Rigassificatore di Ravenna al via: 5 miliardi di metri cubi di gas, l’8 % del fabbisogno nazionale

17 novembre 2023

Di Massimo Falcioni

Un investimento complessivo da un miliardo di euro, tra la nave che sarà ormeggiata ad una piattaforma  al largo di Ravenna e il collegamento alla rete di trasporto di gas nazionale. Questo il profilo economico del nuovo rigassificatore Snam che dalla primavera 2025 sarà operativo nelle acque del mare Adriatico a 15 km dalla costa: una gigantesca nave lunga 295 metri e larga 45 metri capace di rigassificare 5 miliardi di metri cubi di gas l’anno, un sesto della quantità di gas naturale che si importava dalla Russia prima della guerra in Ucraina, che porterà il GNL (stoccaggio di 170 mila metri cubi di gas naturale liquefatto) dallo stato liquido (a -162°) allo stato gassoso.

Sarà rifornita ad intervalli regolari, massimo una volta la settimana, da navi metaniere. Da pochi giorni sono stati avviati i lavori sia a terra (25%) e a mare (7%) procedendo secondo i piani stabiliti nella logica di contenere entro limiti significativamente inferiori a quelli previsti dalla legge gli impatti ambientali. Un impianto imprescindibile per il fabbisogno energetico dell’Italia. Un’opera che, secondo i promotori istituzionali e imprenditoriali, sarà sicura e sostenibile, rispettando tutti gli standard di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio biologico dell’area e delle zone limitrofe. Si vedrà. Da dove arriva oggi il GNL (gas naturale liquefatto) che nel 2022 ha contribuito al processo di diversificazione delle forniture di gas in Italia per sostituire quelle russe? Il peso del GNL è aumentato enormemente nell’ultimo anno: nel 2022 il GNL ha costituito il 21% delle forniture totali di gas, in aumento rispetto al 14% del 2021.

I Paesi da cui l’Italia ha importato gas nel 2022 sono: Algeria (34%), Russia (16%), Azerbaigian (15%), Paesi Bassi e Norvegia (10%), Libia (4%), GNL (21%) per un totale di 68,6 mld di metri cubi. Per fare un confronto, nel 2021 sono arrivati in Italia 9,8 miliardi di metri cubi di gas dalla rigassificazione del GNL. Nel 2022 la sua presenza è cresciuta del 46%, arrivando a superare i 14 miliardi di metri cubi. Queste le differenze nelle importazioni di gas in Italia tra il 2022 e il 2021: Libia (-18,6%), Nord Europa (+236%), Azerbaigian (+42%), Russia (-61,3%), GNL (+46%), Algeria (+11%): totali importazioni: -4,5%. Già da questi dati si capisce l’importanza del rigassificatore per l’Italia. A ribadirlo è stato l’amministratore delegato di SNAM Stefano Venier: "Il rigassificatore a Ravenna serve perché la guerra in Ucraina ci ha insegnato che dobbiamo diversificare le nostre fonti di approvvigionamento e la rigassificazione è perfetta visto l’elasticità che consente quanto a provenienza geografica del gas.

Attualmente il gas che proviene da questa fonte vale circa 28 miliardi metri cubi che coprono oltre il 35% del consumo nazionale. E a Ravenna la nave che stiamo installando ha una capacità di 5 miliardi di metri cubi l’anno. Un progetto che vedrà una ampia ricaduta sul territorio segnato da una alta cultura ingegneristica, da parte delle aziende della zona. Verranno coinvolti oltre 100 fornitori della provincia di Ravenna e dell'Emilia-Romagna. Attualmente lavorano 850 persone, poi saranno oltre 1.200 le persone impiegate. Ci saranno oltre 300 milioni come ricaduta economica sul territorio su un investimento complessivo da 1 miliardo". A queste cifre, vanno poi aggiunti 25 milioni complessivi per le compensazioni e le mitigazioni - 10 per le compensazioni, 15 per le mitigazioni - e poi, ha precisato Venier, "ci sarà la nave" che vedrà, per la sua manutenzione, "anche il lavoro di altre aziende specializzate". Ravenna dunque al centro della strategia energetica nel contesto, ha specificato Venier, di una regione che è "l’ombelico del sistema energetico italiano con tre dei 12 centri di stoccaggio nazionale e una fondamentale stazione di spinta a Poggio Renatico, nel ferrarese; per non dire del fatto che la Romagna sarà attraversata dalla nuova line adriatica che porterà il gas dall’Abruzzo al centro di Minerbio, nel bolognese".

