Un’antica legge del giornalismo imporrebbe di non scrivere mai in prima persona. Ma oggi vale la pena di violarla, perché l’iniziativa che sto per raccontare è notevolissima e in qualche modo segna il punto di contatto fra la bellezza di essere bambini e la bellezza di disegnare storie, paesaggi, città.
Insomma, sono capitato in mezzo a una storia bellissima, praticamente un sogno, e credo che raccontarla e condividerla sia il miglior modo possibile per provare a farla vivere anche a voi. È qualcosa di emozionante, unico e prezioso.
È una storia che va in scena in tutta Italia, secondo Paese del mondo, e con ogni probabilità apripista di una lunga serie e coinvolge archistar e bambini, dove per una volta le star non sono gli architetti più bravi al mondo – cioè, anche loro ovviamente - ma sono anche e soprattutto i bambini.
Si chiama SOUx , che sta (anche) per School of architecture for children, ed è qualcosa di universale che ora è diventato anche italiano. Ma non è un acronimo, come si potrebbe pensare, bensì il nome dell’architetto giapponese Sou Fujimoto, docente alle università di Tokyo, di Kyoto e di Minato (Keio University) e vincitore di numerosi premi per i suoi progetti. Cresciuto sull'isola giapponese di Hokkaido, Fujimoto ha sviluppato fin dall'infanzia un forte interesse per il mondo della natura. L’aspirazione a un “futuro primitivo” è la sua filosofia progettuale.
A tradurre tutto questo nell’ultima arrivata, la scuola genovese, sono Alfonso Femia e Simonetta Cenci, che lavorano all’atelier Alfonso Femia, che è uno studio che ha sedi a Genova, a Milano e a Parigi. Ma, forse, sarebbe più giusto ed appropriato dire che la loro sede è il mondo perché realizzano progetti ed opere un po’ ovunque. E, soprattutto, ci mettono un valore aggiunto incalcolabile, che è un po’ come le radici di Civiltà delle macchine, quasi un riassunto della storia di questa testata e di questa Fondazione: l’umanesimo nell’approccio.
A Genova ci sono trentuno incontri previsti, venti docenti coinvolti, venti ragazzi, sette sponsor, patrocini istituzionali, di Fondazioni, ordinistici, universitari. E qui arriva la cosa più bella: la presenza degli sponsor, permette di non far pagare nulla ai bimbi, che vivono questa atmosfera eccitante e divertente in modo assolutamente gratuito, forniti anche di tutti i materiali. Insomma, la prima architettura straordinaria è quella economica che, a costo zero, permette di iniziare a formare i piccoli architetti.
E così Femia e Cenci partono da una citazione di Claudio Abbado: “Non si deve insegnare la musica ai bambini per farli diventare grandi musicisti, ma perché imparino ad ascoltare e, di conseguenza, ad essere ascoltati”. Che, declinato qui, suona pressappoco in questo modo: “Così è, ancora di più, per l’architettura: camminiamo nelle strade delle nostre città senza vedere e senza sapere e, dunque, senza amare”.
Femia aggiunge una cosa, bellissima, la base di ogni sapere: “Senza voler imporre il nostro punto di vista”.
Ovviamente, le lezioni non sono paludati monologhi degli insegnanti, ma fondamentalmente un gioco. Con il piacere – che ho provato personalmente, di questo parlavo all’inizio – di essere continuamente interrotti da domande, quesiti, sberleffi, commenti vari dei bimbi, da quelli educatissimi che non muovono un muscolo fin quando si dà loro parola, a quelli che sono adrenalina pura.
In tutto questo, la direttrice della scuola, Simonetta Cenci, è un po’ come Minerva McGranitt, la direttrice della scuola di Hogwarts di Harry Potter, che alterna simpatia, una grandissima carica di umanità, voglia di giocare, scherzi con i bimbi e con le sue collaboratrici, a sfuriate con gli occhi che incendiano i disturbatori che fanno immediatamente silenzio.
Insomma, si parva licet, funziona come il preside del Collegio.
E l’esperienza di Genova è solo l’ultima di una straordinaria e virtuosa serie che coinvolge tredici regioni italiane, con sedi a Torino, Asti, Milano, “Bergamo e Brescia capitale italiana della cultura” prossimamente, Padova, Bologna, Firenze, Pescara, Bari, Taranto, Ostuni in provincia di Brindisi, Favara ad Agrigento dove tutto questo è cominciato in Italia nel 2016. E ancora Alassio, Albenga entrambe in provincia di Savona sedi estive 2023, Gela a Caltanissetta per la summer school 2021. E poi l’isola di Procida, nella città metropolitana di Napoli nella formula “Restart from the future” in cui l’Italia ripartì dopo la pandemia, ma anche Savona, Parma, Verona, Novafeltria in provincia di Rimini, Piombino in provincia di Livorno, Cagliari, Rieti, San Salvo in provincia di Chieti, Lariano e Palestrina nella città metropolitana di Roma, Bitonto in quella di Bari, Cosenza, Torregrotta nella città metropolitana di Messina, Zafferana Etnea in quella di Catania, nella formula a domicilio, cioè con la scuola che raggiunge i bambini nella realtà e nei luoghi in cui sono e in cui operano e non viene da loro raggiunta.
