Spazio, la nuova sfida dell'ONU

05 marzo 2020

Di Simonetta Di Pippo

I primi due decenni del ventunesimo secolo sono stati caratterizzati da un rinnovato e profondo interesse per l’esplorazione, l’utilizzo, la ricerca e la tecnologia legati allo spazio. Il numero di lanci, satelliti e sonde inviati nello spazio e degli attori impegnati nel settore è in costante crescita, assieme a un aumento senza precedenti della varietà di tecnologie e soggetti coinvolti. La tendenza di crescita è visibile soprattutto nell’attività di lancio che, per la prima volta dal 1990, ha registrato oltre 100 operazioni nel 2018 e nel 2019. Solo in questo decennio, si è sviluppato con successo il primo sistema di lanciatori commerciali riutilizzabili. Ciò rappresenta un fattore determinante nell’abbattimento dei costi di accesso allo spazio, insieme alla miniaturizzazione e al rapido miglioramento della tecnologia: siamo passati dai satelliti del 1990, grandi quanto un’auto, ai cubesat che possiedono ora una potenza tecnologica mai vista prima, pur stando tranquillamente nel palmo di una mano. Nel 2017, il Polar Satellite Launch Vehicle (PSLV), un lanciatore indiano, ha messo in orbita 104 satelliti contemporaneamente, raggiungendo così un altro record. La piccola industria dei satelliti sta rapidamente diventando un elemento di traino del settore e, grazie alle mega costellazioni, un numero sempre maggiore di satelliti verranno lanciati in orbita nel breve e medio periodo.

Gli attori coinvolti sono radicalmente diversi rispetto a vent’anni fa. Al momento, oltre 80 Stati hanno mandato in orbita un satellite utilizzando servizi di lancio propri o stranieri, rispetto ai 40 registrati nel 2000. Nel corso degli anni, infatti, il settore spaziale è passato dall’essere un’area a uso esclusivo delle nazioni più ricche, a un ambiente dinamico, caratterizzato da pluralità e diversità. Le organizzazioni intergovernative e quelle non governative, le istituzioni accademiche e, soprattutto, il settore privato hanno progressivamente trovato la loro strada nel modo di condurre attività connesse all’esplorazione e all’utilizzo dello spazio. Il settore privato, in particolare, ha dato nuova energia all’esplorazione spaziale, creando una rivoluzione nel sistema. Secondo lo Space Report 2019, lo scorso anno le infrastrutture commerciali, le industrie, i prodotti e i servizi hanno costituito circa l’80% dell’economia spaziale mondiale, ammontando a quasi 330 miliardi di dollari. I budget governativi, d’altronde, costituiscono “solo” il rimanente 20%, per una cifra che si aggira intorno agli 85 miliardi di dollari.

E il rapido sviluppo non è limitato alle grandi aziende del settore aerospaziale: negli ultimianni, abbiamo assistito al proliferare di un crescente numero di start up innovative. Un recente report di Space Angels, società di investimento nel settore spaziale con sede a New York, ha confermato la tendenza, evidenziando un record di 5,8 miliardi di dollari investiti in imprese spaziali, portando così il totale a circa 20 miliardi di dollari dal 2013. Il valore complessivo del settore in sostanza risulta in aumento da diversi annisenza mostrare alcun segno di declino.

È un dato di fatto che i satelliti costituiscono la spina dorsale della società moderna e hanno un ruolo fondamentale nel monitorare e raggiungere gli obiettivi stabiliti dagli accordi globali: i 17 obiettivi (SDGs) dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’Accordo di Parigi sul clima e la direttiva di Sendai per la riduzione del rischio di disastri 2015-30. Il posizionamento, la sincronizzazione temporale e la navigazione garantiti dai Global Navigation Satellite Systems (GNSS) contribuiscono alla soluzione di problemi sanitari di portata mondiale attraverso la localizzazione di malattie infettive, prevedendo così epidemie e permettendo una gestione più rapida ed efficace delle catastrofi. L’osservazione della Terra, invece, consente di monitorare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, di individuare siti per la produzione di energia rinnovabile, di combattere attività criminali come il traffico di esseri umani e animali, di migliorare la gestione delle risorse idriche e di sostenere gli sforzi umanitari in tutto il mondo. È quindi nell’interesse di tutti continuare a proteggere collettivamente questo patrimonio globale.

