Hegel cyberpunk.
Zizek e la fenomenologia del postumano

31 gennaio 2023

Di Francesco Subiaco

Per Slavoj Zizek, filosofo sloveno tra i più noti e e discussi del pensiero contemporaneo, l'opera e le idee di Georg Wilhelm Friedrich Hegel saranno le vere protagoniste del ventunesimo secolo. Se il novecento per le sue contraddizioni e la sua conformazione è stato il secolo marxiano, il ventunesimo, caratterizzato da derive postumane e dal trionfo della tecnica, sarà invece un secolo hegeliano. Il pensiero di Hegel però non va visto come l'ideologia di un mondo postmoderno e tecnocratico ma come un bagaglio intellettuale che con le sue formalizzazioni e teorizzazioni può comprendere e decodificare i grandi temi del mondo dell'elettrocene, come direbbe Stanislav Lem, caratterizzato dal trionfo delle informazioni e dalla dematerializzazione del reale.

Il pensiero del filosofo di Stoccarda però non va letto come una dottrina rigida a cui obbedire, simile ad un nuovo dogmatismo, bensì come un arsenale di idee, di strumenti, di nuovi approcci per decodificare il presente e per comprendere un mondo nuovo, tecnocratico e iperconnesso, ripartendo dagli insegnamenti della logica, della dialettica, della filosofia della storia che hanno trovato massima rappresentazione in testi come la Fenomenologia dello spirito e i Lineamenti di filosofia del diritto, trovando in questi insegnamenti la chiave per comprendere il presente ed il futuro. Essere hegeliani oggi, per Zizek, non significa costruire un nuovo ideale e analizzare come e perché ancora non si sia arrivati alla fine della storia. Significa, invece agire da "autentici posthegeliani", prendendo Hegel non come una conclusione, ma come un punto di partenza e chiedersi: come attraverso tali strumenti comprendere il mondo. Un approccio che trova la sua massima esposizione nel testo di Slavoj Zizek, "Hegel e il cervello postumano" (Ponte delle grazie). Una raccolta di scritti e saggi in cui Zizek affronta i grandi temi del presente dal Wired brain alla "singolarità", dalla società della sorveglianza alla tecnognosi.

Una guida perversa al transumano e alle fredde e artificiali meraviglie del postumano che coniugano l'approccio hegeliano, la filosofia di Lacan e gli insegnamenti di Spinoza in un cocktail filosofico che non vuole solo descrivere il presente, bensì disinnescarlo. Per Zizek, infatti, di fronte all'avanzata del mondo postumano e delle innovazioni portate dalla società della sorveglianza, il pensiero hegeliano si pone come un ultimo baluardo, un argine contro le derive della tecnognosi e contro le disarmate resistenze del pensiero debole rispetto alle minacce della tecnica e delle illusioni della società capitalistica. Il testo di Zizek, già nella sua introduzione, pone due problemi fondamentali: il rapporto col "cervello connesso" e il tema della "singolarità". Il "cervello connesso", che prefigura un contatto diretto tra la mente umana (e i suoi processi celebrali) e una macchina tecnico-digitale "comunemente chiamata Neuralink [...] capace di intervenire e agire su essi", pone il problema principale di come tutelare la soggettività dell'individuo di fronte alla confusione con il mezzo tecnico. Il secondo tema cardine del testo è la lettura in termini hegeliani del tema della "Singolarità" il quale, secondo il filosofo sloveno, si riferisce all'idea che, attraverso la condivisione diretta dei pensieri e delle esperienze individuali con gli altri ("una macchina che legge i miei processi mentali può anche trasporli in un'altra mente"), nasca una sfera di esperienza mentale, condivisa a livello globale, che funzionerà come una nuova forma di divinità: "i miei pensieri saranno direttamente immersi in un Pensiero globale dell'universo stesso". Due temi che il saggio non vuole valutare a fronte della loro fattibilità e possibilità futura di applicazione, o rigettare in toto a priori, ma che vuole decodificare da una prospettiva filosofica integrale in grado di ripensare le categorie del postumano non attaccandole direttamente, ma affiancandole studiandole secondo un metodo paratattico (di affiancamento appunto).