La nave Fsru Singapore (il ’cuore’ del rigassificatore) attraccherà al largo di Punta Marina entro il primo trimestre del 2025. Nell’aprile del 2024 si avvierà l’installazione della piattaforma di ormeggio, a luglio vi sarà la posa della condotta sottomarina e la fine lavori è prevista per dicembre 2024. L’avanzamento dei lavori è al momento del 24% per la parte a terra, mentre quella offshore si attesta al 7%. Uno dei nodi legati alla delicata questione della sicurezza riguarda la diga a protezione dell’impianto a mare che sarà completata solo a fine 2025. Per il primo anno, quindi, il rigassificatore non sarà a pieno regime e non lavorerà con mare molto mosso. La nave gasiera FSRU attualmente è ormeggiato nel porto di Ain Sokhna in Egitto da dove raggiungerà Dubai per una messa a punto per poi arrivare in Italia e sarà collocata 8,5 km al largo di Punta Marina – come ha spiegato Massimo Derchi, responsabile operation di Snam – e poi collegata a terra da una condotta di pari lunghezza. La condotta sottomarina attraverserà la linea di costa mediante un microtunnel lungo circa 1.300 metri che consente di evitare ogni interferenza con la spiaggia e una volta giunto a terra il gas correrà in un metanodotto che collega l’impianto al nodo di Ravenna per 31,5 Km (oltre ai 2,5 di allacciamento) disegnando una sorta di tangenziale a sud della città che passa da Classe, San Michele e Fornace Zarattini per poi allacciarsi alla rete nazionale.

E se da una parte porta il gas, dall’altra parte Snam si cura della cattura dell’anidride carbonica. Entro il 2024, ha spiegato ancora Venier, sarà pronto l’impianto pilota da 5mila tonnellate che spinge l’anidride carbonica nei pozzi di gas dismessi, per poi andare verso la realizzazione di un impianto da 4 milioni di tonnellate con una potenzialità di 16 milioni. Impianti all’avanguardia in Europa che vedono realizzazioni simili in Gran Bretagna, Olanda e Norvegia. In Italia prima dell’ultimo rigassificatore di Piombino operativo da luglio 2023 c’erano già 3 rigassificatori funzionanti: uno a terra a Panigaglia (La Spezia) con una capacità di rigassificazione di 3,5 miliardi di metri cubi l’anno e due in mare, a Livorno (3,75 miliardi di metri cubi) e a Porto Viro (Rovigo) da 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Le capacità annue di rigassificazione di questi impianti sono già in notevole aumento.  Quello di Livorno è una FSRU, mentre quello di Porto Viro è un’isola artificiale. Perché questi rigassificatori? Una scelta obbligata. Per ridurre la dipendenza dal gas naturale proveniente dalla Russia, fino allo scoppio della guerra in Ucraina la prima fornitrice dell’Italia con una quota totale vicino al 50 per cento sul totale delle importazioni, il governo italiano si è subito impegnato per aumentare la capacità di rigassificazione nazionale, in modo da poter aumentare gli acquisti di GNL da altri Paesi, come gli Stati Uniti e il Qatar. IL GNL è il gas naturale liquefatto, in pratica il gas portato allo stato liquido tramite raffreddamento e trasportato con navi metaniere. Giunto a destinazione, per essere immesso nelle reti dei gasdotti e consumato, il GNL deve essere riportato allo stato gassoso. Ciò è possibile con impianti speciali chiamati “rigassificatori”, posti o a terra o in mare: questi ultimi possono essere delle isole artificiali o navi chiamate FSRU.

Nel 2022, su mandato del governo, Snam (la società energetica che gestisce la rete italiana dei gasdotti) ha acquistato tre FSRU, la Golar Tundra (da 330 milioni di euro), la Golar Artic (269 milioni), la BW Singapore da 400 milioni. Da luglio 2023, come detto, anche il rigassificatore di Piombino, in sostanza una maxi nave ormeggiata nel porto in grado di trattare fino a 5 miliardi di metri cubi di gas in un anno, ha iniziato a distribuire il gas nelle rete italiana: il primo carico di GNL prodotto dall’impianto di liquefazione di Sonatrach a Bethiou, in Algeria, e trasportato a Piombino con una nave metaniera. La medaglia, come sempre, ha due facce. In questo caso c’è il “No al rigassificatore” degli ultra ambientalisti che un mese fa si sono resi protagonisti di un attacco notturno del nuovo impianto di Ravenna, incendiando il cantiere.

L’ala violenta del movimento “No-gas” è la punta dell’iceberg delle più ampie contestazioni ambientaliste, senza limiti, fino alle ultime accuse secondo cui la nuova sede della Golar Tundra, a 15 km dalla costa, deturperebbe il paesaggio. Siamo al solito refrain ignorando che questi nuovi rigassificatori sono indispensabili per il fabbisogno energetico dell’Italia. C’è poi la sindrome Nimby: “Non nel mio giardino”. Per sostituire prima possibile le forniture di gas dalla Russia il contributo del GNL e dei rigassificatori sarà vitale. C’è forse chi pensa che il gas per scaldare 58.983.122 di italiani e per produrre l’energia elettrica ce lo porterà “babbo natale”?