22.04.2022 Massimo Falcioni

Auto e taxi volanti, la rivoluzione della mobilità a decollo verticale

Ne è passata di acqua sotto i ponti, o per meglio dire in questo caso, di aria e di nuvole sul cielo da quando a cavallo fra ‘400 e ‘500 Leonardo da Vinci osservando e studiando gli uccelli e le correnti capì che nel loro volo non c’era niente di magico ma “solo” meccanica. Per secoli, il volo è stato il sogno degli uomini

La mitologia greca ha tramandato il volo di Icaro salito troppo vicino al Sole che squagliò la cera delle ali precipitando e annegando in mare. Ben prima dei fratelli Wright, che il 17 dicembre 1903 fecero staccare da terra il loro Flyer realizzando il primo volo a motore della storia, nel IX secolo il quasi settantenne Abbas Ibn Firnas si lanciò con il suo ornitottero (di fatto due ali di seta, legno e piume legate su schiena e braccia) da un picco del monte Jabal Al-Arus nello Yemen veleggiando in aria per una decina di minuti prima di atterrare malamente ma passando alla storia come il primo uomo a volare su un apparecchio più pesante dell’aria. Dopo l’epopea dei fratelli Wright, forzando un po’ gli eventi, si può dire che quel che è accaduto nel volo, con tutte le straordinarie evoluzioni fino alla conquista dello spazio, fa parte della cronaca.

Cronaca che i venti di guerra trasformati in nuove tragedie dopo l’invasione russa della Crimea hanno fatto conoscere le nuove tecnologie degli armamenti – meglio dire nuove diavolerie micidiali e assassine – specie per quelli d’aria, in particolare i missili ipersonici che lanciati da terra o da un aereo o da un sottomarino volano a una velocità di Mach 10 (oltre 12.000 Km/h) con un raggio d’azione fino a 3000 Km e capaci di trasportare una testata a frammentazione da 1.100 libbre (poco meno di 500 Kg) o una testata nucleare da 500 kilotoni (la bomba atomica di Nagasaki aveva una potenza compresa tra 10 e 30 Kt). Fortunatamente ci sono tecnologie e progetti “di pace”, specialmente legate al trasporto e alla viabilità, in particolare quella aerea e addirittura mista “aerea-stradale” denominata “mobilità verticale” basata sugli eVtol. È uno dei tasselli della nuova frontiera della mobilità più a portata dell’uomo e meno invasiva, sul piano dell’inquinamento, per il nostro Pianeta. Di cosa si tratta? Di progetti e realizzazioni di grossi droni multirotori o mini “aerei” a decollo e atterraggio verticale che utilizzano l’energia elettrica per librarsi, decollare e atterrare verticalmente, in un futuro prossimo, senza un pilota a bordo. Questa tecnologia è nata e si sta sviluppando grazie ai progressi nella propulsione elettrica e alla crescente necessità di nuovi veicoli per la mobilità aerea urbana, di mezzi, prodotti e persone. Si tratta - usando denominazioni che vanno aggiornate - di auto, di cargo e di taxi volanti: una rivoluzione per il futuro della mobilità aerea urbana (UAM), una nuova frontiera dell’industria dell’auto e dell’aeronautica e di un indotto in gran parte da scoprire, per cui negli ultimi quattro anni si sono ottenuti investimenti pubblici complessivi internazionali che superano già i sei miliardi di dollari.

Dalla teoria alla pratica, dai progetti ai prodotti realizzati e funzionanti in un orizzonte che oggi non si può stabilire. Parlare, ad esempio, di auto e taxi volanti non è più fantascienza perchè tanti sono i nuovi progetti in fase di studio oltre ai primi prototipi già decollati per voli di prova sperimentali: si tratta di più di 200 veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale convincenti sul piano tecnico e anche su quello economico. 
Le stime riferite alle “auto volanti” e ai mezzi “senza strade” parlano di un nuovo forte business: un mercato entro il 2035 attorno ai 30 miliardi di euro. I nodi da sciogliere sono ancora tanti, non solo perché non è facile passare dai prototipi alla produzione di serie, ma è ancor più difficile districarsi nel groviglio delle leggi, della burocrazia, dei vincoli e delle beghe politico-istituzionali diverse da nazione a nazione, da continente a continente. Anche perché non si può ripetere in cielo domani il caos del traffico urbano di oggi. Comunque, l’auto volante è già realtà. Pochi mesi fa un’auto volante prodotta in Slovacchia e decollata dalla città di Nitra per atterrare mezz’ora dopo nella capitale Bratislava, a 75 Km di distanza. Per vedere in azione, nella quotidianità, i primi aero-taxi – Covid e guerra in Ucraina permettendo - non passerà molto tempo. In Italia si dovrebbe partire nel 2024, a Roma, con il collegamento diretto dall’aeroporto di Fiumicino al terminal di Piazza San Silvestro a bordo di un taxi elettrico volante denominato Volocity. Due passeggeri alla volta per un volo di 15 minuti al costo un po’ sotto i 150 euro. Un progetto in stato di forte avanzamento che vede impegnati tanti soggetti pubblici e privati fra cui Enac, Enav, Aeroporti di Roma.

