08.08.2019 Jean Botti

Uomini e macchine volanti: la sfida continua 

È grandioso vedere come un uomo possa vincere le sfide che si pone di fronte: un bravo incondizionato a Franky Zapata!

È senza dubbio un exploit personalissimo di un uomo che è già un campione straordinario del jet-ski.

Le piattaforme volanti risalgono al 1953 con Hiller e la sua piattaforma. Costruì 3 prototipi, tutti e 3 funzionanti. Franky ha oggi colto le evoluzioni della tecnologia e le ha portate al limite delle loro capacità, oltre l’immaginazione dei comuni ingegneri. Si aprono alcune applicazioni per esempio nel campo della difesa e sicurezza ma tutte richiederanno però un addestramento molto impegnativo, non alla portata di tutti.

Pensare invece a uno sfruttamento su larga scala è quindi alquanto ambizioso. Oggi l’aviazione è criticata per gli alti livelli di rumorosità, i consumi di carburante e le relative emissioni di CO2. Alcuni paesi stanno già ragionando come ridurre il numero di voli e incentivare le persone a utilizzare mezzi di spostamento più ecologici. La piattaforma di Franky ha 5 mini-reattori, rumorosi, consuma 10 litri di carburante al minuto.

In sintesi, vorrei dire che applaudo all’exploit personale di Franky e al suo genio creativo ma, francamente, non intravedo una applicazione pratica immediata per la sua piattaforma se non in ambiti molto specifici, utilizzata poi da personale intensamente addestrato sia fisicamente che tecnicamente. 

Pochissimi potranno infatti ambire a volarci, molto meglio per tutti provarne l’emozione adrenalinica in un più sicuro simulatore.

Jean Botti - membro dell’Accademia Nazionale francese dell’aeronautica e spazio con origini (e cuore) italiani laureato in ingegneria meccanica a Tolosa, in ricerca e innovazione al MIT, con più lauree ad honorem, già CTO di Philips, di Airbus e di General Motors è oggi il CEO di una propria start-up nel settore della propulsione aeronautica ibrida.