E le ho citate tutte perché proprio qui sta la forza di SOUx, nell’essere ovunque, anche e soprattutto al Sud e nel parlare a tutti. La Scuola di Architettura per bambini, la prima in Italia, la seconda al mondo, è la traduzione di tutto questo e coinvolge ovviamente architetti e urbanisti, ma anche pedagogisti, paesaggisti, botanici, artisti, antropologi, sociologi, medici e giuristi ed è specializzata in attività educative dopo scuola, legate all’urbanistica, all’architettura e all’ambiente, alla costruzione di comunità, ma anche all’arte, al design e all’agricoltura urbana.
Ovviamente, anche SOUx nella sua declinazione genovese va in questa direzione e Alfonso Femia e Simonetta Cenci, che ne sono le anime, una sorta di Bonnie e Clyde del piacere di amare l’architettura e la bellezza in ogni sua forma e di portarla all’esterno, spiegano il loro scopo: “Raccontare ai bambini come si guardano e come si ascoltano i territori, le città, gli edifici, saper vedere e apprezzare i luoghi in cui vivono le geometrie e le funzionalità e insieme sollecitare il desiderio di “progettare” come piccoli e poi grandi cittadini”.
Siamo a livelli di eccellenza assoluta: Femia è un’archistar, ma soprattutto un umanista a trecentosessanta gradi – fra gli strumenti che abbiamo usato con i bimbi, non a caso c’erano i goniometri – che con la società benefit “500X100”, cura progetti culturali e di ricerca, e gestisce format che hanno inventato i migliori streaming, anche in video, prima ancora che esistessero gli streaming, architetture dialettiche sul mondo. E poi è curatore di Biennali di Architettura, affabulatore conteso da università, fondazioni, enti, varie ed eventuali, capace di essere una mezza giornata a Pisa e l’altra mezza a Venezia, passando per Genova, facendo rivivere in 24 ore le Repubbliche Marinare (e state certi che è stato a parlare anche ad Amalfi).
Del resto, il suo curriculum architettonico è ricco di sedi di aziende a Marostica, Parma, Roma, Marsiglia, ma anche housing sociale, edifici pubblici, recupero della prima Zecca d’Italia a Roma, Terminal crociere e traghetti di Porto Corsini a Ravenna, cittadella della cultura a Messina, terminal di Venezia-Porto Marghera, aeroporto di Salerno, parco della Giustizia a Bari, campus universitari di Annecy e Avignone, più molti complessi multifunzionali e residenziali in Francia e tanto altro.
E Simonetta Cenci, che è sua partner non solo nella vita, ma anche e soprattutto in Atelier(s) Alfonso Femia e nella scuola di cui è direttrice, è forse la maggiore esperta italiana di urbanistica e rigenerazione urbana, che ha tradotto i suoi insegnamenti e i suoi studi anche come assessore in questi settori nella prima giunta comunale di Marco Bucci a Genova, che è stata quella che in Italia ha corso più avanti in questo campo.
Insomma, SOUx è dedicata ai bambini e alle bambine dai 7 ai 12 anni, per ripartire dal valore del proprio territorio, guardando alle future generazioni. E nello staff, di una ventina di collaboratori, nulla è stato lasciato al caso, con un vero tocco di classe, la presenza di Francesca Fassio, “esperta di diversity”, attentissima ai diritti dei ragazzi disabili o con qualche problema, mai così coccolati nella loro umanità speciale e totale.
E tutto questo non è fine a se stesso, perché l’attività – sparsa per la città, dallo studio di Femia all’ufficio del sindaco, dalla sala del consiglio comunale alle strade - è affiancata da laboratori e finalizzata a un progetto messo a punto dai bambini sul parco Villetta di Negro, in pieno centro cittadino, fra il museo d’Arte Orientale, il principale in Italia, una cascata sopra le grotte e l’Urban Lab, che ha ridato vita a un angolo del parco prima occupato da tossicodipendenti e degrado e che ora è rinato.
E tutto questo è riassunto così dalla direttrice Cenci: «Il progetto SOUx Genova si sta rivelando un’esperienza straordinaria. Noi ci stiamo impegnando per trasferire racconti, storie, strumenti per far amare e stimolare l’immaginazione prima di tutto e poi per progettare, ma sono certa che i bambini ci restituiranno in misura decuplicata un arricchimento di visioni, impressioni, sogni. Impareremo e stiamo già imparando dai loro occhi a guardare in modo diverso la nostra bellissima città».
Davvero è come Harry Potter e Hogwarts, magia vera.