Il lancio dello Sputnik 1 cambiò il valore dello spazio per l’umanità. Sebbene non ancora totalmente compreso all’epoca, questo obbligò la comunità internazionale a stipulare accordi scientifici e tecnici, nonché a creare un quadro legale per le attività spaziali. Già nel 1958, l’Assemblea Generale dell’ONU (UNGA) costituì una commissione ad hoc focalizzata sugli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico (COPUOS) per discutere, tra gli altri argomenti, «la natura dei problemi legali che possono sorgere nel portare avanti programmi esplorativi nello spazio». Un anno più tardi, nel 1959, il Comitato sull’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (COPUOS secondo l’acronimo inglese) fu istituito come comitato permanente dell’UNGA e da quel momento in poi diventò il punto di riferimento per la cooperazione e la diplomazia internazionale nel settore spaziale. Il segretariato di COPUOS è UNOOSA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico. Al momento, il COPUOS è tra i comitati che stanno crescendo più rapidamente all’interno dell’ONU: dal 2014 gli Stati membri sono passati da 76 a 95, con un considerevole aumento del 25%. Il COPUOS inoltre mostra una elevata capacità decisionale basata su consenso generale che avvalora l’importanza del multilateralismo e rafforza il ruolo delle Nazioni Unite nel mantenere l’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico.

Oggi gli aspetti legali delle attività spaziali sono regolati da una serie di trattati che determinano obblighi vincolanti, principi adottati dall’UNGA e norme volontarie in forma di risoluzioni, accordi tra istituzioni e linee guida che suggeriscono una modalità normativa efficace. Il Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, adottato sotto gli auspici del COPUOS, è oggi il riferimento globale per la regolamentazione delle attività spaziali. Di lì a poco seguì l’adozione di altri quattro trattati, ovvero l’Accordo sul salvataggio degli astronauti del 1968, la Convenzione sulla responsabilità spaziale del 1972, la Convenzione del 1975 sulla registrazione degli oggetti lanciati nello spazio e il Trattato sulla Luna del 1979, che sottolineano il successo della diplomazia multilaterale sotto l’egida dell’ONU. Questi trattati elaborano obblighi dettagliati in merito alla responsabilità degli attori statali e non statali, alle regole sulla registrazione degli oggetti lanciati nello spazio e sulla procedura per il loro recupero a cui gli Stati sono vincolati. Negli anni Ottanta, nuove norme furono create attraverso mezzi diversi dai trattati, compresi i principi sulla radiodiffusione, il telerilevamento e l’uso di fonti di energia nuclea-re, oltre alla Dichiarazione sulla cooperazione internazionale per l’esplorazione e uso dello spazio extra-atmosferico. Tali norme hanno offerto una governance flessibile standardizzata nel tempo e recepita dalle leggi nazionali.

(In copertina) Piccolo miracolo, Matteo Montani, 2019 olio, polvere di alluminio e bronzo su carta abrasiva su tela, Galleria Valentina Bonomo. Foto di Cristian Rizzo ↑ Unmooring, Matteo Montani, 2019 olio e polvere di bronzo su carta abrasiva su tela, Galleria Valentina Bonomo. Foto di Cristian Rizzo

Tuttavia, dobbiamo rimanere vigili in quanto le dinamiche che hanno plasmato il settore spaziale negli ultimi venti anni non rappresentano solo delle opportunità, ma anche delle sfide. L’aumento dei finanziamenti e l’accessibilità hanno aumentato in maniera esponenziale il numero di oggetti lanciati nello spazio mettendone a rischio la sostenibilità a lungo termine. Quasi 2500 satelliti sono operativi in orbita ed entro il 2050 supereremo le 40-50.000 unità totali. Una sfida che va di pari passo con la crescita del numero di oggetti spaziali è quella che coinvolge i detriti. Secondo l’Agenzia Spaziale Europea, circa 34.000 frammenti con dimensioni superiori a 10 cm sono già stati identificati, mentre si stima che il numero di quelli di grandezza inferiore sia in milioni di unità.

Il numero crescente di satelliti crea nuove aree rilevanti in termini legali, scientifici e tecnici come la gestione del traffico spaziale e la rimozione attiva dei detriti, tutti argomenti ampiamente discussi nel settore. L’esplorazione spaziale ha lo scopo di superare i limiti dell’umanità, elaborando sforzi per i viaggi umani a lungo termine e insediamenti su corpi celesti. Inoltre, la commercializzazione dello spazio ha aperto possibilità esplorative completamente nuove, come quelle legate al turismo o all’estrazione e all’utilizzo di risorse spaziali. Queste nuove realtà, combinate col progresso costante della tecnologia, richiedono attenzione su molti aspetti, e fanno pressione sulle leggi e sulla governance spaziale nazionale e internazionale. Attraverso l’UNGA, il COPUOS e gli eventi gestiti da UNOOSA, come il World Space Forum, i soggetti coinvolti nel settore spaziale si confrontano su tali questioni con regolarità, sottolineando la necessità di preservare la sostenibilità dello spazio a lungo termine attraverso il multilateralismo e la cooperazione internazionale.

