12.12.2023 Eleonora Diquattro

Gli Stati Uniti emettono la prima multa per spazzatura spaziale

Per la prima volta nella storia un’azienda viene multata per aver inquinato lo spazio.

I detriti spaziali sono oggi e saranno sempre più in futuro un problema da affrontare. L'adozione delle misure di attenuazione del fenomeno non è ancora sufficiente, se consideriamo l'enorme numero di nuovi satelliti nell’orbita terrestre e la quantità di detriti esistenti. Per questo motivo la nostra “presenza” nello spazio sembra essere insostenibile nel lungo termine.


Dal report Space Environment Report 2023 dell'ESA si evince che vi sono “oltre 30.000 singoli detriti spaziali di dimensioni superiori a 10 cm attualmente identificati, più della metà di essi si trova nell'orbita terrestre bassa (sotto i 2.000 km). Non sono inclusi in questo report, gli oggetti che non sono ancora stati tracciati o quelli attualmente troppo piccoli per essere tracciati. In base ai modelli dell'ESA, il numero totale di oggetti in orbita attorno alla Terra, di dimensioni superiori a 1 cm, è probabilmente superiore a un milione”.

In questo contesto di pericolo concreto dagli Stati Uniti arriva una decisione al contempo storica e unica nel suo genere: la Federal Communications Commission (FCC, autorità statunitense per la legislazione, la regolamentazione e l'innovazione tecnologica in materia di comunicazioni) ha sanzionato la Dish Network, una società con sede in Colorado che si occupa di televisione satellitare e pay tv, perché non è stata in grado di deorbitare il suo satellite EchoStar-7 e per questo inadempimento sarà costretta a pagare la somma di 150 mila dollari.
Il satellite in questione si trova nello spazio da più di vent’anni e nel 2012, la stessa Dish Network aveva concordato di spostarlo di 299 chilometri (186 miglia) entro maggio 2022, lo scorso anno, però, l’azienda si è resa conto che il satellite era a corto di carburante e non sarebbe stato in grado di raggiungere l’area designata. Il satellite si è fermato circa a metà strada: a 122 chilometri dalla superficie terrestre e a 178 chilometri da quella che avrebbe dovuto essere la sua destinazione finale. E questo ha portato alla violazione dei termini del contratto e della legge sulle comunicazioni.
 

La prima multa per i rifiuti spaziali non è soltanto una azione amministrativa, ma vuole essere un monito che impone una nuova responsabilità alle aziende per il corretto smaltimento e spostamento dei satelliti in pensione, al fine di preservare la sicurezza nello spazio e prevenire collisioni dannose.
 

Soprattutto in un momento, come quello attuale, in cui le operazioni satellitari stanno diventando sempre più diffuse e l'economia spaziale sta accelerando.

Foto Copertina: Nasa su Unsplash