01.05.2023 Ginevra Leganza

Metaverso di Stato

Il Metaverso nel mondo: Silicon Valley, Dubai, Corea del Sud, Cina. Quando si dice Metaverso il pensiero corre dritto in Silicon Valley. A quell’annuncio dell’ottobre 2021 col quale Mark Zuckerberg disegnava una nuova rotta: la riconversione di Facebook in Meta. 

Dopo due anni Metaverso si impone a più latitudini. E il suo avvento si integra spesso con specifiche strutture politiche. Nel vicino ed estremo oriente alcuni Paesi si muovono per approntare un Metaverso governativo. Spiccano Dubai e Corea del Sud, che ha presentato un piano per modernizzare il Paese denominato “Digital New Deal”. In un contesto di fermento globale, anche la Cina avanza. Un rapporto di Globaldata mostra come la civiltà del Dragone intenda superare l’occidente nell’innovazione tecnologica del Metaverso."

Diverse province e città cinesi – afferma Globaldata – hanno già presentato piani per diventare hub tecnologici del Metaverso, tra cui Shanghai e Zhejiang”. 

Shanghai è la più popolosa città cinese, che in un documento presenta un piano per diventare il centro per le attività del settore: la città vuol essere sede di almeno dieci imprese leader e di 100 aziende legate a questo comparto. Shanghai chiede così al governo di istituire fondi speciali, offrire sconti sugli interessi, sussidi agli investimenti e alla ricerca. Da par suo, il Ministero dell’Industria e dell’IT cinese si pone come obiettivo la combinazione di tecnologia VR e del Metaverso nei processi industriali.

Un calo del desiderio che non sfiora la Cina

Tutto questo fermento, però, avviene in un momento di timidezza del mercato occidentale. Dopo l’annuncio di Zuckerberg, infatti, nel 2022 gli investimenti sono drasticamente diminuiti: sono stati investiti meno di 6 miliardi di dollari a fronte dei 18 miliardi investiti nel 2021. Anno in cui Reality Labs – divisione che si occupa della costruzione di metaversi – ha registrato le maggiori perdite annuali. Sempre nel 2022 Meta – già Facebook, poi ribattezzata da Zuckerberg – ha effettuato un taglio per il 13 per cento dei suoi lavoratori, 11.000 persone, un vero e proprio licenziamento di massa. Cosa spiega, allora, la corsa cinese verso quest’universo non poi così parallelo, popolato di avatar e visori?

Cosa spinge gli investimenti cinesi?

Il rapporto di Globaldata mostra come la Cina stia investendo in realtà virtuale, realtà aumentata, intelligenza artificiale e 6G, e cioè in tutti quei presupposti del Metaverso. Sappiamo infatti che uno degli ostacoli maggiori, oggi, è proprio quello della connettività, che col 6G potrà essere potenziata. Ma alla base di questa corsa c’è un elemento che attiene alla crescita economica e politica del Paese. C’è – per così dire – una volontà di potenza statale che pare inesistente altrove.

La percezione comune occidentale associa il Metaverso a fenomeni ludici o a puri processi di scambio: al gaming o all’e-commerce. Globaldata sostiene che gli investimenti cinesi evidenziano per contro un’altra tendenza: “rispetto alle esperienze una tantum esistenti come i social media e i giochi”, la Cina punta sul valore stesso del Metaverso più che sulle “esperienze”. La potenza asiatica si concentra sulle vantaggiose conseguenze che questa nuova tecnologia potrà apportare nei processi industriali, corroborandone l’efficienza. Va da sé che un metaverso governativo, intimamente legato a rapide decisioni politiche, sorga in seno a un Paese a vocazione imperialistica. Un altro mondo, altro dal nostro, che pone l’urgenza di non lasciarsi spazzare via dalla tecnologia e dallo Stato che avanza.

 

Credtis Copertina:Cosmin Serban su Unsplash