02.11.2020 Marilena Rea

La tuta "santa" di Gagarin

Che la grande madre Russia abbia dato i natali ai primi astronauti della storia dell’umanità è noto. Ma forse è meno nota la storia della scienziata che ha inventato la tuta di Yurij Gagarin: Varvara Vasil’evna Čërnaja-Čičagova (1914-1999), destinata a diventare la prima badessa del famosissimo monastero moscovita di Novodevici nel 1994, una volta ripristinato il culto. 

Orfana di guerra, nipote del metropolita di Pietrogrado scomparso sotto le purghe staliniane, Varvara Vasil’evna riuscì a laurearsi in chimica e a iniziare una carriera fulminante – pur non avendo la tessera del partito – nel 1941, quando venne nominata vicecapo ingegnere dello stabilimento chimico di Kaučuk per la produzione di parti in gomma per carri armati, aerei, automobili. Per 4 anni dormì in fabbrica solo 2 ore a notte, pur di inventare una gomma sintetica, il lattice, che salvasse l’URSS dall’interruzione di approvvigionamento di gomma dal Brasile e dall’India. Diventò vicedirettore dell’Istituto di ricerca scientifica dell’industria della gomma nel 1966, dal quale uscirono i brevetti per prodotti medici, guanti per chirurghi, valvole cardiache, tubi, cateteri, nonché per le tute spaziali e i guanti che assicurassero flessibilità ai movimenti dei cosmonauti sovietici.

Autrice di 150 opere e 36 brevetti, insignita del Premio di Stato dell’URSS, del Premio dell’Ordine della Bandiera Rossa del Lavoro, del premio dell’Ordine della Rivoluzione d’Ottobre, del titolo di Operario Onorario della scienza e della tecnologia e di 8 medaglie, abbandonò la scienza per quella fede che aveva custodito in silenzio per una vita e vestì l’abito monacale nel 1986, consacrandosi con il nome di Serafima in omaggio al nonno perseguitato per fede.