Andrea Campora spiega come si blinda l’Internet delle cose

Il capo della Cyber Security Solutions di Leonardo: “Ci sono miliardi di oggetti connessi, serve la cybersicurezza by design”

“Oggi siamo immersi nel cyberspazio. Abbiamo oggi 17 miliardi di oggetti IOT connessi, parliamo dell'Internet of Things, l’internet delle cose, che è ormai tutto il mondo che ci circonda. In questo oceano sterminato di dati e di interconnessioni, la cyber ci consente di avere il controllo della situazione come individui o come nazioni, ci dà la possibilità di non dipendere dagli altri. A livello europeo si usa il termine Navigating Complexity e la cyber è la risposta a questa augmented reality, che ha tutta una serie di rischi e di fragilità”.

Nella prima puntata del vodcast CyberTalk, Andrea Campora, il direttore della divisione Cyber Security Solutions di Leonardo, delinea il quadro di una situazione in continua evoluzione, dettata dalla cosiddetta transizione digitale, che riguarda ormai ogni ambito della vita sociale, delle attività economiche e persino del dibattito politico.

“Socrate diceva conosci te stesso – aggiunge Campora – Un detto che adeguato alle nostre esigenze vuol dire: quali sono i tuoi asset, quanto valgono? Il secondo passo è lo studio delle minacce: quanto quello che tu hai vale per qualcun altro? Questo è il cosiddetto risk management, che ci porta alla gestione del rischio della cyber, capire far sì che per qualcuno costi di più accedere a quei beni o modificarli o alterarsi, piuttosto che il ritorno di natura economica o di natura politica che lui può avere”.

Nel corso dell’intervista Campora ha fornito numerosi consigli per una corretta gestione delle risorse digitali. Ma il modo migliore resta una progettazione lungimirante: “È il concetto di cybersecurity by design. Quando c'è la progettazione di un prodotto, di una piattaforma, di una rete, mi pongo dall'inizio, quindi fino a livello di ingegnerizzazione, il tema della riduzione della superficie d'attacco. Che vuol dire ridurre la vulnerabilità e prevedere in partenza gli spazi che potrebbero diventare bersagli di un attacco”.