Idem in altri aeroporti e non solo, come a Milano dove in collaborazione con SEA (la società di gestione aeroporti di Linate e Malpensa) si punta, dal 2026, a una linea Milano/Cortina in occasione delle Olimpiadi invernali. Da questo progetto di tecnologia e business del taxi elettrico volante non può certo star fuori la Cina che agli inizi del 2022 ha già testato positivamente nella provincia di JanSu un suo aerotaxi “Prosperity I”: l’aerotaxi dagli occhi a mandorla a emissioni zero, con pilota e tre passeggeri, sale a 150 metri volando poco sotto i 200 Kmh con una autonomia di 250 Km. Sul business dei trasporti innovativi, con la mobilità aerea avanzata fiore all’occhiello, in prima fila anche gli Stati Uniti, in particolare con un progetto della città di Miami in partnership con il Gruppo Hyundai già forte nel settore con l’inedito progetto 2020 della mobilità aerea urbana (Supernal) che punta all’avvio della nuova rete dei voli commerciali entro i prossimi cinque anni. Di particolare interesse è il nuovo regolamento sui criteri stabiliti in tema di “certificazione di aeromobili autorizzati a volare a bassa quota in contesti urbani” che il dipartimento dei trasporti USA presenterà proprio entro aprile 2022. Fra i tanti progetti spicca quello avviato nel 2018 da Audi poi sviluppato con Italdesign (entrambi del gruppo Volkswagen) e Airbus, il Pop.Up Next, un mezzo che integra un modulo terrestre e uno aereo per facilitare gli spostamenti urbani in una ipotetica metropoli del 2030 o, verosimilmente, più avanti. Per gli spostamenti brevi, Pop.Up Next si muove su ruote. Per quelli più urgenti c’è l’intervento di un grosso drone. Comunque, la guida è sempre autonoma, i propulsori sono elettrici e l’interfaccia fra uomo e macchina avviene attraverso riconoscimento facciale, scansione della pupilla e impronte digitali. I nuovi mezzi “spaziali” con persone a bordo, oltre ai droni per il trasporto merci, rappresentano dunque il nuovo settore della mobilità verticale che già nei prossimi 10-15 anni inciderà nei modi con cui ci sposteremo con ripercussioni sulla vita sociale, culturale ed economica.

In particolare, l’obiettivo è quello di raggiungere una scala che possa far usare gli eVtol in città come oggi si prende un taxi. “Solo così – dice Josef Nierling a.d. di Porsche Consulting – si possono ottenere benefici individuali, come il risparmio di tempo negli spostamenti superiori ai 15 chilometri e sociali, come il supporto a persone più anziane o con disabilità”. 

Per rendere possibile e conveniente in un Paese l’utilizzo di un aerotaxi così come oggi si chiama e si usa un taxi è necessaria una rete globale di oltre 15.000 eVtol in più di 30 città: “Così – secondo i dati dello studio “The Economics of Vertical Mobility” presentato da Porsche Consulting al Vtm – dall’aeroporto di Torino alle Ogr il volo impiegherebbe 4 minuti al costo di 44 euro, portando l’utilizzo giornaliero a più di mezzo milione di persone”. Sempre secondo l’amministratore di Porsche Consulting Josef Nierling “In Italia il settore della componentistica automotive potrebbe beneficiare dello sviluppo della mobilità verticale, in particolare a favore di quei produttori che già oggi hanno intrapreso il percorso di trasformazione come fornitori della mobilità elettrica, inclusa l’infrastruttura di ricarica, così come di chi sviluppa tecnologie nell’ambito della guida autonoma e, in generale nella sensoristica automotive”. Rivoluzione non solo per il trasporto delle persone ma anche per quello delle merci. A fine 2021, a Torino, la italiana FlyingBasket, in collaborazione con Leonardo e Poste Italiane, ha effettuato la prima operazione di volo in area urbana con un drone con un vano di carico e un altro drone con un carico sospeso fissato ad una imbracatura trasportando 26 Kg ciascuno su una distanza di 3,9 Km fino al punto di consegna. La dimostrazione ha rappresentato un esempio concreto e positivo dei voli condotti oltre la linea di vista del pilota (BVLOS) nell’ambito della mobilità aerea avanzata (AAM).

"Il futuro della logistica risiede nel trasporto merci autonomo. Questa missione ha dimostrato l'incredibile potenziale dei droni cargo nelle aree metropolitane. – ha afferma Moritz Moroder CEO FlyingBasket - Oggi trasportiamo 100 kg con un singolo drone, in futuro una flotta di droni autonomi, non solo sarà in grado di tenere il passo con la crescente domanda logistica, ma aumenterà anche la flessibilità e ridurrà i tempi di consegna”. Dal trasporto merci al trasporto passeggeri il passaggio è sempre più vicino. Nel moltiplicarsi di iniziative, ha fatto notizia il primo volo di test a fine marzo 2022 in Francia presso l’aeroporto parigino di Pontoise con persone a bordo con il drone eVTOL di Volocopter. I voli di test sono stati condotti sia con persone a bordo sia con un pilota remoto. "Abbiamo dimostrato ancora una volta la nostra forza pionieristica qui a Parigi. Facendo volare il nostro eVTOL in una configurazione con equipaggio in un aeroporto di Parigi, stiamo dimostrando in una delle nostre città di lancio che Volocopter potrà essere una soluzione pratica per i viaggi dall' aeroporto alla città" ha dichiarato Christian Bauer, direttore commerciale Volocopter. L’Italia, dicevamo, è in gran fermento in questo settore, su più fronti, a cominciare dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) apprezzata di recente dalla Commissione Europea per il Piano Strategico Nazionale Advanced Air Mobility -AAM 2021-2030 tanto da essere preso come riferimento per individuare una road comune per trasformare i droni e, in generale, i mezzi senza pilota, in strumenti al servizio della mobilità intelligente e sostenibile nel prossimo futuro. Insomma, anche in questi settori così importanti per l’economia e per la vita dei cittadini, la sfida è aperta. Il futuro è già oggi.