14.11.2023 Massimo Falcioni

La risposta delle risposte nel firmamento, la NASA e la conta delle stelle

“Le stelle sono tante, milioni di milioni” recita il jingle della Stella Negroni, uno dei più popolari e longevi di sempre, lanciato prima in radio e poi in tv nel 1960 e andato in onda, solo negli ultimi vent’anni, per quasi 50 mila minuti. 

Per gli umani la stella per eccellenza è il Sole, perché è la più vicina ed è la principale fonte di vita della Terra: è la stella madre del sistema solare, attorno alla quale orbitano gli otto pianeti principali, tra cui la Terra.

Le stelle sono assai di più dei “milioni di milioni” citate nel jingle pubblicitario. Il numero preciso è impossibile. Si può fare una stima. Mille miliardi di galassie nell’universo osservabile, ognuna con una media di cento miliardi di stelle fanno centomila miliardi di miliardi. Sì, centomila miliardi di miliardi di stelle con forse 10 miliardi di miliardi di pianeti simili alla Terra attorno a stelle simili al sole nell’universo osservabile. Da qui la domanda delle domande è sempre la stessa: siamo soli nell’universo? Molti scienziati danno per certo che in altre parti dell’universo ci sia la vita intelligente ma ritengono quasi impossibile avvistamenti e contatti a causa delle distanze misurabili in anni-luce che separano la Terra da altri pianeti potenzialmente abitabili.

 

Credits: Mauro Morra - Kymberley Desert - Australia 2014

Allo stato attuale, il tempo necessario a percorrere 1 anno luce è di 13.500 anni: il pianeta con caratteristiche più simili alla Terra, Teegarden b, dista più o meno 12,5 anni luce dal sistema solare. Tuttavia c’è sempre più la convinzione della presenza di vita intelligente nel cosmo, diversa da quella umana. In effetti, con l’universo formato da cento miliardi di galassie, ciascuna delle quali è composta da cento miliardi di stelle con miliardi e miliardi di pianeti, non si può davvero escludere che la vita si sia sviluppata anche altrove. Forme di vita potrebbero esistere in teoria persino senza ossigeno o idrogeno. E, ancor prima, ci si chiede: cos’è l’universo? Per non perdersi, bisogna tagliare corto e dire che l’universo è il complesso che racchiude tutto lo spazio e ciò che contiene, cioè la materia e l’energia, i pianeti, le stelle, le galassie e il contenuto dello spazio intergalattico. La teoria del Big Bang è il più accreditato modello cosmologico che descrive la sua nascita: si calcola che tale evento sia avvenuto, visto dalla nostra cornice temporale, circa 13,8 miliardi di anni fa.

Nel suo De divisione naturae il filosofo e teologo medioevale irlandese Giovanni Scoto Eriugena definì l’universo come il tutto: tutto ciò che è creato e tutto ciò che non è creato. All’opposto, la definizione più ristretta: l’universo come realtà osservabile. Fermiamoci qui e torniamo alla domanda iniziale: siamo soli nell’universo e quant’è grande l’universo e quante stelle e pianeti ci sono? Partiamo dall’ultima domanda perché la risposta è davvero semplice. I pianeti nell’universo sono soltanto otto: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno. Nel 2006 la UAI (Unione Astronomica Internazionale) ha stabilito che per definire la classificazione dei corpi celesti nel sistema solare, un Pianeta deve avere le seguenti caratteristiche di base: orbitare intorno al Sole; avere una massa sufficiente affinchè possa assumere una forma di equilibrio idrostatico, cioè quasi sferica; aver ripulito le vicinanze intorno alla sua orbita, ovvero che, all’interno della sua orbita, non è soggetto all’influenza gravitazionale di altri corpi celesti. Plutone è stato declassato nel 2006 perché ha una massa 0,07 volte quelle di tutti gli altri oggetti che gravitano nella sua orbita quando, ad esempio, la Terra ha una massa di quasi 1,6 milioni di volte maggiore di tutti gli altri oggetti presenti nella sua orbita.

Credits: Mauro Morra - Kymberley Desert - Australia 2014

L’universo, limitandoci a quello osservabile dall’uomo sulla Terra, è una immensa sfera con un diametro di 92 miliardi di anni luce. La Terra ha un diametro di 13.000 Km, “nulla” in confronto all’universo. Il sistema solare è di circa 30 miliardi di Km ma rappresenta solo lo 0,0000001% dell’universo. La Via Lattea, galassia del sistema solare, è grande circa 100 mila anni luce e rappresenta lo 0,0001% dell’Universo. E le galassie sono miliardi di miliardi. C’è ancora chi pensa che siamo soli nell’Universo, nonostante le osservazioni di Galileo e la rivoluzione Copernicana che già quattrocento anni orsono avevano iniziato a smantellare l’antropocentrismo che da sempre accompagna l’uomo. Oggi siamo consapevoli, almeno sul piano scientifico, di non essere soli, che esiste una moltitudine di pianeti extrasolari. I pianeti che conosciamo sono già molte centinaia e non è fantasia, come già detto, ritenere che di pianeti nell’universo ne esistono milioni e milioni e che i sistemi planetari sono comuni.

Non è vero che il nostro sistema solare, e anche la Terra, siano unici. Scopriremo anche, quando non si sa, che noi terrestri non siamo così “speciali” come si crede e che la vita come si è sviluppata ed evoluta sulla Terra sia l’unico modello possibile. Non mancheranno sorprese, questo è certo. 

E l’uomo, da sempre, vuole conoscere cosa c’è e chi c’è attorno alla “sua” Terra. Con miliardi di pianeti soltanto nelle nostra galassia appare davvero improbabile che la scintilla della vita si sia accesa solo qui, in questo sassolino, davvero una briciola dell’universo, che chiamiamo Terra. Dal 2022 in Scozia è stato formato un team, il SETI post-detection all’Università di St Andrews, per studiare “le fasi successive alla futuribile scoperta di vita aliena”.

La Nasa (l’Agenzia spaziale degli Stati Uniti) ha organizzato per il 2024 un meeting internazionale con astrobiologi (l’astrobiologia è una scienza che studia l’origine, l’evoluzione e la distribuzione delle forme di vita nell’universo), sociologi, scienziati delle varie branche collegate, giornalisti scientifici per fare un passo avanti su questa questione complessa quanto decisiva per le sorti dell’umanità. Lasciando da parte gli Ufo, e anche Alien, (la saga cinematografica che ha raccontato le vicende di una razza aliena, chiamata xenomorfa, costituita da predatori che si sviluppano come parassiti dentro il corpo di altri essere viventi: nel 2024 uscirà il nuovo film) nessuno può oggi comprendere se davvero gli alieni sono abitanti, come noi o quasi, di questa immensità, magari su un’altra Terra. Resta valido quanto detto da Arthur Clarke, l’autore che ha ispirato “2001 Odissea nello spazio”: “Esistono solo due possibilità: o siamo soli nell’universo o non lo siamo. Entrambe sono ugualmente terrificanti”.

Qui si pone un'altra questione, quella della fede religiosa, in primis quella cristiana. La risposta, forse, c’è già. E’ quella data sull’Osservatore Romano del 14 maggio 2008 da Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana sino al 2015: “Non si può escludere che la vita si sia sviluppata anche altrove. Ciò, comunque, non sarebbe un problema per la nostra fede. Come esiste una molteplicità di creature sulla terra, così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Per dirla con San Francesco, se consideriamo le creature terrene come fratello e sorella perché non potremmo parlare anche di un fratello extraterrestre. Farebbe parte comunque della creazione”. Si vedrà. C’è tempo.