire meglio le telefonate o le videochiamate occorra urlare di più o avvicinarsi di più allo schermo del cellulare, ma la storia che racconta la ricetta dematerializzata è molto diversa.


“Siamo onesti, all’inizio, anche solo per il cambio di abitudini – spiegano Toti e Castanini con tutta la squadra delle ricette abolite, l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola, Stimamiglio, Borachia il presidente dell’Ordine dei medici di Genova Alessandro Bonsignore – ci chiedevamo come avrebbero preso la novità gli assistiti”. Anche perché, come dicevamo, la composizione anagrafica della popolazione ligure parla della regione con l’età media più alta d’Italia che, da un lato, significa che si vive bene, a lungo e c’è longevità, ma dall’altro significa una maggiore necessità di cure mediche e di farmaci. Tanto che, quando c’è la ripartizione nazionale dei fondi per la sanità, la Liguria riesce in genere a strappare qualche soldo in più rispetto a quelli che sarebbero previsti dai semplici numeri della popolazione residente, parametrandoli con un algoritmo correttivo basato sui parametri anagrafici. 
Non solo gli anziani non hanno avuto particolari problemi dalla prima fase delle ricette dematerializzate, quelle che erano le vecchie “ricette rosse” strappate dagli appositi blocchi su carta trattata, sostituite da SMS e Whatsapp. Ma sono stati coloro che più hanno apprezzato il nuovo corso: nessun “2021: Odissea nell’ospizio”. Anzi.
Che arriva alla “fase due”, con l’abolizione completa non solo delle ricette rosse, ma anche di quelle bianche, per i farmaci non mutuabili, e anche del messaggino sul telefono, con la tessera sanitaria sarà sufficiente un clic del farmacista per avere tutti i propri farmaci prescritti dal medico. 
Insomma, si risparmia carta, toner, tempo, e si dedica più tempo ai pazienti e meno alla burocrazia.
Quando si dice, davvero, “civiltà delle macchine”. Anche con la minuscola.