12.10.2022 Serena Ricci

L’AI Bill of Rights: una guida per un utilizzo corretto dei dati

“Alcuni dei fallimenti dell'intelligenza artificiale possono essere non intenzionali, ma sono gravi e colpiscono in modo sproporzionato individui e comunità già emarginati. Spesso derivano dal fatto che gli sviluppatori di AI non utilizzano set di dati appropriati e non controllano i sistemi in modo completo” afferma Eric Lander, consulente scientifico del Presidente e direttore dell'Office of Science and Technology Policy (Ostp) della Casa Bianca. 

I danni causati dall'intelligenza artificiale colpiscono soprattutto le comunità emarginate ed è quindi fondamentale che il governo intervenga per proteggere le persone da AI discriminatorie o inefficaci. Gli algoritmi si basano su serie voluminose di dati personali, la cui raccolta, elaborazione e archiviazione spesso violano i nostri diritti sulla protezione dei dati. Conseguenza pericolosa dei pregiudizi algoritmici è il perpetuare di strutture di disuguaglianza esistenti nelle nostre società che comportano un incremento della discriminazione e dell’alienazione delle minoranze.

Credits: PxHere

Persiste dunque il bisogno di regolamentare l'utilizzo di intelligenza artificiale sia perché i governi e le aziende la utilizzano per adottare decisioni che possono avere un impatto significativo sulle nostre vite, sia perché ogni volta che qualcuno prende una decisione che ci riguarda dovrebbe rendercene conto in maniera trasparente. 

La legge sui diritti umani stabilisce degli standard minimi di trattamento che tutti possono aspettarsi conferendo un diritto universale a un rimedio quando quegli standard non sono rispettati provocando un danno. 

Il 4 ottobre l'Ostp ha quindi pubblicato la bozza di una Carta dei diritti sull'intelligenza artificiale (AI Bill of Rights), i cui principi fondamentali affermano che gli algoritmi non dovrebbero essere discriminatori e i sistemi andrebbero utilizzati e progettati in modo equo. I cittadini dovrebbero avere il controllo sui propri dati e dovrebbero essere protetti dalle pratiche abusive che li riguardano attraverso salvaguardie integrate. È inoltre indiscutibile che gli individui vengano messi a conoscenza dell’utilizzo di sistemi automatizzati su di loro e abbiano sempre la possibilità di rinunciare ai sistemi di intelligenza artificiale a favore di un’alternativa umana alla quale si possa ricorrere in caso di problemi. Manca nella Carta tuttavia la possibilità, a tutela dei diritti, di non applicare l’AI e non esiste un divieto di utilizzarla per limitare i danni.

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Da evidenziare che l’AI Bill of Rights non è inoltre vincolante, pur costituendo un punto di partenza che si differenzia dai principi relativi all'intelligenza artificiale precedenti in quanto rappresenta un documento pensato per essere messo in pratica in modo diretto. È una guida pratica per le agenzie governative nonché un invito all’azione per le aziende tecnologiche, i ricercatori e la società civile al fine di creare un sistema protetto per l’utilizzo dei dati. Diversamente dall’Unione Europea che ha proposto un regolamento al fine di prevenire i danni dell’AI, responsabilizzando le aziende per la tecnologia dannosa e ha un rigoroso regime di protezione dei dati, gli Stati Uniti non hanno introdotto una normativa in quanto l’Ostp non può emanare leggi, ma sarà compito dei legislatori formulare nuove soluzioni normative. Il nostro Governo ha adottato, a dicembre 2021, il Programma strategico per l’intelligenza artificiale 2022-2024, definendo le ventiquattro politiche da implementare nei prossimi tre anni al fine di potenziare il sistema di AI e stanziando, a tal fine, risorse nel PNRR. Fondamentale è che anche da parte nostra ci sia un impegno a creare un modello normativo vincolante e innovativo per la tutela dei diritti fondamentali nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale dal momento che quest’ultima ormai permea la nostra esistenza.

 

Credits Copertina: University of Cambridge