17.11.2022 Ginevra Leganza

Il ritorno del “signore oscuro”. L’energia nucleare fra Millennials e GenZ

L’Italia e l’energia nucleare.
Il tema dell’energia nucleare rappresenta un leitmotiv nell’agone politico del nostro Paese. Al di là delle immancabili variazioni sul tema nei dibattiti pubblici, i referendum (il primo nel 1987; il secondo nel 2011) sono stati i due “atti” più significativi della relazione fra il popolo italiano e l’energia atomica. 

Entrambi, indetti all’indomani di incidenti che scossero profondamente l’emotività collettiva, determinarono l’esito antinuclearista dell’espressione popolare. I disastri delle centrali di Černobyl’ (1986) e Fukushima (2011) sbarrarono la strada al “signore oscuro”. A distanza di undici anni, però, l’atomo torna a bussare alle nostre porte. La guerra in Ucraina, la conseguente crisi del gas, il caro bollette, le elezioni amministrative del 25 settembre 2022, il tema di una possibile “indipendenza energetica”, l’esigenza di un mix energetico improntato al “verde”, l’inserimento del nucleare da parte della Commissione europea nelle “energie di transizione” verso l’obiettivo 0 emissioni entro il 2050, i reattori di nuova generazione: sono tutti elementi basilari di una nuova dialettica sull’energia atomica. A tal proposito, sorge spontaneo domandarsi come le generazioni più giovani, con maggiore prospettiva di vita futura, si posizionino in merito a un tema consideratoestremamente polarizzante, quando non direttamente tabù.

I giovani e l’atomo. Un sondaggio
Non è mai parso troppo difficile collocare il tema dell’energia atomica dal punto di vista strettamente politico. Abbastanza intuitivamente le vecchie categorie di “destra” e “sinistra” aiutano a districarsi, là dove la prima è storicamente aperta alla possibilità del nucleare e la seconda vi si oppone. Molto più complesso è capire cosa succede dal punto di vista anagrafico. Un sondaggio dell’Istituto di ricerca Swg, realizzato nel giugno 2021, ha riportato due elementi degni di nota. Il primo ci dice che la maggioranza degli intervistati non ha cambiato opinione rispetto al 2011: a distanza di dieci anni il rapporto pro/contra è ancora attorno al 33% - 67%. Qualcosa è cambiato, invece, nelle sfumature di genere ed età. In un’intervista rilasciata al portale Open il direttore di Swg, Giulio Vidotto Fonda, rileva come strenuamente contrari siano in media i cittadini che hanno superato la soglia dei sessant’anni (e dunque i più vicini ai disastri del passato), perlopiù votanti partiti di sinistra e centro-sinistra, e per la maggior parte di sesso femminile. Scandagliando l’un terzo di favorevoli al nucleare, il sondaggio evince un abbassamento dell’età media oltre che una prevedibile virata a destra e centro-destra. Sono proprio i millennials, e cioè i nati fra il 1980 e il 1995, a costituire col 21% la parte più alta di intervistati aperti al nucleare. 

La Generazione Z (i nati fra il 1996 e il 2010) si aggira intorno al 6%. Alla luce di un’altra considerazione, e cioè l’attenzione delle giovani generazioni nei confronti dei temi ambientali, si può supporre una delle cause dello sbilanciamento anagrafico tra favorevoli e contrari.

L’energia atomica è attraente non solo in virtù dell’obiettivo “indipendenza energetica” ma anche per l’assenza di inquinamento diretto della fissione nucleare. Essa, infatti, crea molte meno emissioni delle altre risorse energetiche. I reattori, non producendo emissioni dirette di anidride carbonica, non si ripercuotono sull’effetto di riscaldamento globale del pianeta e non producono forme di inquinamento atmosferico.

L’energia nucleare fra politica verde e radioattività
L’elemento “green”, d’altro canto, fa i conti con una paura preponderante. Quella di sempre. Perché il terrore per le scorie radioattive ancor oggi orienta i due terzi dell’opinione pubblica.
I due temi – ambientalismo e rischio costituito dai rifiuti – sono trattati in un libro del 2012 che, mettendo a fuoco i vantaggi del nucleare nell’ambito delle politiche verdi, scevera il rischio reale dal rischio percepito. Ne L’ambientalista nucleare lo scienziato spagnolo Juan José Gómez Cadenas assume un punto di vista teso ad associare l’energia nucleare alle fonti rinnovabili. Per Gómez Cadenas il “signore oscuro” non è nascosto nelle potenzialità dell’atomo, ma si annida nella grande minaccia del cambiamento climatico. A fronte del surriscaldamento globale e dell’inquinamento delle fonti fossili, il nucleare rappresenta una scelta verde per eccellenza. Una prospettiva, questa, che a distanza di dieci anni sembra combaciare con la nuova attenzione tributata al tema e che, visto l’accoramento giovanile nei confronti di “Gaia”, potrebbe rispondere a un modo nuovo – forse più giovane – di affrontare un’annosa questione.

 

Credits Copertina: Nicolas HIPPERT su Unsplash