Valentina Tereshkova, 60 anni fa prima donna nello spazio. A 86 anni un sogno: Marte!

19 giugno 2023

Di Massimo Falcioni

Oggi, a 86 anni, in gran forma fisica e mentale, Valentina Tereshkova dice che il suo desiderio è andare su Marte, un viaggetto di 230 milioni di chilometri dalla durata che può variare da 128 a 333 giorni. Mai dire mai, con una donna così. Valentina Vladimirovna Tereškova la storia l’ha già scritta, 60 anni fa, prima donna nello spazio il 16 giugno 1963.  Aveva 27 anni ed entrò nella storia, donna fra le più iconiche e famose nel mondo.

Nata a Maslennikov nei pressi di Jaroslavl (Urss) sul fiume Volga, 300 km da Mosca, era figlia di un contadino trattorista poi carrista caduto in battaglia nella seconda guerra mondiale lasciando moglie e tre figli. Per Valentina, infanzia difficile, poi operaia in una azienda di pneumatici e quindi, per sette anni, in una fabbrica tessile, come sarta e stiratrice. Lavori in casa prima dell’alba e dopo 10-12 ore in fabbrica, la sera in un corso per conoscere il cielo e imparare a volare. Nel 1955 passò dalla teoria alla pratica, prima come paracadutista, poi come pilota. Nel 1961, dopo l’impresa cosmica di Jury Gagarin, Valentina  chiede ed ottiene di partecipare ai corsi di addestramento per voli spaziali. L’Urss voleva mandare una donna nello spazio prima degli Usa. Tante le candidate, le cui caratteristiche, oltre alla passione e alle qualità tecniche, dovevano avere requisiti quali età sotto i 30 anni, peso sotto i 70 kg e altezza non oltre 170 cm. Valentina aveva anche queste caratteristiche e di lanci in un paio di anni ne aveva collezionati tanti. Delle migliaia di donne che si candidarono ne furono scelte 400, poi ridotte a 58 e ancora a 23.

Il 16 febbraio 1962 erano rimaste in 5. Valentina Tereškova era tra loro. Pare che Valentina non fosse la migliore nei test ma era la candidata perfetta ai fini della propaganda. Donna del popolo, proveniva dalla provincia, da una famiglia operaia, figlia di un caduto in guerra e lei stessa attivista nella sezione locale del partito. Era di bell’aspetto, determinata, intelligente e capace di parlare in pubblico, sarebbe stata un personaggio pubblico ideale. Il 16 giugno 1963, dal cosmodromo di Bajkonur,  veniva lanciata nello spazio, subito dopo la missione dell’altro astronauta Bykovsky. Cajka, questo il nome in codice di Valentina, a bordo del Vostok VI, compie 48 orbite terrestri, per una permanenza in volo di 24 h e 16 minuti. Il 19 giugno alle ore 8.20 atterra a nord est di Karaganda (Kazakistan) dove viene aiutata nello sgancio del paracadute, e non solo, dai contadini del villaggio. Poche ore dopo essere entrata in orbita la giovane donna chiama Terra via radio.

Descrive quello che vede: “Qui Gabbiano. Va tutto bene. Vedo l’orizzonte, il cielo blu e una striscia scura. Com’è bella la Terra!” Solo 30 anni dopo si seppe che non andava tutto così bene. Teresckova, in una intervista, rendeva pubblici alcuni drammatici retroscena di quel suo primo volo orbitale. Allacciata saldamente al sedile, non poteva muoversi. Soffrì di nausee e affaticamento e vomitò più volte. Ma soprattutto rischiò di perdersi per sempre. A causa di un errore nella rotta impostata a terra, la traiettoria della navicella andava dritto verso lo spazio profondo, allontanandosi dall’orbita. L’errore fu corretto appena in tempo e il volo proseguì per 2 giorni, 22 ore e 50 minuti per un totale di 48 giri intorno alla Terra. All’epoca, al rientro, i cosmonauti dovevano essere espulsi in volo dalla cabina di pilotaggio a 20.000 piedi di altezza. A causa del maltempo il paracadute fu spinto lontano, fuori rotta, su un lago. Per l’astronauta un brutto schianto con gran botta in testa e lividi sul corpo.

Fu ricoverata in ospedale e poi riportata sul posto dell’atterraggio con una tuta spaziale nuova fiammante e farsi riprendere dalle telecamere, sorridendo, e col viso truccato, mentre simulava l’atterraggio. Quelle immagini hanno fatto il giro del mondo e sono entrate nella storia. Pochi giorni dopo le venne conferita a Mosca l’onoreficenza di pilota-cosmonuata dell’Unione Sovietica. Del primo gruppo di donne cosmonaute selezionate nel 1962, Tereskova fu l’unica a volare nello spazio. Le fu dedicato un francobollo nel 1963 e una linea di apparecchi fotografici prodotti dalla sovietica Belomo dal 1965 al 1974 fu chiamata Caica. Nel 1963 Valentina sposò il cosmonauta Andrijan Nikolaev da cui, nel 1964 nacqua la figlia Elena. Nel 1966 venne eletta nel Soviet Supremo dell’Urss e nel 1968 divenne presidente del comitato donne dell’Unione Sovietica. Poi, nel 1971, membro del CC del Pcus e, dal 1974, membro del Presidium del Soviet Supremo; da 1976 vicepresidente della commissione per l’educazione, la scienza e la cultura dell’Unione Sovietica. Altri incarichi di prestigio nel 1994 e nel 1999 e tante onoreficenze di livello nazionale e internazionale.  

Mai prima una donna aveva avuto in Russia e fuori tali riconoscimenti pubblici, politici e istituzionali. Valentina Tereskova resta una donna simbolo. In tutto il mondo. Per sempre. Con lei hanno tutte le donne hanno preso il volo.