Storicamente, il successo dell’ONU nel facilitare le discussioni sul diritto spaziale internazionale si è basato non solo sui cinque trattati e i cinque principi dello spazio extra-atmosferico, ma anche su direttive non vincolanti. Uno sforzo pluriennale che risale agli anni Novanta, quando gli Stati membri del COPUOS hanno raggiunto un accordo riconoscendo i detriti come un «problema che riguarda tutte le nazioni» e portando all’adozione delle linee guida ufficiali per la riduzione dei detriti spaziali approvate dall’UNGA nel 2007. Inoltre, nell’ultimo decennio, grande attenzione è stata dedicata alla questione della Sostenibilità a lungo termine (LTS) e delle attività nello spazio extra-terrestre. Nel 2019, al culmine di uno sforzo durato dieci anni, la comunità internazionale ha concordato un preambolo e 21 linee guida per fornire assistenza sul quadro politico e normativo in materia di attività spaziali; per la sicurezza delle operazioni spaziali; la cooperazione internazionale; la sensibilizzazione; la ricerca e lo sviluppo tecnico e scientifico. Si prevede che le deliberazioni continueranno nel 2020 con la reintroduzione di un gruppo di lavoro dedicato all’LTS.

È sempre più evidente che tutti i soggetti coinvolti debbano conformarsi alle disposizioni del diritto spaziale internazionale e condurre le loro attività in maniera responsabile. L’UNOOSA attribuisce grande importanza all’adozione e all’aderenza alle direttive legali internazionali già esistenti, oltre che all’implementazione dei principi e degli strumenti non vincolanti come le linee guida sulla riduzione dei detriti spaziali e quelle riguardanti LTS. Tuttavia, alcune nazioni, sia quelle già impegnate nel settore che quelle emergenti, non hanno ancora adottato una legislazione nazionale che rifletta i principi fondamentali del diritto spaziale internazionale. In questo contesto UNOOSA gioca un ruolo chiave con il progetto Diritto spaziale per nuovi attori spaziali, attraverso il quale fornisce servizi di consulenza tecnica e di sviluppo di capacità, a richiesta, per tutti gli Stati membri dell’ONU. Così facendo, UNOOSA aiuta tali paesi a sviluppare misure per adottare politiche spaziali e aderire al diritto internazionale, e, quindi, a sviluppare e mantenere un comportamento più responsabile.

Negli anni l’ONU ha dimostrato di essere l’arena internazionale per individuare e risolvere in modo puntuale le sfide complesse del settore spaziale. I principi fondamentali contenuti nei trattati formano ancora la base necessaria per costruire un solido quadro operativo per le attività spaziali. L’ONU, grazie al suo posizionamento a livello globale, rimane l’arena multilaterale per il confronto internazionale. All’UNOOSA, siamo impegnati a far progredire la cooperazione internazionale e facilitare le deliberazioni tra i soggetti coinvolti, sia statali che non, poiché, invitando tutti al tavolo negoziale, garantiamo un processo inclusivo, multilaterale e responsabile per lo sviluppo e l’aderenza al diritto spaziale internazionale. Ciò che era vero sessant’anni fa in occasione della prima riunione del COPUOS continua a esserlo anche oggi. La comunità internazionale deve affrontare sviluppi costanti nel settore spaziale e adattarsi a nuove strutture e sfide. Gli ultimi due decenni hanno ridisegnato il modo in cui operiamo nello spazio. Le sfide tradizionali come i detriti spaziali, la registrazione di oggetti spaziali o la sostenibilità a lungo termine, e le nuove attività, compresa la rimozione attiva dei rottami, il turismo spaziale o l’estrazione e l’utilizzo delle risorse spaziali hanno messo in discussione il diritto spaziale esistente. Dobbiamo indubbiamente lavorare insieme come comunità al fine di garantire che l’ambiente legale, scientifico e tecnico siano costruiti attorno a fiducia, trasparenza e valori comuni volti a mantenere uno spazio sicuro, protetto e sostenibile.