07.12.2020 Massimiliano Lussana

Conquiste spaziali a Torino

Entrare nella sede di Thales Alenia Space a Torino, dove si ritrovano le eccellenze delle costruzioni aerospaziali italiane, europee e mondiali, è un’esperienza mistica, bellissima.

C’è uno spettacolo, che si chiama “Tracce”, messo in scena da Marco Baliani, che è il più grande dei monologhisti italiani, che racconta lo stupore e l’incantamento. 

E’ uno spettacolo meraviglioso, che consiglio a chiunque e che è perfetto per raccontare l’eccellenza della scienza italiana e dell’esplorazione aerospaziale.

Sì, sì, confermo. Non avete sbagliato articolo, stiamo parlando di spazio, non di spettacolo.

Ma lo stupore, l’incantamento Ernst Bloch, il filosofo tedesco che ha teorizzato tutto questo, c’entra moltissimo con questa storia.

Entrare nella sede di Thales Alenia Space a Torino, dove si ritrovano le eccellenze delle costruzioni aerospaziali italiane, europee e mondiali, è un’esperienza mistica, bellissima.

Stupore, entusiasmo, incantamento.

Dal primo gennaio 2016 a capo di tutto questo c’è Walter Cugno, che ricopre il duplice incarico di vicepresidente del Dominio Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space, joint venture fra Thales e Leonardo, nonché di Responsabile del Sito aziendale di Torino (gli altri sono a Roma, Milano e L’Aquila).

E lui stesso racconta che è il primo a riuscire a stupirsi, ogni giorno: “E’ uno dei segreti grazie al quale riusciamo a mantenerci vivi, sinonimo di uno stato d’animo che ci permette ogni giorno di andare avanti con entusiasmo e ci fa domandare che contributo possiamo dare”.

E, come sempre, anche in questa storia, si va a finire alla “solita” storia, all’Uomo; ingegneri aerospaziali, elettrici, fisici, chimici, “spalmati” su tutte le discipline, anche freschissimi laureati che arrivano da selezioni che portano all’eccellenza: quarti di finale, semifinali, finali, i migliori laureati del Politecnico di Torino e poi accordi con i Politecnici di Milano, Roma Sapienza, Roma Tor Vergata, Genova, con un’attenzione anche al ricambio generazione.

Cugno è come un alchimista della scelta del personale e spiega che l’età media “era un po’ avanzata e allora abbiamo iniziato ad abbassarla, anche perché sono più le entrate che le uscite, investendo moltissimo sulle risorse umane, puntando a un mix fra l’esperienza indispensabile e la freschezza giovanile”.

Insomma, l’ufficio del personale è una sorta di laboratorio con le provette al posto delle schede presenza e ciò che ne esce è una reazione chimica perfetta.

Walter Cugno, vicepresidente del Dominio Esplorazione e Scienza di Thales Alenia Space, joint venture fra Thales e Leonardo, e Responsabile del Sito aziendale di Torino.

Il mix è una storia di belle facce, di leader di se stessi – c’è anche una piccola aliquota di operai specializzatissimi – e tutti insieme, ingegneri ed operai, hanno la capacità di trasformare le conoscenze e di realizzare ciò che di norma siamo abituati a vedere nei film: stazioni lunari, sistemi orbitanti, strumenti e mezzi per assicurare la mobilità sulla Luna e su Marte.

Per arrivare a tutto questo, per raccontare il passaggio dalle scene di un film alla produzione reale, ci sono camere completamente “pulite”, dove l’ambiente è monitorato costantemente dal punto di vista batteriologico e della temperatura, proprio per ricostruire nel migliore dei modi quello che poi accadrà nello spazio.

Lo stupore è anche lo stesso, drammatico, a cui ci siamo lentamente e tristemente abituati, ormai mitridatizzati, delle immagini e delle tute bianche che ricordano quelle degli ospedali.

Ma quelle stesse tute che hanno raccontato tante tragedie, con Cugno e i suoi uomini aiutano anche a narrare l’unico laboratorio in Europa certificato dalla Nasa per poter addestrare chi affronterà lo spazio in atmosfera completamente “pulita”, liberi da qualsiasi presenza biologica.

E il ragionamento vale in senso biunivoco: cioè i campioni di suolo prelevati dagli astronauti sulla Luna e su Marte in modo che ciò che è stato portato dallo spazio non venga contaminato, né viceversa cioè che la Terra non rischi di essere contaminata dai campioni prelevati dagli astronauti.

E in questo viaggio da Torino allo spazio, fatto anche di supertrivelle stellari e di bracci spaziali realizzati da Leonardo a Milano, il ruolo delle camere superprotette è decisivo, certificato pezzo per pezzo, con tanto di previsioni dei possibili scenari di avaria.

E tutto questo ha anche un notevole ritorno economico.

Cugno racconta come si sia ormai abituato ad ascoltare la domanda che lo accompagna da anni: “Perché spendete così soldi che potrebbero essere investiti più utilmente?”. Ma la risposta sta nella resa di ogni euro investito “che ne porta da sei a otto”.

E lo stupore è anche stupore economico, gli occhi orgogliosi di questi operai e ingegneri che lavorano a Torino che parlano di lavoro, di crescita e di un’Italia che in questo settore fa l’Italia: e cioè è vincente, avendo la filiera completa, dalle telecomunicazioni alle esplorazioni dello spazio, che dimostra per una volta una grande lungimiranza dell’Italia nella politica di programmazione spaziale, sempre più consapevole negli ultimi anni.

Mica finita. Perché poi c’è l’indotto: esattamente come accade per ogni grande azienda, anche Thales Alenia Space porta ricchezza alle piccole e medie imprese sul territorio, dove ogni azienda si microspecializza su un particolare e ciascuna di esse diventa così eccellenza assoluta, mondiale.

La lista delle commesse vinte, in tutto il mondo, così si allunga e un miracolo tecnologico - con il racconto di una storia che eravamo abituati a vedere nei film e che qui invece è sceneggiatura quotidiana, soggetto vivente, palco che si trasforma in realtà giorno dopo giorno - diventa anche un miracolo economico.

Negli occhi di chi ci lavora, lo ripeto ma è come se si ripetesse a ogni sguardo, si legge lo stupore e l’entusiasmo, la consapevolezza che sembra un film, ma tutto questo non è un film. E’ realtà virtuale che perde l’aggettivo e diventa realtà tout court.

La cosa più bella di Cugno è che racconta le missioni sulla Luna e su Marte con la tranquillità con cui chiunque di noi racconterebbe di aver preso il bus o la metro per andare al lavoro.

E proprio la sua tranquillità e gli occhi da bambino di chiunque qui dentro sono ciò che racconta meglio questa storia, quasi una carezza sull’Italia più bella.

Una carezza in un Cugno.

 

Credits Copertina: Thales Alenia Space