Si può ancora parlare di autocoscienza, di soggettività di persona in sostanza in un mondo fatto di interconnessioni tecno-biologiche? Su questa domanda si concentra la riflessione dell'autore e la risposta a questo interrogativo si trova nei volumi del canone hegeliano. Il progetto di "cervello connesso", ad esempio, prefigurato da Neuralink, società che si occupa di studiare interfacce impiantabili per realizzare tale progetto, presuppone semplicemente che i nostri pensieri siano presenti nella mente indipendentemente dalla loro espressione nel linguaggio, di modo ché, se collego il mio cervello direttamente a quello di un altro, costui sperimenterà i miei pensieri direttamente in tutta la loro ricchezza e finezza, non distorti dalla goffaggine e semplificazione del linguaggio. Una visione parziale perché il linguaggio in realtà, riduce il disordine dei nostri pensieri a semplici parole e frasi, la cui capacità di condensazione, racchiude non detti, sfumature ed idee che non possono essere sottovalutate. La visione hegeliana invece non riduce questa complessità linguistica: "il vero contenuto di un pensiero si attualizza solo attraverso la sua espressione linguistica; prima di questa espressione, non è nulla di sostanziale, solo una confusa intenzione interiore. Quando parlo, imparo quello che volevo dire solo effettivamente dicendolo". Una causa è tale in quanto possiede un effetto. La vera domanda, per Zizek, non è quindi se Neuralink può cogliere il significato del nostro pensiero, ma se potrà cogliere la sovrapposizione di troppo e troppo poco insita nel linguaggio indicata da Hegel e soprattutto se la nostra individualità sopravvivrà a questo passaggio nella Singolarità. La singolarità, infatti, può essere anche essa rappresentata secondo termini hegeliani. Lo stesso Reza Negarestani vedeva nel processo di pervasività della rete e nella metamorfosi del reale da mondo fisico a mondo immersivo la continuazione con altri mezzi del viaggio dello spirito (Geist) che dialetticamente si invera nel reale autoconoscendosi e realizzandosi. La differenza però che separa l'idealismo hegeliano dalla Singolarità, nota Zizek, è che, per gli idealisti tedeschi, questa unità di Spirito e realtà è già raggiunta nella speculazione filosofica o in altri autori successivi nell'esperienza mistica religiosa, che sostituisce Dio all'idea. Per i teorici della Singolarità, invece, noi esseri umani limitati non possiamo attuare la piena unità dello spirito col reale poiché il principale ostacolo a questa conciliazione è l'individualità umana. La fine della storia per i teorici della Singolarità ha quindi come requisito l'abbandono dell'individualità, e dell'umanità, a vantaggio di una fusione mistico-tecnica che più che ricordare l'autocoscienza hegeliana sembra il finale del noto anime Neon Genesis Evangelion in cui il perfezionamento dell'uomo passa per la fusione di tutti gli esseri umani in una entità collettiva. Secondo tale interpretazione tecnomistica della Fenomenologia dello spirito: " L'umanità si salverà abbandonandosi seguendo la via della singolarità.

Il software sostituirà l'hardware". In questa ottica il pensiero di Hegel diventa una lente fondamentale non solo per spiegare fenomeni inquietanti che infestano il nostro futuro, ma soprattutto per costruire attraverso esso una vera e propria fenomenologia del postumano. Leggere il testo di Zizek, aldilà della vicinanza o meno alla sua filosofia ed in certi casi ad alcune sue azzardate intuizioni, vuol dire ripensare filosoficamente il futuro in un mondo in cui si sostituisce sempre di più alla filosofia lo scientismo (e che spesso si sclerotizza in fantascienza...). Anche nel mondo del postumano autori come Hegel o Fichte, alla base del capitolo sulla sorveglianza, dimostrano maggiore vitalità dei teorici della fine dell'umano, ed una capacità di comprendere la complessità del reale che ancora non hanno eguali. Una rivincita di Hegel rispetto al presente che ne sancisce la sopravvivenza ideale anche nel mondo del postumano. Parafrasando Philip K Dick, autore di Ubiq e altri capolavori della sci-fi, possiamo dire "Hegel è vivo, gli umani sono morti".