04.12.2020 Massimiliano Lussana

Davinci-1 il supercalcolatore "calamita" per i giovani ricercatori di tutto il mondo

Visto così, da vicino, sembra una specie di armadio, uno splendido prodotto di design, con una retina davanti, lucine come in un albero di Natale e cavi un po’ ovunque.

E, in fondo, “davinci-1” con gli alberi di Natale c’entra moltissimo, visto che è il regalo di Leonardo a Genova e all’Italia in arrivo nei prossimi giorni, con Alessandro Profumo nei panni di chi l’aveva promesso e di chi mantiene la promessa, ma senza grancassa e squilli di tromba, con la forza dei fatti e di un investimento notevole, ma che è un investimento per l’Italia e sull’Italia.

Tanta roba in assoluto, tantissima roba di questi tempi.

E, in fondo, sta già tutto del nome: “davinci-1”, che ovviamente è il cognome di Leonardo, ma è anche il nome di “Leonardo”.

Nome e cognome, e basta la carta di identità per raccontare il nuovo supercomputer di Leonardo installato nella Torre Fiumara di Genova – una zona di Sampierdarena, “la Manchester italiana” - e, visto che siamo in tema di documenti, è come se fosse il passaporto italiano per il mondo.

E infatti c’è una sorta di Champions League dei supercalcolatori, una classifica dei migliori al mondo, che censisce i 500 al top. E, normalmente, è chiaro che quando esordisci in una competizione non pretendi subito di andare in finale, anzi ti accontenti di una buona salvezza.

Ma non funziona così per “da vinci-1”, entrato subito nei primi cento e addirittura sul podio nei settori aerospazio e difesa, roba che nemmeno l’Atalanta dell’anno scorso.

E, già che ci sono, elenco subito tutte le caratteristiche tecniche di “davinci-1”: batteria di oltre 100 unità di supercalcolo, per una potenza di calcolo complessiva superiore a 5PFlops – 5 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo – con una rete ad alte prestazioni e un sistema di archiviazione realizzato da DDN, dotato delle più recenti tecnologie hardware e software, per una capacità di memorizzazione dell’ordine dei 20Pbyte (20 milioni di Gigabyte). Realizzato con la partnership tecnologica di Atos, vanta acceleratori di ultima generazione NVidia A100.

Questo per chi mangia pane e numeri ed eccellenze e analisi dei dati.

E le prime anticipazioni di stampa hanno raccontato tutto questo benissimo.

Ma proviamo a ribaltare il punto di vista, proviamo a ragionare come Leonardo, quello che contemporaneamente era uno straordinario scienziato, ma anche un umanista capace di emozionare con le sue opere, anche quelle artistiche, scienziato, filosofo, architetto, pittore, scultore, trattatista, disegnatore, scenografo, anatomista, botanico, musicista, ingegnere e progettista (e queste ultime due sono la sublimazione del lavoro che c’è dietro il supercalcolatore).

Perché non c’è niente di più rivoluzionario scientificamente dell’umanesimo, della capacità di cogliere l’uomo anche in mezzo a questi straordinari numeri.

E quindi partiamo dal fatto che “davinci-1” sarà non solo un supercalcolatore, ma anche un supermagnete, calamita per giovani ricercatori che vengono da tutto il mondo. Funziona così: fra mille giovani ne verranno selezionati 68 che saranno inseriti nel network dei Labs Leonardo – sparsi in tutta Italia – per alimentare un flusso continuo di talenti e assicurare flessibilità, sia di capacità sia di competenze professionali, in base a un modello adottato su scala internazionale.

E qui torna Leonardo, quello di Vinci e quella di Alessandro Profumo, nel racconto di una storia che è innanzitutto storia di uomini e di umanità: Roberto Cingolani, che di Leonardo è il capo della tecnologia e dell’innovazione e Carlo Cavazzoni, che di “davinci-1” è il capo del team dei progettisti, hanno fatto tutto per avere il massimo di potenza, che in questo campo è indispensabile, ma anche la velocità, senza la quale anche la potenza più potente è inutile. E le prime applicazioni sono in campo sanitario, con algoritmi anti-Covid che potrebbero rivelarsi decisivi nell’individuare le cure corrette.

Così, quello che a un primo sguardo sembrerebbe il trionfo della scienza, è anche il trionfo dell’Uomo: i giovani ricercatori e la sfida sul valore delle persone, il valore umano.

E poi una serie di suggestioni, da umanisti prima ancora che da scienziati: il codice Da Vinci è scritto da destra verso sinistra e va interpretato, ma è esattamente l’interpretazione che va data agli algoritmi e alle raffiche di numeri che escono dal supercalcolatore, i nuovi “codici Da Vinci”.

E poi la sfida sul rilancio del territorio e dei territori dove ci sono i Leonardo Labs, una sfida italiana che a Genova ha la sua capitale: l’alta tecnologia, la logistica e i trasporti e la qualità della vita, che deve risultare attrattiva per le persone del domani, i giovani ricercatori.

Si chiama visione.

Ma, anche qui, in questo contino bilico fra passato e futuro di cui il supercalcolatore è insieme traduzione, metafora ed essenza, basta affacciarsi dalla finestra della torre della Fiumara che è lo scrigno di tutto questo, eredità della grande storia di Finmeccanica, e vedere da un lato l’orizzonte, il mare, l’apertura al mondo.

Dall’altro lato ci sono il Ponte di Renzo Piano e, pochi metri più in là la sede della Fondazione Ansaldo, a Villa Cattaneo dell’Olmo che ci ricorda che qui è nata la cultura industriale italiana, il manifatturiero, il saper fare e tutto, dal Rex alle acciaierie, è stato lì in una stretta striscia di terra di meno di dieci chilometri.

Qui c’è la cultura industriale italiana del passato e il supercalcolatore “davinci-1” non è altro che la sua declinazione al futuro.

L’uomo vitruviano di Leonardo e di “Leonardo” è qui, a Fiumara, Genova, Italia.

Qui e ora.